Anche nel territorio imperiese cresce l’interesse delle famiglie verso la riqualificazione e l’efficientamento energetico delle abitazioni, ma senza un sistema di incentivi stabile e programmato nel medio-lungo periodo il rischio è quello di un forte rallentamento degli investimenti.
È quanto emerge dall’indagine realizzata da Nomisma per CNA, che fotografa una situazione significativa anche per la provincia di Imperia, caratterizzata da un patrimonio edilizio in larga parte costruito prima degli anni ’80 e da un’elevata incidenza di edifici energivori. A livello nazionale il 54% delle famiglie – pari a circa 11 milioni di nuclei – intende effettuare interventi di riqualificazione nei prossimi tre anni, ma 4,7 milioni non dispongono delle risorse economiche necessarie.
Una criticità che si riflette anche nel Ponente ligure, dove molte famiglie, pur consapevoli dei benefici in termini di risparmio energetico e valorizzazione degli immobili, faticano a sostenere i costi iniziali degli interventi.
«Nel nostro territorio – commenta il Segretario di CNA Imperia, Luciano Vazzano – la riqualificazione energetica non è solo una sfida ambientale, ma anche sociale ed economica. Parliamo di abitazioni spesso datate, con consumi elevati e bollette sempre più pesanti per le famiglie. Senza incentivi certi e continuativi, molti interventi rischiano di rimanere solo sulla carta».
Secondo l’indagine Nomisma, 4 famiglie su 10 dispongono di meno di 20mila euro per affrontare lavori di ristrutturazione e oltre il 40% giudica il proprio reddito appena sufficiente o insufficiente. Un dato che rende evidente il ruolo sociale dei bonus edilizi, fondamentali per consentire anche ai nuclei più fragili di migliorare l’efficienza delle abitazioni, ridurre i consumi energetici e contribuire agli obiettivi della transizione green.
Il report evidenzia inoltre che un’eventuale riduzione delle agevolazioni fiscali potrebbe avere effetti molto negativi: a livello nazionale si stima che 2,4 milioni di famiglie rinuncerebbero agli interventi, con un mancato investimento di oltre 70 miliardi di euro.
Uno scenario che avrebbe ripercussioni dirette anche sulle imprese artigiane e sulle piccole aziende edili del territorio imperiese.
«Le nostre imprese – prosegue Vazzano – stanno già facendo i conti con l’incertezza normativa, l’aumento dei costi e la difficoltà nel reperire manodopera qualificata. Senza una cornice chiara e stabile sugli incentivi, diventa impossibile programmare investimenti e occupazione. Serve una visione di lungo periodo che dia certezze a famiglie e imprese».
CNA chiede quindi incentivi stabili e progressivi per almeno 5-10 anni, con una detrazione non inferiore al 50%, meccanismi premiali legati al maggiore efficientamento energetico e criteri di progressività in base al reddito, oltre alla possibilità di cessione del credito.
Per un territorio come Imperia, dove la riqualificazione energetica rappresenta anche un’opportunità di rilancio per l’artigianato e l’edilizia locale, diventa inoltre fondamentale il coinvolgimento del sistema bancario con strumenti dedicati – mutui green, prestiti ponte e soluzioni finanziarie accessibili – e il rafforzamento di servizi di assistenza alle famiglie.
«Come CNA Imperia – conclude Vazzano – siamo pronti a fare la nostra parte, affiancando cittadini e imprese con informazione, consulenza e sportelli dedicati. Ma è indispensabile che a livello nazionale si costruisca finalmente una strategia coerente e duratura sulla riqualificazione del patrimonio abitativo».





