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Cronaca | 13 novembre 2025, 09:22

Strada provinciale Bajardo–Apricale sempre più pericolosa: "Da anni il tratto al km 7+300 attende interventi urgenti" (Foto)

"Oggi perfino la segnaletica non è più in grado di svolgere la sua funzione: il terreno sottostante l’asfalto è in costante erosione, e il rischio per chi transita è evidente"

"La paura di utilizzare questa arteria, necessaria per recarsi al lavoro sulla costa o per raggiungere i propri terreni, aumenta di giorno in giorno. Da almeno tre anni il tratto della SP 63 al km 7+300 versa in condizioni precarie e, purtroppo, la situazione continua a peggiorare. Oggi perfino la segnaletica non è più in grado di svolgere la sua funzione: il terreno sottostante l’asfalto è in costante erosione, e il rischio per chi transita è evidente".

Sono proteste di molti residenti tra Bajardo ed Apricale, dove insiste la provinciale che, ad un certo punto, presenta i danni che si possono vedere nelle fotografie. Una preoccupazione che da tempo è stata espressa agli enti competenti e che, a pochi giorni dall'inverno mette paura a chi transita nella zona, pensando alle eventuali formazioni di ghiaccio ed alle possibili nevicate. "Suscita in noi - proseguono - perplessità come la Provincia abbia potuto autorizzare il passaggio del rally senza prima provvedere a un ripristino, almeno di questo tratto particolarmente compromesso. Se non si interviene a breve, si rischia di dover ricorrere a strade alternative molto più lunghe, con ulteriori disagi per chi mantiene vivo l’entroterra lavorandoci, vivendoci o anche solo visitandolo per una gita domenicale".

"È inaccettabile arrivare a questo punto - terminano - dove perfino la segnaletica che dovrebbe avvertire del pericolo non riesce più a farlo per colpa dell’erosione del terreno. Questo non è purtroppo l’unico tratto dissestato, ma è senza dubbio tra i più pericolosi. Le istituzioni dovrebbero impegnarsi a garantire strade sicure e percorribili, che invoglino a restare e a vivere il territorio, non infrastrutture pericolanti che spingono chi può ad andarsene".

Carlo Alessi

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