Con l’avvicinarsi del 2 novembre, giornata dedicata alla commemorazione dei defunti, il commercio dei fiori entra nel suo momento più intenso dell’anno. Una ricorrenza che, storicamente, rappresentava uno dei picchi di vendita per il comparto floricolo, ma che rispetto al passato sta attraversando una fase di cambiamento.
“Diciamo che oggi la situazione è un po’ diversa rispetto a 10 o 15 anni fa: la società è mutata - spiega Franco Barbagelata, direttore del Mercato dei Fiori di Sanremo -Fino a un decennio fa, un terzo del fatturato del commercio all’ingrosso si concentrava nel periodo di Ognissanti. Oggi la realtà è diversa, anche perché la produzione locale non è più quella di una volta, complice anche il crollo seguito alla pandemia”.
Tuttavia, il cambiamento non è solo negativo, tutt'altro: “Si sono ampliate le gamme di prodotti venduti in questo periodo, grazie anche a una maggiore conoscenza da parte dei consumatori. Nel nostro mercato, ad esempio, abbiamo stretto accordi con produttori del Sud Italia per integrare l’offerta di crisantemi, sopperendo alla diminuzione delle coltivazioni sanremesi”, spiega Barbagelata. Se da altre regioni arrivano crisantemi di qualità, Sanremo continua a distinguersi con fiori tipici del territorio come anemoni, ranuncoli, strelitzie – quest’ultima una varietà “storica” ora in fase di recupero – e con fronde dalla stagionalità più lunga, che consentono di ottimizzare i costi.
Sul fronte dei prezzi, la stabilità è la parola d’ordine: “All’ingrosso i crisantemi si attestano tra i 90 centesimi e 1,20 euro, con valori leggermente inferiori per gli altri fiori”, spiega il direttore.
Il bilancio dell’ultima stagione è comunque positivo: “Abbiamo registrato una crescita del 10% che ci fa ben sperare per il futuro”, sottolinea Barbagelata. Il comparto guarda con fiducia alla stagione 2025-2026, che segnerà la nascita del nuovo Mercato dei Fiori di Sanremo, finanziato in parte grazie ai fondi del PNRR: una struttura più grande, moderna e performante, pensata per rilanciare l’intero comparto florovivaistico. Resta solo qualche incognita legata al contesto internazionale: “Le tensioni geopolitiche e la guerra pesano sui mercati, come in passato lo avevano fatto i dazi USA. Anche se il settore ha retto, l’incertezza non giova mai al commercio”, avverte Barbagelata.
Il clima generale rimane comunque positivo: “Ci stiamo preparando per l’asta di metà novembre e, come sempre, guardiamo con entusiasmo anche a un appuntamento prestigioso come la cerimonia dei Premi Nobel, per la quale abbiamo appena firmato l’accordo di fornitura. In queste settimane definiremo con i fioristi le tipologie di fiori da inviare”, conclude il direttore.





