Musica - 10 novembre 2025, 08:45

Ventimiglia, "Allazz allazz ma bell bell" è il nuovo album musicale di Lizzadro (Foto e video)

Ventun brani realizzati con la collaborazione di diversi artisti

"Allazz allazz ma bell bell" è il nuovo album musicale di Lizzadro. Il disco è stato presentato dall'artista sabato pomeriggio al Mako Bombo clan sul lungomare Varaldo a Ventimiglia.

Paolo Lizzadro dialogando con Ersilia Ferrante ha parlato di sé, della sua musica e dei testi e delle musiche che caratterizzano il suo secondo album, registrato presso LP Studio di Sanremo, che è composto da ventun brani ed è stato realizzato con la collaborazione di diversi artisti: Mamadou, che ha anche realizzato le immagini della copertina e del disco, Fabio Berto, Carlo Ormea, Andrea Romano, Vito Esposito, Yassin, Luisa Cottifogli, Daniele Sepe, Giorgia Vaglio e Cristina. "Il mio nome d'arte è il mio cognome: Lizzadro" - racconta Paolo Lizzadro - "Non è stata una scelta mia. Quando iniziai a prendermi un po' sul serio con la musica, visto che ho iniziato giocando con la musica, un mio amico di nascosto mandò un brano a un programma radiofonico su Radio Uno e venne scelto. Teresa De Sio voleva rivisitare dei brani di un album e cercava delle persone che si volessero prestare. Andai bene e così mi scelse per rivisitare un suo brano e quando la incontra mi chiese: 'chi sei tu?', io le risposi. 'Sono Paolo Lizzadro' e lei mi disse: 'No, tu sei Lizzadro' e così nel disco apparve quel nome".

Il musicoterapista e allenatore della grande età si è così lanciato in una nuova avventura musicale. "Il disco, che ha una durata di 77', è completamente autoprodotto" - fa sapere Lizzadro - "Per quanto sia un prodotto artigianale è stato registrato presso uno studio. Doveva essere massimo di dodici brani e, invece, è diventato di ventuno. Per alcuni brani mi hanno visto presente sul campo, quando c'era il campo di transito facevamo una sorta di musicoterapia, ci sono stati dei momenti in studio, ci sono dei brani che hanno fatto parte di raccolte folk. Alla fine è diventato un solo disco perché rispettavo i tempi massimi che sono di 80 minuti. Il titolo è in dialetto e il significato letterale è: 'Vai, vai ma ballo piano'. E' un esortazione ad andare veloce e forte, è un incitamento, un incoraggiamento affinché si vada senza titubanza ma ballo piano. Sembra un ossimoro ma volevo sottolineare il fatto che ci sia il bisogno, soprattutto in questo momento, di fare le cose con cura e calma perché stiamo attraversando dei tempi di profonda superficialità sia nel lavoro che nelle relazioni. La mia voleva essere un'esortazione ad avere coraggio, forza e slancio ma con un senso abbastanza materno per poter approfondire le cose e prendersi cura di sé e degli altri. All'interno dell'album c'è un libretto in cui non ci sono i testi ma la traduzione dei testi affinché si potesse capire che cosa sto dicendo perché gioco con le lingue partendo dal dialetto lucano, quello del mio paese. Mi piace trovare le contaminazioni con altre lingue. Ho duettato con amici che mi hanno imprestato la lingua Fullà del centro-Africa, ho preso lingue della mia regione d'origine che sono diverse dal mio lucano. Ho iniziato per un'azione di catarsi per fare pace con le mie radici. La strammurriata è una tammurriata che proviene dal mondo della musica campana. In altri brani ci possono essere accenni o dei rimandi alla taranta o alla pizzica e riferimenti alla musica africana. La fréve è divisa in tre parti anche se inizialmente era un unico brano. Ho proposto questo brano a Graziano Accinni e quando l'ha rimandato era stravolto da quello che avevo pensato. Avevo scritto a pelle qualcosa che mi faceva pensare alle musiche di Antonio Infantino che faceva musica molto primordiale fatta solo di tamburi su cui cantava. Graziano, invece, ci ha messo delle note samba e diverse e così il pezzo è lievitato. Dopo aver messo le percussioni cin Fabio Berto abbiamo pensato di fare una prima, seconda e terza parte perché, seppur con un testo semplice, c'era una successione di significati di semantica. Il tema è la febbre, che interessa molte persone, la prima parte è incentrata sul mal di testa, la seconda parte è il mal tempo, che non viene da fuori ma da dentro di noi, mentre la terza parte è l'antidoto, una speranza: come è arrivato se ne deve andare. E' una musica transumante, è un disco che va ascoltato bene e più volte per capirlo, bisogna prendersi del tempo per ascoltarlo".

Un breve show case con alcuni brani del disco ha animato, infine, l'incontro.

Elisa Colli

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