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Attualità | 14 maggio 2019, 15:29

Crisi Rivieracqua: la società chiede altro tempo al tribunale per presentare il piano concordatario, Mangiante “Servono non meno di 60 giorni” (Video)

Questa mattina l'udienza davanti al giudice Silvana Oronzo

Gian Alberto Mangiante, presidente del Cda di Rivieracqua

Gian Alberto Mangiante, presidente del Cda di Rivieracqua

Rivieracqua chiede al tribunale altro tempo per approfondire la documentazione sul piano concordatario. È questo quanto accaduto al termine dell’udienza davanti al giudice Silvana Oronzo, durante la quale il presidente Gian Alberto Mangiante e il Cda hanno presentato il nuovo piano concordatario.

La situazione è sicuramente quella che è necessario un ulteriore approfondimento e deposito di ulteriore documentazione – ha spiegato Mangiante ai cronisti presenti - abbiamo chiesto un termine al tribunale che ci consenta di andare a elaborare questi documenti e ottenere la documentazione che ancora è fondamentale: le delibere dei comuni per la parte che riguarda i documenti che sono strumentali al piano stesso, vale a dire le delibere che ineriscono all’approvazione del nuovo statuto di Rivieracqua”.

Che tempi vi siete dati?
Noi abbiamo chiesto non meno di 60 giorni per quanto riguarda l’implementazione di questa documentazione e adesso attendiamo l’esito da parte del tribunale che ci dica se accoglierà o meno questa nostra richiesta”.

Bisognerà vedere anche quello che faranno i sindaci. Lei ha fatto appello al loro senso di responsabilità.
Sì, io ho fatto appello, purtroppo questo adesso si coniuga con le attuali elezioni che sicuramente non agevolano, perché bisogna attenderne l’esito, e di conseguenza tutti i procedimenti di carattere amministrativo sono sospesi alle avvenute elezioni e al voto elettorale”.

Non vi preoccupa la questione di Amat, cioè di averla lasciata fuori da questo piano?
Uno degli approfondimenti sarà proprio nel senso di valutare quella che dovrebbe essere la posizione di Amat, per cui sarà uno dei prossimi approfondimenti che dovremo fare in riferimento sia al piano, sia poi tutta questa documentazione dovrà essere posta all’attenzione dell’attestatore che ne valuti la congruità e la eseguibilità ai fini del piano stesso”.

Possono ancora cambiare le percentuali di questo piano in riferimento ai creditori?
Le percentuali del piano, noi abbiamo fatto tanto perché possano essere elevate come sono state, al 65% che costituisce un’ottima percentuale in un ambito concordatario a favore dei creditori chirografari, e come tale non vorremmo assolutamente modificarle, il nostro compito e il nostro obiettivo sarà proprio questo. All’interno di questo, sempre vedendo di restare nell’arco temporale del piano, vedere un trattamento a favore di Amat che non dobbiamo dimenticare, ha presentato una proposta di concordato, come peraltro Aiga come gestore cessato, che noi non conosciamo e non conosciamo l’esito perché non c’è stato posto nella nostra disponibilità”.

A febbraio i giudici avevano mostrato perplessità sul piano. Oggi, alla luce di questo tetto del 65%, qual è la sensazione?
Ovviamente il tribunale non si è espresso in maniera oggettiva, né avrebbe potuto farlo. Abbiamo approfondito alcuni aspetti, ci è stato chiesto di fare ulteriori riflessioni e integrazioni, e noi sulla base delle indicazioni da parte del tribunale così ci muoveremo perché il piano possa essere assolutamente completo e  possa essere finalmente portato all’attenzione dell’adunanza dei creditori che ricordiamo è l’ultimo organo che poi dovrà pronunciarsi prima di arrivare all’omologa. Tutto sommato noi speriamo che questa omologa possa avvenire e sarebbe fondamentale, nel corso del corrente periodo

Francesco Li Noce

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