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| 09 agosto 2012, 09:50

Sanremo: venerdì alle ore 10 il documentario "Per un pugno di olive" su Telecupole

Il documentario di Franco Revelli, prodotto da Claudio Porchia, racconta la storia delle raccoglitrici di olive nel ponente ligure

Sanremo: venerdì alle ore 10 il documentario "Per un pugno di olive" su Telecupole

Venerdì 10 agosto 2012, su Telecupole, alle ore 10, verrà trasmesso il documentario "Per un pugno di olive", di Franco Revelli, realizzato da ZemiaFilm e prodotto da Claudio Porchia. Il progetto, partito nel 2008 con la pubblicazione del libro di Silvia Genta dal titolo “Sciasceline, le mani invisibili”, racconta, con interviste e immagini la storia delle “Sciasceline", le ragazze che arrivavano nel ponente ligure in migrazione stagionale dal basso Piemonte e dall’Emilia per raccogliere le olive. Il soprannome dato a queste giovani donne si deve a Sassello, piccolo borgo dell’alta val Bormida, poiché le prime ad arrivare provenivano da questo comune.

Come mondine di Liguria, le Sciasceline erano ragazze che vivevano qualche mese lontano dal paese, libere. Una sorta di sirene che riempivano di canti la valle e che attirano sguardi indiscreti. Delle giovani donne che, malgrado il lavoro duro negli uliveti, restavano giovani donne con tutta la voglia di vivere.Le giovani donne pizzicavano ogni oliva caduta per terra stando chine per ore e ore perché prima dell’introduzione delle reti le olive venivano raccolte una ad una.Un lavoro duro, al freddo, con i geloni alle ginocchia e soprattutto lontano dal proprio paese, da casa. Un lavoro che riempiva i tempi morti della montagna e che permetteva alle giovani donne di dare un aiuto alla famiglia. Le coraggiose ragazze tornavano alla fine dell’inverno. Tra novembre e gennaio avevano raccolto a mano migliaia e migliaia di olive, avevano, cantato, lavorato e vissuto insieme.Il documentario si offre dunque come un breve percorso nei ricordi per riflettere su cosa sia stata la civiltà dell'ulivo.

Un viaggio tra gli uliveti per ritrovare i luoghi delle Sciasceline e visitare i ruderi che ne confermano ancora oggi la leggenda. Attraverso le interviste raccolte, la storia viene raccontata da più punti di vista: chi ha sentito parlare di queste donne, chi le ha viste, chi le ha ingaggiate e cercate. E poi ovviamente i ricordi stessi di chi ai tempi ha fatto la Sciascelina. Storie di lavoro duro e scarso guadagno, ma anche storie di semplicità di vita e spensieratezza.Queste giovani donne lavoratrici per più di sei mesi rimanevano lontano dalle voci e dall’oppressione del proprio paese, ma soprattutto passavano le notti insieme alloggiate nei ricoveri messi a disposizione dai padroni.

Come le mondine, le sciasceline attiravano gli sguardi e riempivano gli uliveti di canti. Una storia di mani invisibili. Dopo il lavoro stagionale con una piccola paga e qualche bottiglia d’olio, le sciasceline scomparivano e tornavano nei risvegliati paesini della alte valli. Una storia di donne. Una storia che solo gli ulivi possono ancora raccontare.Il progetto si è poi arricchito di un originale ed interessante cd musicale, “Le mani invisibili” realizzato da Christian G e dalla Grockbanda, con canzoni contenute nello spettacolo omonimo e presentato con successo in diverse città della Liguria e del Piemonte.

Stefano Michero

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