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Politica | 03 marzo 2021, 16:31

Zona arancione rinforzata sul Festival di Sanremo: ipotesi richiesta ristori al Comune

Commercianti sul piede di guerra a Sanremo di fronte alle nuove chiusure imposte da domani. Ne abbiamo parlato con il presidente locale di Confcommercio, Andrea Di Baldassare

Commercianti sul piede di guerra a Sanremo di fronte alle nuove chiusure imposte da domani. Da alcune ore circola una ipotesi: chiedere al Comune i ristori. Come? Attingendo da parte della convenzione da 5 milioni di euro, siglata con la Rai. 

Questo per far fronte al danno economico causato in queste ore con il passaggio da zona gialla ad arancione rinforzata che imporrà lo stop a bar e ristoranti. Una decisione che interesserà tutto il distretto sanitario 2 ma che avrà una eco maggiore su Sanremo, in quanto durante la settimana del Festival. 

Una decisione, quella assunta ieri dal presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti che ha causato sconcerto e rabbia in modo unanime tra istituzioni e imprenditori. La possibile richiesta da avanzare al Comune, per il momento, viene smentita dalle principali associazioni di categoria. L'argomento, tuttavia, potrebbe essere toccato ufficialmente nella riunione in programma domani, tra l'amministrazione comunale matuziana e i rappresentanti di bar e ristoranti. 

Ecco che cosa ha detto il presidente locale di Confcommercio, Andrea Di Baldassare: "E' stata una giornata dura, iniziata incontrando dei miei colleghi e mi ha scombussolato. E' vero che c'è la crisi, è un anno che siamo in crisi e siamo stremati ma vedere colleghi che erano solari, che avevano voglia di vivere, piangere e dirmi non ce la faccio più... credetemi è stata una giornata pesante anche a livello emotivo. E' un messaggio che la gente deve sapere. Non ci aspettavamo questa ennesima bastonata arrivata a ciel sereno. La sanità ha la priorità ma forse si doveva ragionare sotto un altro aspetto. Oggi abbiamo tutti i nostri associati in una situazione disastrosa, si sono indebitati con le aziende fornitrici per riempire, le cantine, costi per i dipendenti e via dicendo. Una settimana che poteva essere un respiro non dico di lavoro perchè alla sera siamo chiusi ma a mezzogiorno ci poteva essere un range di lavoro importante per rientrare di qualcosa. Si trovano oggi con migliaia di euro, spesa inutile che si poteva evitare". 


"Non è nostro compito come associazioni e imprenditori, lavorare su queste scelte. - puntualizza il presidente di Confcommercio Sanremo - La scelta deve essere della politica e dei medici. Se c'era un dubbio si poteva calcolare in modo diverso. Bisogna sempre sapere dove si va con determinate scelte. Spero che ci sia la conoscenza del lavoro da parte di chi prende queste decisioni perchè se ci fosse stato un dubbio nella scelta dell'aprire, si doveva valutare la scelta del 'no' o 'si' con la chiusura dopo due giorni. Con il senno di poi siamo tutti bravi ma chi aveva dati in più poteva scegliere diversamente. La crisi è per bar e ristoranti ma sicuramente ci sono anche tutti gli altri sindacati. E' una catena. Se non c'è gente ci sono anche negozi che hanno migliaia di euro di merce ferma già pagata o da pagare. Come gli alberghi che lavorano al 60%".

Sulla possibilità di ottenere ristori dal Comune, Di Baldassare taglia corto: "Magari ci fosse questa possibilità. L'abbiamo già chiesto in passato. Abbiamo chiesto un aiuto economico da questi proventi al comune. Diciamo che ad oggi la richiesta fatta al sindaco è un incontro urgente. Un modo per aiutarci ci deve essere. Spero in un aiuto perchè ne abbiamo bisogno. In questo momento la politica non può tirarsi indietro".

Carlo Alessi

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