La tappa sanremese del tour ligure sulla sanità del Partito Democratico e dei gruppi di opposizione in Regione si è svolta oggi al Teatro Tabarin, davanti a un pubblico composto da amministratori, operatori sanitari, sindaci e rappresentanti delle principali realtà associative della provincia di Imperia. In sala erano presenti, tra gli altri, il Capogruppo e consigliere del Partito Democratico in Regione Armando Sanna, i consiglieri regionali Enrico Ioculano (PD) e Jan Casella (AVS), e la dottoressa Stefania Russo, medico ospedaliero, chiamata a portare la voce degli operatori.
L’incontro rientra nel percorso avviato nei giorni scorsi, una città per ogni Asl, per presentare la proposta alternativa di riforma sanitaria elaborata dal centrosinistra. Un modello che si contrappone alla riforma voluta dalla giunta regionale guidata da Claudio Bucci, giudicata dalle opposizioni “pericolosa, frettolosa e fortemente centralistica”.
Sul palco è stato illustrato anche il documento con nove punti programmatici, un pacchetto che va dal rafforzamento delle Aree Operative Ottimali al ritorno dei sindaci al centro delle decisioni, passando per il superamento della frattura tra piano sanitario e piano sociale.
Ioculano: “Serve una riforma che parta dai fabbisogni reali dei liguri, non un accentramento su Genova”. Ai nostri microfoni, il consigliere regionale Enrico Ioculano ha ribadito la critica di fondo alla riforma della maggioranza: la mancanza di una base tecnica credibile.
"Ripetiamo quello che abbiamo detto a Spezia e a Savona" ha spiegato. "In Liguria non esiste uno studio serio dei fabbisogni. Se non sappiamo quali servizi servono davvero ai cittadini, come possiamo decidere come riorganizzare tutto il sistema sanitario? Prima si parte dai dati, poi si fanno le riforme".
Ioculano propone dunque di mantenere le attuali Aziende sanitarie, rafforzando però le strutture sovra-aziendali e creando un coordinamento più efficace, senza smantellare l’architettura territoriale.
"C’è bisogno di armonizzare le attività, investire nell’informatizzazione — oggi ogni Asl ha piattaforme diverse — e programmare in modo graduale. La riforma del Presidente Bucci, invece, svilisce il ruolo dei sindaci e accorpa tutto nelle mani di un unico direttore generale. È un accentramento pericoloso, soprattutto per territori fragili come il nostro".
Il consigliere ha poi aggiunto che la battaglia politica proseguirà in Consiglio regionale "il 9 e 10 dicembre", con la presentazione di emendamenti per modificare una norma ritenuta "sbagliata nella forma e nella sostanza. Dal primo gennaio — ha concluso —, se la riforma sarà approvata, produrrà effetti reali. E molte figure professionali non sanno cosa accadrà ai loro ruoli, ai loro contratti e alla loro collocazione. È un tema enorme, che non può essere ignorato".
Casella (AVS): “Una riforma fatta di corsa, senza ascolto e senza un piano per i territori”. A Sanremo era presente anche Jan Casella, consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra, che ha ribadito la posizione dell’intero fronte di opposizione. "La nostra posizione è totalmente contraria" ha affermato. "Questa è una riforma fatta di corsa, senza ascoltare i territori, i lavoratori, i comitati, i cittadini. Non esiste un’analisi dei bisogni. Non c’è un disegno sull’offerta sanitaria futura. È un accentramento sul capoluogo che rischia di impoverire la rete dei servizi nelle vallate e nei piccoli comuni".
Casella ha sottolineato come l’intero impianto, pensato per entrare in vigore dal 2 gennaio, arrivi in un momento in cui il sistema sanitario ligure "è già in grande difficoltà" e non può reggere un cambiamento così drastico senza una fase preparatoria adeguata.
"Non diciamo che una riforma non serva» ha precisato. «Ma non può essere fatta così: senza coinvolgimento, senza discussione, senza una prospettiva chiara per chi ci lavora ogni giorno".
La proposta alternativa: nove punti per una “sanità su misura della Liguria”. Durante l’incontro è stato distribuito e illustrato il documento dei “9 Sì”, che individua altrettante priorità per una riforma alternativa: dallo studio dei fabbisogni al rafforzamento delle Aree Operative Ottimali, da un nuovo patto con la medicina generale al recupero del ruolo dei sindaci, fino al superamento dell’attuale separazione tra piano sanitario e piano sociale integrato.
Un progetto che, nelle intenzioni dei promotori, vuole «rimettere al centro le comunità», rafforzando la sanità territoriale e costruendo un modello più vicino alle esigenze quotidiane dei cittadini.
Un incontro affollato, tra medici, amministratori e cittadini. La sala del Tabarin ha accolto amministratori locali, operatori sanitari, sindacalisti, associazioni e molti cittadini. Tra i presenti anche la dottoressa Stefania Russo, che ha raccontato le criticità vissute quotidianamente negli ospedali della provincia e la necessità di un sistema che torni a investire sulla qualità del lavoro e sulla sicurezza dei servizi.
Il tour proseguirà nei prossimi giorni nelle altre province liguri, fino al dibattito in Consiglio regionale che si preannuncia particolarmente acceso.


































