Sono otto gli indagati nell’inchiesta della Procura di Savona sulla gestione del servizio idrico ad Andora durante la grave emergenza degli anni 2022 e 2023. Per la società San Lazzaro Spa risultano coinvolti il presidente Camillo Enrile e l’amministratore delegato Giovanni Monticelli, accusati a vario titolo di truffa, furto, falso e frode nelle pubbliche forniture. Sul fronte Rivieracqua, invece, sono indagati l’ex presidente Gian Alberto Mangiante, i membri del Cda Giacomo Chiappori e Sara Rodi, insieme ai dirigenti tecnici Valerio Chiarelli, Angela Ferrari e Paolo Ferrari, chiamati a rispondere di presunte inadempienze nella gestione del servizio idrico nei momenti di massima criticità.
Ieri mattina la guardia di finanza di Savona, su delega della Procura, ha effettuato perquisizioni e sequestri di documenti nelle sedi di Rivieracqua a Imperia e di San Lazzaro a Loano. L’operazione rientra in un’indagine partita a seguito dei numerosi esposti presentati da cittadini e associazioni, che denunciarono forti disagi e anomalie nella fornitura dell’acqua potabile. Secondo le prime ricostruzioni — che necessitano ancora di conferme — la società San Lazzaro potrebbe non aver adempiuto correttamente ai propri obblighi contrattuali verso Rivieracqua. A sua volta, Rivieracqua non avrebbe garantito un servizio idrico adeguato alla popolazione durante la carenza d’acqua, causando disservizi e impedendo l’uso dell’acqua per bere e cucinare, con gravi disagi per i cittadini. Gli inquirenti stanno valutando l’ipotesi di invio di acqua non potabile, la presenza di derivazioni idriche tramite condotte irregolari e la possibile trasmissione di dati non attendibili agli organi regionali. Entrambe le società hanno garantito la massima collaborazione con gli inquirenti.
Dal fronte San Lazzaro, l’avvocato Franco Vazio, per conto di Camillo Enrile e di Gianni Monticelli, afferma: “Ritengono di aver agito sempre con correttezza e nel rispetto della legge. Acquedotto San Lazzaro sin da subito, ha offerto agli inquirenti la massima collaborazione nell'acquisizione di documenti e informazioni, proprio perché convita del suo legittimo operato. Una volta presa piena conoscenza degli atti, avremo certamente modo di spiegare e dimostrare agli organi inquirenti che San Lazzaro, non ha infranto le norme che oggi vengono contestate. Si tratta di contestazioni articolate e come tali complesse per essere spiegate in poche parole; quindi se da un lato ribadiamo il massimo rispetto per il lavoro svolto dalla magistratura, dall'altro siamo convinti che avremo modo di articolare risposte puntuali e precise su ogni possibile contestazione”.
Duro e al tempo stesso prudente il commento del sindaco Mauro Demichelis: “Attendiamo l’esito delle indagini da parte della Procura della Repubblica. L’accertamento della verità in merito alla gestione della carenza idrica di Andora, con l’erogazione dell’acqua salata, è dovuto ai cittadini, ai turisti, alle attività economiche e turistiche che hanno subito gravi danni economici. Ora Andora non ha problemi, ci sono le condotte di collegamento al nuovo acquedotto del Roya, l’acqua non manca nei pozzi, ma il disservizio patito, due anni fa, per due stagioni estive consecutive, è stato enorme: sia dal punto di vista della vita quotidiana che per l’immagine di Andora e dell’Amministrazione. Credo che l’accertamento della verità sia necessario per tutelare tutte le parti in causa – prosegue Demichelis -. Il Comune stesso aveva presentato un esposto in Procura, ma vorrei anche ricordare il lavoro svolto da Assoutenti, dal Comitato Acqua di Andora e dalla associazione Onda Ligure Consumo e Ambiente, con le quali l’Amministrazione dialoga da tempo e ha anche concesso spazi per una più efficace informazione, tutela e aiuto a quei cittadini che richiedono il risarcimento dei danni o che non vogliono pagare le bollette per il periodo in cui il gestore ha erogato acqua salata”. Poi la considerazione più pesante: “Se alla crisi idrica mal gestita si dovesse aggiungere una sottrazione della poca acqua dolce disponibile, la situazione sarebbe ancora più sconfortante”.
C'è "piena fiducia nell’operato della magistratura e delle fiamme gialle" da parte delle associazioni di tutela dei consumatori e dei cittadini. Assoutenti, Onda Ligure e il Comitato Acqua cara in bolletta di Andora, in una nota, hanno voluto esprimere il proprio sostegno al lavoro degli inquirenti che stanno facendo luce sull’utilizzo delle risorse da parte di Rivieracqua e altri soggetti durante la crisi dell’acqua salata degli anni 2022 e 2023. Le tre associazioni ricordano di aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Savona all’inizio di quella crisi e di portare avanti da tempo "una difficile battaglia per affermare i diritti dei cittadini sia di fronte alla crisi idrica e alla fornitura di acqua imbevibile come da ordinanze sindacali dell’epoca, sia per la mancanza assoluta di depurazione e per la procedura di infrazione avviata dalla Comunità Europea nei confronti della società". Le associazioni non risparmiano critiche all'operato recente. "Purtroppo, il recente avvicendamento nella compagine societaria e le ultime decisioni di Ato che proterviamente sono state assunte - scrivono - hanno negato quanto oggi invece vogliono accertare gli inquirenti. Sono stati assunti comportamenti contro i diritti degli utenti negando il pessimo servizio sostitutivo durante la crisi idrica e la mancanza della depurazione".





