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Calcio | 30 agosto 2017, 15:30

Calcio, ESCLUSIVA. A tu per tu con Giuseppe Mascara, l'eroe di Catania: "Auguro a Sanremese e Savona di ritornare nei professionisti. Spinesi, grande uomo d'area. Napoli? Ho dato il mio onesto contributo"

L'ex rossoazzurro ripercorre con noi di rivierasport.it la sua illustre carriera: "Rifarei tutto quello fatto in carriera"

Nella foto Giuseppe Mascara con la maglia del Catania (foto tratta da Sky Sport)

Nella foto Giuseppe Mascara con la maglia del Catania (foto tratta da Sky Sport)

Palermo, Genoa, Catania e Napoli sono state le tappe più importanti della sua carriera calcistica. Lui è attaccante classe 1979 che ha vissuto momenti straordinari nelle sue stagioni in Serie A soprattutto indossando la casacca rossoazzurra degli etnei.

Stiamo parlando di Giuseppe Mascara, attaccante che ha esordito nella massima serie nazionale con il Catania nel settembre 2005, dopo aver difeso i colori di Ragusa, Battipagliese, Avellino, Salernitana, Palermo, Genoa e Perugia. Da quel settembre contro il Cagliari fino al 2011 sono state 185 le presenze in rossoazzurro di Mascara, condite da 45 reti dove è indimenticabile quello sul campo del Palermo da centrocampo. Dopo l'addio al Catania ecco l'occasione al Napoli (2011/2012) dove non brilla e in successione le ultime tappe con Novara, Al-Nasr, Pescara e Siracusa. Il 6 giugno 2009 Mascara esordisce in Nazionale allora guidata da Marcello Lippi nell'amichevole contro l'Iralnda del Nord. Ai nostri microfoni Mascara ripercorre la sua carriera e non solo...

 

Giuseppe Mascara, ripercorriamo la sua carriera: Battipaglia, Ragusa, Avellino, Salerno, Palermo, Catania, Genova, Perugia, Napoli, Novara, Al-Nasr, Pescara e Siracusa. Quale piazza le ha dato di più? "Ognuna di queste piazze mi ha lasciato il segno e voglio ricordare tutte queste squadre che sono sempre nel mio cuore".

Nel 2005 l'esordio in Serie A con il Catania contro il Cagliari: cosa ricorda di quel giorno? "Un'attesa lunghissima, visto che la partita non voleva iniziare mai. Ho esordito non giovanissimo in Serie A, però rifarei tutto quello che ho fatto in carriera. La partita non iniziava mai: la massima serie ha il suo fascino, ti vedono un milione di persone ed è stato straordinario vista la vittoria per 1-0 a Cagliari con gol di Corona: miglior esordio non potevo fare".

Con il Catania 185 presenze poi la chance Napoli: cosa non ha funzionato in azzurro? "Sapevo a che cosa andavo incontro visto che davanti avevo tre icone del calcio italiano e internazionale in quel momento. Per quanto mi riguarda sono riuscito a ritagliarmi i miei spazi. Nei primi sei mesi ho avuto una buona fetta di opportunità giocando con continuità sia in campionato che in Europa League. L'anno successivo loro hanno fatto delle scelte e le strade si sono divise senza rammarico: io ho dato il mio onesto contributo".

Quale difensore è stato più complicato da affrontare? "La Serie A dove giocavo io non esiste più. Avevo di fronte gente importante e di carisma mondiale, visto che quando andavi a giocare contro Milan, Inter, Juventus e Roma ti trovavi a marcarti Maldini, Kaladze, Materazzi, Samuel, Cannavaro, Chiellini, Mexes e Juan, citandone alcuni ma dimenticandone altri 20. Era tutta un'altra Serie A rispetto a quella di oggi, con molti campioni del Mondo in campo. Io mi sono divertito. Il gol da centrocampo contro il Palermo? Questione d'istinto, mi è andata bene".

Il compagno di reparto più forte con cui abbia mai giocato? "Per quanto riguarda gli ultimi 20 metri voglio dire Spinesi: fuori area non beccava una palla, ma in area di rigore si trasformava, era un giocatore straordinario tra tecnica e finalizzazione, un vero uomo d'area".

L'allenatore con cui ha avuto più feeling? "Ho avuto buoni rapporti con tutti gli allenatori e penso che non ci deve mai essere una distanza tra giocatori e allenatori. Le grandi squadre vengono fuori quando tutti remano dalla stessa parte. Le distanze possono rompere qualcosa di magico che si è costruito e te lo porti sempre dietro: io penso di avere avuto un buon rapporto, da Zenga a Mihajilovic".

Ci regala i suoi ricordi con la maglia della Nazionale in quell'Italia-Irlanda del Nord? "E' stata la convocazione in nazionale, la ciliegina sulla torta della mia carriera. Penso, senza essere presuntuoso, di essermelo meritato per quello che ho fatto. Mi è stata dato questa possibilità e ne sono stato più che felice".

Ha un rammarico in carriera? "Rammarico? Non sono stato abbastanza puntiglioso nei miei confronti. Io ero uno che a livello calcistico viveva alla giornata, un po' troppo strafottente: dovevo curare più qualche particolare".

Sanremo e Savona: ci regala un parere su queste piazze? "Auguro a Sanremese e Savona di ritornare nei professionisti. Quando in una stessa zona ci sono più squadre quotate, vuol dire che le società cominciano ad investire e fare sul serio". 

Un suo parere sulla VAR? "Per me è stato tolto un po' il bello del calcio. Gli sfottò, il dopo partita, l'arrabbiarsi, andare in conferenza stampa con il lunedì che cancellava le polemiche. Il mio parere è quello che devono togliere la VAR e rimanere nel dubbio sia nel bene che nel male".

Cosa fa oggi Giuseppe Mascara? "Oggi sono allenatore, ma al momento disoccupato". 

Ci regala un saluto ai nostri lettori? "Un saluto a tutti i lettori di rivierasport.it e svsport.it, augurandovi di crescere sempre di più".

 

 

 

 

 

Riccardo Aprosio

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