"Intervengo per riferire a questo consiglio un fatto di eccezionale gravità, avvenuto oggi alle 14.30, che rappresenta una violazione grave e inaccettabile delle regole che disciplinano l’accesso e l’utilizzo dei beni comunali, nonché del corretto funzionamento dell’ente. Le consigliere comunali Marilena Piardi e Patrizia Biancheri sono entrate nei locali della biblioteca comunale, accompagnate da giornalisti, per svolgere un'intervista, in totale assenza di qualsiasi autorizzazione rilasciata dai funzionari e dagli uffici comunali competenti" - comunica in consiglio comunale il vicesindaco di Vallecrosia Cristian Quesada.
"Si tratta di immobili comunali, non di spazi nella disponibilità dei singoli amministratori. In mancanza di un titolo autorizzativo l’ingresso è avvenuto in modo arbitrario al di fuori di ogni procedura e in violazione dell’assetto delle competenze stabilito dalla normativa vi ente in particolare dall’articolo 107 del Testo Unico degli Enti Locali" - sottolinea - "È necessario ribadirlo con la massima nettezza: il ruolo di consigliere comunale non conferisce alcun potere autonomo di accesso agli immobili dell’ente, né legittima l’introduzione di soggetti terzi o lo svolgimento di attività politiche o mediatiche all’interno di strutture comunali. La gestione dei beni e la disciplina dell’accesso sono riservate esclusivamente ai funzionari responsabili. A rendere questo comportamento ancora più grave non è solo l’accesso non autorizzato ma l’atteggiamento complessivo che ne emerge, caratterizzato da una forzatura consapevole delle regole e da un evidente scavalcamento delle competenze degli uffici. Le conseguenze di tale atteggiamento sono state immediate e concrete. Nessun ufficio comunale era a conoscenza della presenza delle consigliere e dei giornalisti all’interno della biblioteca, a seguito delle ordinarie operazioni di chiusura della struttura, le persone presenti sono rimaste chiuse all’interno dei locali, rendendo necessario l’intervento urgente delle maestranze comunali, attivate per riaprire i locali e consentire l’uscita".
"Questo episodio dimostra in modo inequivocabile che l’accesso è avvenuto al di fuori di qualsiasi controllo e autorizzazione, generando disordine organizzativo, disservizio e potenziali profili di rischio, con un utilizzo improprio del personale comunale chiamato a intervenire per rimediare a una situazione creata da una condotta istituzionalmente scorretta" - mette in risalto - "Su questo punto ritengo doveroso soffermarmi in modo specifico sulla posizione della consigliera Piardi Marilena. La consigliera Piardi ha ricoperto in passato il ruolo di sindaco facente funzioni e ha, quindi, esercitato responsabilità apicali nella gestione dell’ente. Chi ha ricoperto quel ruolo dovrebbe conoscere perfettamente le procedure, la distinzione tra indirizzo politico e gestione amministrativa, le competenze degli uffici e le responsabilità connesse all’utilizzo degli immobili comunali. Proprio per questo, l’atteggiamento tenuto oggi assume una gravità istituzionale nettamente superiore. Non si tratta di un'iniziativa occasionale o marginale ma di una condotta posta in essere da chi dovrebbe avere piena consapevolezza delle regole e sceglie comunque di forzarle, scavalcando gli uffici e agendo come se il patrimonio comunale fosse nella disponibilità del singolo. È questo atteggiamento che giudico particolarmente grave e inaccettabile: un modo di operare che lede l’autorevolezza dell’ente, mortifica il ruolo dei funzionari e dei dipendenti comunali e crea precedenti pericolosi, perché trasmette l’idea che le regole possano essere aggirate in nome di iniziative personali o politiche".
"Vi è di più: quanto avvenuto ha, inoltre, coinvolto operatori dell’informazione in un contesto privo di legittimità, esponendoli a una situazione irregolare non imputabile a loro ma generata esclusivamente dall’atteggiamento di chi ha consentito l’accesso ai locali senza titolo. Sotto il profilo giuridico, i fatti presentano profili di illegittimità amministrativa evidenti e, secondo le valutazioni in corso, potrebbero integrare anche fattispecie di rilievo penale, tra cui quella prevista dall’articolo 614 del Codice Penale, qualora venga accertato l’accesso a locali non aperti al pubblico senza il consenso del soggetto legittimato" - afferma - "Come vicesindaco e assessore al Patrimonio ritengo questo comportamento inaccettabile e incompatibile con il rispetto delle regole che devono governare l’azione pubblica. Comunico, pertanto, formalmente che l’Amministrazione sta valutando l'accaduto con il massimo rigore, riservandosi ogni azione a tutela dell’ente presso le sedi opportune, al fine di accertare le responsabilità e riaffermare un principio chiaro e non negoziabile: chi ha ricoperto ruoli apicali ha il dovere di essere il primo a rispettare le regole, non a forzarle".





