Negli ultimi giorni il documento di sintesi del Cammino Sinodale delle Chiese in Italia, intitolato “Lievito di Pace e di Speranza” e approvato dalla terza Assemblea Sinodale, ha suscitato discussioni e perplessità in varie comunità. Al centro del dibattito, in particolare, i passaggi dedicati all’accoglienza delle persone omoaffettive e transgender e al sostegno di iniziative contro l’omotrasfobia.
Il Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Mons. Antonio Suetta, raccogliendo le richieste di chiarimento dei fedeli, ha diffuso una nota per “offrire una parola di serena precisazione e di accompagnamento pastorale”. Il presule ha innanzitutto collocato il documento nel suo contesto: si tratta – ha spiegato – del frutto di una consultazione promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana “con uno stile sinodale”, che però “non è formalmente un Sinodo né un pronunciamento della stessa CEI”, nonostante la partecipazione di numerosi vescovi. Inoltre, ha ricordato come i partecipanti al percorso rappresentino una porzione minoritaria del totale dei fedeli italiani, pur precisando che “non è questione di maggioranza”.
Il Vescovo ha poi espresso riserve sul contenuto del testo approvato, che a suo giudizio presenta “tendenze e visioni di Chiesa e di dottrina” da valutare e “rettificare alla luce della Dottrina Cattolica”, richiamando il Catechismo e il Magistero costante della Chiesa. Sul tema specifico dell’accompagnamento delle persone omosessuali e transgender, il Vescovo ha riconosciuto le buone intenzioni del documento, ma ha definito “ideologicamente connotati” termini come “riconoscimento” e “transgender”. Per la Chiesa – ha ribadito – “non è accettabile la prospettiva della teoria del gender”, mentre è doverosa la cura pastorale delle persone, “distinguendo sempre tra accoglienza dei singoli e adesione ad organizzazioni o ideologie”. L’auspicio è che la prossima Assemblea della CEI possa approfondire la riflessione e offrire eventuali orientamenti pastorali, “nel segno della fedeltà al Magistero e della comunione ecclesiale”.
Il Vescovo ha concluso richiamando un giudizio critico sulla teoria del gender espresso da Papa Francesco, per sottolineare come la posizione della Chiesa resti ferma sul piano dottrinale, pur nel continuo impegno di ascolto e accompagnamento delle persone.





