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| 05 dicembre 2016, 07:05

Il 'giardiniere di Mario Calvino': ecco il 'Caucciù di Monte Ceppo' negli appunti di Libereso

"Questa pianta si riconosce per i fiori più vistosi e rispetto al taraxacum comune e per le foglie poco o niente dentate..."

Il 'giardiniere di Mario Calvino': ecco il 'Caucciù di Monte Ceppo' negli appunti di Libereso

Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, il clima teso delle relazioni internazionali e le sanzioni economiche contro l’Italia spinsero  il regime fascista ad adottare una politica autarchica. Fra le materie prime di cui il paese aveva grande bisogno c’era la gomma, a quei tempi esclusivamente di origine naturale e principalmente prodotta nelle coltivazioni del sud est asiatico, completamente controllate dagli Inglesi.

Per ovviare alle difficoltà di approvvigionamento il Ministero della Guerra  avviò la ricerca di prodotti alternativi e in tutto il paese si sperimentarono coltivazioni in grado di produrre la gomma. Si tentarono diversi esperimenti. Il più conosciuto è forse quello del Tavoliere delle Puglie, dove si tentò di avviare la coltivazione di un arbusto,che cresceva nelle aree semidesertiche del Messico. Pochi sanno o ricordano che anche Sanremo partecipò alla sperimentazione.

Libereso ricorda infatti che Il Professor Mario Calvino, allora già riconosciuto scienziato di fama mondiale, sperimentò nella nostra zona la possibilità di coltivare intensamente specie vegetali adatte alla produzione alimentare ed industriale.

Un mattino, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale,  Libereso accompagnò il professore insieme ad altri studiosi sul Monte Ceppo per piantare dei semi giunti dall’ Ucraina. Si trattava di una particolare specie di Tarassaco, il Taraxacum  bicorne (Taraxacum kok-saghyz) , sfruttato in U.R.S.S per l’estrazione di caucciù.

       

                       foto Archivio Moreschi Sanremo

Libereso racconta: “ Ritornammo la primavera dell’anno seguente, i prati della zona di monte Ceppo erano coperti di fiori gialli, il paesaggio pareva dipinto con pennellate d’oro, e fra i taraxacum indigeni trovammo in fiore anche quelli  seminati da noi. Questa pianta si riconosce per i fiori più vistosi e rispetto al taraxacum comune e per le foglie poco o niente dentate. Le migliori colture si trovano in Ucraina dove gli inverni sono rigidi e le estati calde. Non escludo che ancora oggi sui prati di Monte Ceppo ci siano delle colonie di questa pianta definitivamente insediata e introdotta da Calvino. Mi immagino lo stupore di qualche botanico che, senza conoscere questa storia, trovasse in zona questa modesta, ma utilissima pianta così lontana dalla sua terra di origine. E sono curioso di sapere che tipo di spiegazione potrebbe dare.”

  foto Archivio Moreschi Sanremo

I lettori possono inviare richieste e/o segnalazioni all'indirizzo mail:  ilgiardinieredicalvino(at)sanremonews.it

Claudio Porchia

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