C’erano l’emozione, l’eleganza, la leggerezza di un pomeriggio d’estate in cui tutto sembra possibile. C’erano 180 ragazzi per 8 classi, pronti a salutare gli anni del liceo e a lanciarsi – letteralmente – verso il futuro. Al Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo, il Liceo Cassini ha celebrato ieri il suo Diploma Day, una festa intensa e simbolica che ha racchiuso l’essenza di un addio: quello alla scuola, ai compagni, ai professori, alla quotidianità di aule e interrogazioni. E l’inizio di qualcosa di più grande.
E mentre i tocchi – il tradizionale copricapo del diploma – volavano verso il cielo, con un gesto che ha il peso lieve della libertà e quello pieno delle promesse, sul palco si alternavano parole, musica, danza, poesia. Due ore intense, a tratti commoventi, in cui a parlare non sono state solo le voci, ma anche gli sguardi, gli abbracci, i sorrisi complici e un po’ timidi, i genitori commossi in platea, gli insegnanti fieri e nostalgici.
“Buona vita”, ha detto alla fine la dirigente scolastica, con quella semplicità che sa andare dritta al cuore. Un augurio che racchiude tutto: le sfide dell’università, il coraggio di chi entrerà nel mondo del lavoro, i sogni di chi ancora non ha scelto, ma già si è messo in cammino. Perché quello di ieri non è stato solo un congedo dalla scuola, ma un benvenuto alla vita adulta.
La cerimonia è stata impreziosita dalla presenza delle istituzioni: il vicesindaco Fulvio Fellegara, i consiglieri regionali Armando Biasi e Walter Sorriento, il vicecomandante della Polizia Locale Erica Biondi Zoccai, alcuni rappresentanti della Guardia di Finanza e Walter Vacchino, proprietario dell’Ariston, hanno voluto esserci, testimoni di un passaggio che riguarda l’intera comunità.
In fondo, ogni Diploma Day è anche un atto collettivo: celebra la scuola, certo, ma soprattutto celebra la speranza. E ieri, a Sanremo, quella speranza aveva il volto di 180 giovani, che ora guardano avanti, ciascuno con il proprio passo, ma tutti con gli occhi puntati verso un domani che – com’è giusto – deve ancora scriversi.
































