A Ospedaletti cresce l’interrogativo sul futuro della caserma dei Carabinieri. Nel Consiglio comunale di settimana scorsa, dibattuto e acceso, è emerso un punto cruciale: senza una risposta chiara dall’Arma sull’ipotesi di trasferimento in una nuova sede, la città rischia di ritrovarsi senza presidio. Una prospettiva che, sebbene nessuno auspichi, serpeggia tra i banchi della maggioranza e alimenta la preoccupazione dei cittadini.
Il cuore del dibattito: un presidio da difendere. L’opposizione con la mozione firmata da Valentina Lugarà, Maurizio Taggiasco e Alessandro Goso ha chiesto garanzie precise: non vendere o cambiare destinazione all’immobile Piccadilly finché non sarà individuata una sede alternativa per la caserma. La maggioranza ha ribadito la volontà di mantenere i Carabinieri in città, ma ha alzato il tono: “Noi soluzioni ne abbiamo date, ma serve che l’Arma dica chiaramente se ci sta o no”, ha sintetizzato il consigliere Roberto Rodriguez, ripreso dai colleghi di gruppo.
Il riferimento è all’area Telecom. Su questo punto il consigliere ha sintetizzato la posizione della maggioranza: “Sulla volontà dell’amministrazione di mantenere i Carabinieri a Ospedaletti non ci sono dubbi. L’area è percorribile, serve solo un approfondimento geologico. Ma più che mettere a disposizione il progetto, deve esserci la volontà da parte loro di andare lì. Devono dirci: sì, ci va bene. Se non arriva una risposta chiara dall’Arma, il percorso resta bloccato”.
Una vicenda lunga vent’anni. La caserma di Ospedaletti si trova oggi al Piccadilly, e come ricordato dal sindaco Cimiotti in aula, l'immobile comunale presenta "gravi problemi strutturali e costi di manutenzione altissimi". Già nel 2021 l’amministrazione aveva cercato alternative, ipotizzando perfino la permuta con Villa Sultana, ma nel 2023 la Soprintendenza aveva aggiunto vincoli che hanno complicato ulteriormente la questione.
Il paradosso è nei numeri: l’Arma paga circa 3mila euro l’anno di affitto, a fronte di una spesa stimata in 200mila euro per tenere in piedi un edificio ormai definito dalla maggioranza “un rottame”. Ma, nonostante costi e vincoli, la caserma è ancora lì.
La maggioranza: “I carabinieri ci dicano chiaramente cosa vogliono”. La maggioranza, pur ribadendo la volontà di mantenere il presidio a Ospedaletti, ha chiesto con forza una presa di posizione netta da parte dell’Arma. “Più che mettere a disposizione il progetto – il pensiero comune emerso dai banchi dell'amministrazione – deve esistere anche la volontà da parte loro di andare lì. Devono dirci chiaramente se ci va bene o no, perché se non c’è la loro volontà noi non possiamo fare molto. Se ci offrono una soluzione, noi la percorriamo. Ma serve che parlino”.
Il rischio concreto: restare senza caserma. È questa la vera ombra che aleggia sul dibattito. Nessuno vuole rinunciare alla presenza dei Carabinieri a Ospedaletti, ma senza un accordo chiaro il rischio di un vuoto di sicurezza diventa più di un’ipotesi. Per la città, che già guarda con timore ai tempi lunghi della burocrazia, sarebbe un colpo durissimo.
Il messaggio uscito dall’aula è netto: Ospedaletti non può restare senza presidio. Ma ora la palla sembrerebbe passare direttamente all’Arma, chiamata a dare un segnale inequivocabile su quale sarà il futuro del comando. In gioco non c’è solo il destino di un edificio comunale, ma la certezza per un’intera comunità di poter contare, anche domani, sulla presenza dei Carabinieri.





