Attualità - 09 ottobre 2025, 07:05

Sanremo, bandiere di One Piece al corteo pro Pal: ecco perché il teschio col cappello di paglia è simbolo di protesta (Foto)

Al corteo pro Palestina di mercoledì sera a Sanremo, tra bandiere e canti, sono apparsi anche i simboli del celebre manga giapponese: per la gen Z il “cappello di paglia” è un emblema di libertà, ribellione e giustizia

La manifestazione diieri sera a Sanremo, che ha visto scendere in piazza centinaia di persone per chiedere giustizia e diritti per il popolo palestinese, si è distinta anche per un dettaglio curioso e al tempo stesso significativo: tra le bandiere palestinesi e i cartelli contro la guerra, sono comparsi vessilli e maglie raffiguranti il celebre teschio con cappello di paglia, simbolo della serie cult giapponese One Piece. Un segno che non è passato inosservato. Già in Francia, in Asia e in altri Paesi del mondo il cosiddetto “Jolly Roger di Rufy” è stato adottato come bandiera di protesta. A Sanremo, dove il corteo è partito da corso Garibaldi per poi attraversare via Ruffini, la ciclabile e concludersi a Pian di Nave, diversi giovani hanno scelto proprio quel simbolo per esprimere ribellione contro l’ingiustizia.

“È una bandiera che parla di libertà, amicizia, ribellione contro il potere oppressivo – aveva spiegato Francesco Toscano, giornalista e gestore della community OnePiece.it, interpellato nei giorni scorsi in merito al fenomeno –. Non è solo il segno di una serie amata, ma un messaggio universale: la speranza di poter essere se stessi, di difendere i più deboli, di sorridere anche nelle difficoltà. Per questo la generazione Z la porta in piazza”. Il richiamo alla trama del manga di Eiichirō Oda non è casuale: nel fumetto, oggi al centro anche di una serie anime e live action, i protagonisti si ribellano a un “governo mondiale autoritario che opprime i più deboli. Chi legge la storia – ha poi aggiunto Toscano – riconosce in quella ribellione uno specchio del nostro mondo, e porta quel simbolo nelle proteste reali”.

Non è la prima volta che la cultura pop viene usata come linguaggio di piazza. Dal saluto a tre dita di Hunger Games ai costumi rossi de Il racconto dell’ancella, fino alla maschera di V per Vendetta, i simboli nati nella narrativa sono diventati strumenti globali di lotta e testimonianza. Ieri sera, dunque, Sanremo non ha solo dato voce al dramma di Gaza ma ha anche mostrato come le nuove generazioni scelgano di farsi riconoscere con simboli inaspettati, capaci di fondere cultura, immaginario e impegno civile.

Andrea Musacchio

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