Pioggia, vento e tuoni. Ma nulla ha fermato la prima, potentissima tappa di Autunno Nero, il festival dedicato all’immaginario gotico, esoterico e fantastico che ha preso il via sabato a Triora, capitale ligure delle streghe. Anzi, il maltempo ha finito per avvolgere il borgo in un’atmosfera ancora più densa di suggestioni, accendendo l’immaginazione dei visitatori accorsi numerosi nonostante le condizioni proibitive. A dare un brivido in più, nel cuore della giornata, è stato un fulmine che ha colpito la chiesa di San Dalmazzo, antico luogo legato alla memoria oscura della caccia alle streghe.
Secondo la leggenda, San Dalmazzo fu il carcere delle donne accusate di stregoneria, rinchiuse e martoriate nel 1588 su ordine dell’inquisitore Giulio Scribani. I nomi delle tre vittime più celebri – Caterina, Lisetta e Amalia – riecheggiano ancora tra le pietre di Triora, come un monito e una ferita mai del tutto rimarginata. Quel fulmine, abbattutosi violento su un luogo simbolo del dolore e della superstizione, ha assunto per molti il valore di un segno. E tra le navate semi-oscure e l’eco della pioggia, la suggestione si è fatta rito collettivo.
“Sembrava di essere entrati in un altro tempo, in un’altra dimensione”, racconta uno dei partecipanti. “Il cielo era nero, ma il borgo era vivo di parole, immagini, racconti. È come se il maltempo fosse parte della scena”.
Il successo di pubblico – tra escursionisti, appassionati di misteri, studiosi e curiosi – ha confermato ancora una volta la forza del festival che tra letture sceniche, conferenze, installazioni artistiche e passeggiate tra i luoghi “maledetti” del paese ha trasformato Triora in un teatro a cielo aperto, dove storia, memoria e finzione si intrecciano senza soluzione di continuità.
E se questo è solo l’inizio, l’edizione 2025 di Autunno Nero promette di essere una delle più potenti di sempre. Con la natura che – come sabato – non solo assiste, ma partecipa. Fulmini inclusi.