Il 28 ottobre la Chiesa celebra la memoria di San Giuda Taddeo e di San Simone, due apostoli uniti nel martirio e nella fede. San Giuda Taddeo, cugino di Gesù e fratello di San Giacomo il Minore, fu tra i dodici che portarono la Parola del Vangelo in terre lontane, fino all’Armenia e alla Persia, dove affrontò il martirio insieme a Simone. Nelle Scritture è chiamato “Taddeo”, cioè “magnanimo”. È venerato in tutto il mondo come il Santo delle cause impossibili e disperate, intercessore nelle prove della vita. Il suo culto, amatissimo nelle Americhe, in Armenia e in Asia, è meno diffuso in Italia, ma la sua figura – legata alla parentela con Cristo – ha suscitato la devozione anche di grandi famiglie regnanti, tra cui i Reali di Casa Savoia, che lo scelsero come patrono e protettore nei momenti più difficili.
Il Mandylion e il legame con l’Armenia
Secondo la tradizione, San Giuda Taddeo fu l’inviato di Gesù al re Abgar di Edessa, gravemente ammalato. Portò con sé il “Mandylion”, il panno sul quale il volto di Cristo si era impresso miracolosamente. Al contatto con il sacro lino, il re guarì e si convertì, facendo di Edessa e dell’Armenia le prime terre cristiane. Per questo San Giuda è venerato come Patrono dell’Armenia e messaggero del volto di Cristo. In Italia, la preziosa reliquia del Sacro Mandylion è custodita a Genova, nella Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni, dove è conosciuta come il “Santo Volto” o “Santo Mandillo”. Giunta nel 1362 come dono dell’imperatore bizantino Giovanni V Paleologo al genovese Leonardo Montaldo, fu affidata ai Padri Barnabiti, che da secoli ne sono i custodi e ne curano il culto e la conservazione.
Padre Giovanni Semeria e i Barnabiti
Tra i Barnabiti che hanno onorato la spiritualità del Volto Santo, spicca la figura di Padre Giovanni Semeria (1867-1931), grande teologo, oratore e apostolo della carità.
Egli vedeva nel volto del Cristo del Mandylion non un’immagine statica, ma un riflesso d’amore impresso nel cuore dell’uomo. Nel suo instancabile impegno accanto a Don Giovanni Minozzi per gli orfani e i poveri, Padre Semeria rese concreto quel messaggio evangelico che il Mandylion rappresenta: riconoscere nel volto dei sofferenti il volto di Cristo. Così, tra la reliquia di Genova e la vita del grande barnabita ligure, si rinnova un legame di fede e di misericordia.
La devozione a San Giuda Taddeo a Sanremo
Anche Sanremo venera con particolare affetto San Giuda Taddeo, l’Apostolo delle cause impossibili. Fu infatti grazie a un devoto sanremese che, negli anni Cinquanta, per grazia ricevuta, volle dedicare al Santo una cappella privata che la città iniziò a conoscerlo e ad amarlo. Il locale, situato in via Duca degli Abruzzi n. 233, venne trasformato in una piccola Cappella del S.S. Crocefisso con Patrono San Giuda Taddeo, luogo di preghiera e di riconoscenza che, nel tempo, è divenuto punto di riferimento spirituale per molti fedeli, e dove possibile vedere la bella statua lignea che rappresenta l'apostolo amico e cugino di Gesù. Ancora oggi, ogni primo mercoledì del mese, vi si celebra la Santa Messa, preceduta dalla recita del Rosario, segno di una devozione viva e sincera. In occasione della festa liturgica del 28 ottobre, vengono letti scritti e preghiere per onorare San Giuda Taddeo e San Simone, i due apostoli uniti nel martirio. Le reliquie dei Santi Giuda e Simone sono custodite a Roma, rispettivamente nella Basilica di San Pietro e nel Santuario di San Salvatore in Lauro, dove ogni anno si rinnova la venerazione dei fedeli provenienti da tutto il mondo.
Un apostolo di speranza
San Giuda Taddeo resta una delle figure più amate del cristianesimo universale: Apostolo, martire e parente di Gesù, patrono dell’Armenia e dei casi impossibili, portatore del volto del Signore e della speranza per ogni cuore. La sua presenza spirituale, viva anche a Sanremo, continua a ispirare fede e fiducia, ricordando che nessuna causa è davvero perduta se affidata alla sua intercessione.












