Da Oneglia a Porto Maurizio, Imperia si è bloccata al grido di "Palestina libera". Quasi un migliaio di manifestanti si sono riuniti in presidio per lo sciopero generale indetto dall'Usb per Gaza con cui si chiede "la rottura immediata delle relazioni con lo Stato di Israele, a tutti i livelli, cominciando dalle armi, ma poi passando al piano commerciale e diplomatico: è il modo concreto con cui l'Italia può e deve reagire al conclamato genocidio in atto".
"Siamo qui per spingere il governo italiano a prendere una posizione seria sulla questione palestinese", ha dichiarato Michelangelo Benza, rappresentante di USB Scuola Imperia. "Non sarà l'ultima piazza, ma la prima di una lunga serie. Non possiamo permettere che questo massacro continui. Speriamo che anche l'Italia riconosca lo Stato di Palestina, come recentemente avvenuto nel Regno Unito. Questi riconoscimenti partono dal basso: siamo noi a fare la differenza".
L'adesione è stata trasversale, in piazza, tra gli altri, anche centinaia di studenti. Aggiunge Andrea Lanfranco, referente del collettivo Spiraglio Imperiese: "La nostra presenza qui è consapevole. Vogliamo far sapere da che parte stanno i giovani. Vogliamo la fine di questo genocidio, siamo i primi a scendere in piazza con la volontà di cambiare le cose".
Lo sciopero ha interessato i settori scolastici, dell'istruzione e della ricerca, ma anche il comparto dei trasporti. Per i treni lo stop va dalle 21 di domenica fino alle 21 di oggi, mentre per il trasporto pubblico locale si ferma il personale viaggiante dalle 8.30 alle 17.30; dalle 20.30 a fine servizio.












