Da mesi la vicenda del ponte sull’Argentina, che collega Taggia e Riva Ligure lungo la pista ciclopedonale, ha interessato residenti, pendolari e sportivi. Oggi si apre un nuovo capitolo di questa storia, che di epico ha ben poco ma di complicato moltissimo: la chiusura del tratto per consentire l’avvio dei lavori di demolizione e ricostruzione della passerella. Una decisione annunciata, rimandata, discussa e che infine diventerà realtà.
È la cronaca di un percorso tortuoso che parte da lontano. Era la fine di maggio quando Regione Liguria, insieme ai Comuni di Taggia e Riva Ligure, annunciò la chiusura del ponte ciclopedonale sull’Argentina, parte integrante degli interventi per la messa in sicurezza idraulica del torrente e la futura realizzazione di un nuovo ponte a campata unica. L’attuale struttura, secondo i tecnici, rappresentava un ostacolo al deflusso delle acque in caso di piena, e dunque da rimuovere.
Da allora, si è aperto un lungo braccio di ferro tra esigenze di cantiere e necessità dei cittadini. A giugno, dopo il primo stop, i sindaci di Taggia e Riva Ligure — Mario Conio e Giorgio Giuffra — avevano ottenuto una riapertura temporanea del percorso, accolta come un sospiro di sollievo per residenti e turisti. Il ponte, chiuso il 5 giugno, era stato riaperto dal 28 giugno al 1° settembre, per poi vedere slittare la chiusura definitiva al 13 ottobre, una data che oggi diventa spartiacque.
Nel frattempo non sono mancate le tensioni politiche e amministrative. In Consiglio comunale, lo scorso 29 settembre, il sindaco Conio aveva confermato la data di chiusura, respingendo le critiche dell’opposizione che chiedeva certezze sui tempi e sulla viabilità alternativa. Le parole del primo cittadino, avevano chiarito l’intenzione di procedere con l’intervento, sottolineando la necessità di rispettare il cronoprogramma regionale e la complessità dell’opera.
La discussione si era poi spostata sul progetto di percorso alternativo ad anello, ideato per garantire comunque la continuità della ciclopedonale durante i lavori. Il tracciato prenderà avvio dal parcheggio di Amaie Energia, sulla sponda destra del torrente, per salire a una quota superiore lungo l’argine dell’Argentina e collegarsi all’area di cantiere vicino alla Darsena. Da lì proseguirà lungo la pista fluviale fino al ponte nei pressi del campo Sclavi, dove verranno installate barriere tipo New Jersey per consentire il passaggio in una corsia protetta. Il percorso attraverserà poi la strada provinciale in sponda sinistra, passando per il sottopasso di Riva Ligure e includendo un breve tratto per colmare il dislivello tra la pista sull’argine sinistro e la ciclabile vera e propria, chiudendo così l’anello provvisorio.
Oggi, con la chiusura ufficiale del ponte, si chiude simbolicamente anche un’estate di attesa, di discussioni, di continui rinvii. E si apre la fase più delicata, quella dei lavori veri e propri, che nei piani della Regione dovrebbero restituire a cittadini e turisti un’infrastruttura moderna e sicura.
Resta, però, un sentimento misto tra rassegnazione e speranza. Perché, come sottolineato ormai da mesi da residenti e sportivi, il ponte sull’Argentina è diventato molto più di un’infrastruttura: è il simbolo delle difficoltà di un territorio che cerca di conciliare sicurezza, turismo e quotidianità. E ogni volta che si chiude, i cittadini di Taggia e Riva Ligure sanno che — almeno per un po’ — dovranno rinunciare a uno dei luoghi più amati e vissuti della loro costa.





