Si è tenuto in Comune a Sanremo un incontro tra l’assessore ai Lavori pubblici Massimo Donzella e una delegazione del Comitato civico Piazza Eroi, guidata da Marco Piccone. Sul tavolo, le scelte progettuali legate al restyling dell’omonima piazza, uno dei temi più dibattuti tra residenti e amministrazione comunale. Per il Comune, oltre a Donzella, era presente l’ingegnere Rebaudo; per il Comitato, oltre a Piccone, anche Sergio Barricalla.
“L’incontro – ha spiegato Marco Piccone – si è svolto in un clima cordiale, ed è giusto dirlo fin da subito. Abbiamo potuto approfondire alcuni aspetti del progetto che, da quanto emerso, cerca di rispondere a due esigenze: da un lato il miglioramento del decoro urbano, dall’altro il ritorno dei banchi del mercato nella piazza. Proprio quest’ultimo punto rappresenta però, a nostro avviso, il limite più rilevante dell’intervento. Si tratta di una scelta squisitamente politica che ha condizionato tutto il disegno della nuova piazza: per garantire ampi spazi al mercato, si è di fatto reso impossibile inserire elementi centrali come fontane, aiuole, panchine o altri arredi che rendano il luogo fruibile e vivibile nei giorni in cui il mercato non c’è”.
“Il nodo di fondo – prosegue Piccone – riguarda l’assenza di protocolli che prevedano davvero un coinvolgimento attivo dei cittadini nei processi decisionali quando si tratta di opere pubbliche di interesse collettivo. In questi mesi abbiamo chiesto di poter partecipare e dare il nostro contributo, ma abbiamo avuto l’impressione che, al di là dell’ascolto, le decisioni fossero già prese. È tempo che il Comune superi la logica di ascoltare solo le associazioni di categoria e cominci a dialogare anche con chi quei luoghi li vive ogni giorno”.
Durante l’incontro, il Comitato ha anche chiesto chiarimenti sull’area verde prevista nel progetto: “Abbiamo chiesto se siano già stati definiti quali alberi verranno piantati e in che numero, ma non ci è stata data una risposta chiara. Temiamo che alla fine ci ritroveremo con qualche alberello rachitico messo lì tanto per, ed è una preoccupazione legittima, visto il poco spazio lasciato a disposizione”.
Dubbi sono stati espressi anche sulla possibile destinazione d’uso della piazza per eventi e manifestazioni pubbliche: “Temiamo che si finisca per creare una fonte continua di disturbo alla quiete pubblica. Abbiamo proposto, per esempio, di spostare le panchine mobili – che secondo quanto ci è stato detto potrebbero trasformarsi in un palco – in una zona più lontana dalle abitazioni, ma anche su questo punto non ci sono state certezze. Tutto è ancora indefinito, almeno così ci è stato detto”.
Piccone conclude con amarezza: “Alla fine ognuno è rimasto sulle proprie posizioni. Prendiamo atto che, a causa della presenza del mercato, non è possibile inserire nulla al centro della piazza, e quindi i margini di manovra si azzerano. Anche se ci eravamo mossi con largo anticipo, la variante al progetto è ormai stata approvata e, salvo una presa di posizione del Consiglio comunale, non ci resta che attendere. Se a lavori conclusi dovremo ricrederci, saremo i primi a riconoscere il merito a chi ha progettato. In caso contrario, sapremo chi ringraziare: le associazioni di categoria”.
"La conclusione - termina - è che ancora una volta di fronte agli interessi economici i cittadini non hanno nessuna voce in capitolo nella realizzazione delle opere di interesse pubblico. Per questo chiediamo al comune di Sanremo che si definiscano finalmente dei protocolli che prevedano come coinvolgere tutti gli attori interessati nella fase di progettazione delle opere pubbliche. Per piazza Eroi è troppo tardi: è un peccato perché ci eravamo mossi a tempo ma nonostante la volontà di ascoltarci (ricordo che siamo stati ricevuti dal Sindaco, che abbiamo parlato alla riunione dei capigruppo) di fatto ogni nostra richiesta è stata inascoltata. Non vorrei esagerare ma ormai (e non vale solo per Sanremo) le amministrazioni comunali anziché rispondere delle loro azioni si cittadini/elettori rispondono alle associazioni di categoria. Quindi credo che bisogna prenderne atto".





