“La chiusura per quattro mesi del valico di San Ludovico rappresenta l’ennesimo duro colpo per i lavoratori frontalieri e per l’economia del ponente ligure. Una decisione presa, a quanto pare, senza una reale valutazione delle gravi conseguenze che tale intervento avrà sul tessuto sociale ed economico di Ventimiglia e del suo entroterra”. A dirlo è l’A.F.I. (Associazione Frontalieri Intemeli) che spiega: “Un gran numero (secondo alcune stime 2000) dei circa 6.500 i lavoratori che utilizzano i loro mezzi personali, ogni giorno attraversano il confine per recarsi in Costa Azzurra e nel Principato di Monaco".
"La chiusura totale del valico - continua il comunicato - comporterà deviazioni forzate, tempi di percorrenza più lunghi e un aggravio notevole sia in termini economici sia di stress quotidiano. Una situazione che rischia di compromettere la qualità della vita di migliaia di famiglie che da anni rappresentano una risorsa fondamentale per il territorio. Ma non si tratta soltanto di un problema per i frontalieri. I disagi alla circolazione avranno inevitabilmente ripercussioni anche sulle attività commerciali e di ristorazione della zona. Le difficoltà di accesso a Ventimiglia e ai centri limitrofi scoraggeranno molti visitatori, con un prevedibile calo del flusso turistico e un danno economico per chi vive di commercio e turismo Sorprende che coloro che, in passato, si sono sempre definiti 'difensori ad oltranza' dei frontalieri non abbiano riflettuto, neppure per un momento, sull’impatto reale delle proprie decisioni. Sarebbe stato forse troppo complesso, per l’amministrazione guidata dal sindaco Di Muro, valutare soluzioni alternative che permettessero di limitare i disagi, ad esempio programmando i lavori in modo più graduale?
Ma non si tratta soltanto di un problema per i frontalieri. I disagi alla circolazione avranno inevitabilmente ripercussioni anche sulle attività commerciali e di ristorazione della zona. Le difficoltà di accesso a Ventimiglia e ai centri limitrofi scoraggeranno molti visitatori, con un prevedibile calo del flusso turistico e un conseguente danno economico per chi vive di commercio e turismo. L’unica alternativa proposta da un rappresentante dell’attuale maggioranza sarebbe quella di sopperire alle difficoltà di mobilità dei frontalieri con la messa in servizio di pullman. Ma per trasportare circa duemila lavoratori, quanti pullman dovrebbero attraversare il confine? Costoro, credono davvero che le autorità francesi e monegasche concederebbero il permesso di transito a qualche decina di pullman ogni giorno? Inoltre, la circolazione di tutti questi mezzi avrebbe un impatto ambientale devastante per l’intero territorio. In definitiva, la pezza è peggiore del buco.
La sensazione - conclude la nota - è che ancora una volta le scelte politiche siano state prese senza ascoltare la voce dei cittadini e dei lavoratori, lasciando che a pagare il prezzo più alto siano sempre gli stessi: i frontalieri e le imprese locali”.





