“Non una riforma congelata, ma in ‘fase di transizione’”. Così l’assessore regionale alla Sanità Niccolò ha commentato, a margine del Consiglio regionale, i titoli di stampa di questa mattina sulla riforma del sistema sanitario. Una posizione che non convince Enrico Ioculano, consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Sanità, che attacca duramente l’impianto e i tempi con cui la riforma è stata approvata.
Secondo Ioculano, parlare oggi di una fase di transizione di sei mesi o un anno significa ammettere implicitamente che la riforma non è immediatamente applicabile. “È evidente – sottolinea – che ci sono enormi problemi, soprattutto di natura contrattuale, che non sono stati affrontati. Il rinvio non è una scelta, ma una necessità”. Critiche anche alle dichiarazioni dell’assessore sulla volontà di “fare la riforma assieme”. “È singolare parlare di condivisione – afferma Ioculano – quando la riforma è già stata scritta e approvata in fretta, ignorando operatori, sindacati e tutti quei soggetti che avrebbero dovuto essere coinvolti e che avrebbero potuto contribuire a costruire un modello più efficace”.
Nel mirino del consigliere regionale finisce anche l’invito a non avere fretta. “I buoni propositi arrivano a tempo scaduto. La riforma è stata approvata in un mese e mezzo e ora ci si rende conto che si sta andando a sbattere contro un iceberg”, dichiara. Per Ioculano, la rapidità con cui la Giunta ha proceduto è il segnale di una pressione esterna: “La Regione è sotto scacco del Ministero e, per evitare il commissariamento, ha dovuto presentare una riorganizzazione del servizio sanitario promettendo risparmi futuri. È una riforma dettata dalle necessità e dai tempi, non da una reale visione di miglioramento”.
Il consigliere evidenzia poi le criticità che potrebbero emergere nel medio periodo, soprattutto sul piano organizzativo e del personale. “Non è stata detta una sola parola sui contratti integrativi – osserva – un vuoto grave, che rischia di avere ricadute pesanti e che conferma tutte le criticità che abbiamo denunciato fin dall’inizio. Questi nodi – conclude Ioculano – verranno inevitabilmente al pettine e produrranno effetti anche sull’erogazione dei servizi sanitari, in particolare sui territori già oggi in sofferenza. Ancora una volta, a pagare il prezzo più alto rischiano di essere i cittadini e gli operatori della sanità ligure”.














