Nel periodo compreso fra le due grandi guerre mondiali il caffè era troppo costoso e spesso introvabile,anche perché la pianta non si adattava ad una coltivazione nel nostro paese. Per questo motivo si sviluppò la selezione e la coltivazione di piante succedanee del caffè, chiamate anche surrogati.
I surrogati, fra cui ricordiamo le ancora oggi apprezzate bevande ricavate dall'orzo o dalla cicoria raggiunsero presto un alto valore commerciale, perché il loro consumo era nettamente superiore a quello del caffè.
Alcuni usavano per preparare questa bevanda sostanze in polvere estratte da ogni varietà di semi e da una lunghissima lista di piante. Gli esperimenti si moltiplicarono in ogni zona d’Italia con risultati molto diversi in quanto la scelta della piante, la lavorazione dei semi o delle radici e la tostatura determinavano gusti e sapori differenti.
I surrogati si svilupparono soprattutto sotto la spinta della scelta autarchica del regime fascista, prendendo il nome di prodotti autarchici e assumendo il significato di prodotti scadenti. In realtà il termine succedaneo indica un prodotto diverso da quello d’origine, ma idoneo a prenderne il posto presentando qualità diverse e non necessariamente inferiori.
Sui succedanei del caffè sono state fatte molte ricerche e scritti molti libri e non potevano mancare negli appunti di Libereso.
Ecco l'elenco redatto da Libereso con i surrogati, che forse qualcuno ricorderà di aver assaggiato.
Succedanei del caffè
· Quercus (ghiande di q. robur e q.elix)
· Cariossidi di frumento, orzo, segale
· Semi di mandorle, nocciole, noci, aggiunte alle cariossidi delle segale
· Radici di Cichorium Intybus, di Taraxacum e radici di Tragopogon (barbadi becco) e Scorzonera
· Faggiole di faggi (semi)
· Bacche di Ruscus (pungitopo)
· Semi di Gallium Aparine, Ginestra dei Carbonai
· Iris Pseudocorus