“La video sorveglianza pubblica a Sanremo, anche se in alcuni determinati casi potrebbe essere utile, non è la soluzione per contrastare efficacemente la criminalità. Non passa settimana senza che i ‘politici’ a gran voce dicono di aver scoperto la ricetta che garantirà sicurezza, educazione e buone maniere. Una ricetta che, in verità, è composta da un unico ingrediente: la sorveglianza. Quello della sicurezza è certamente uno dei temi più sentiti dalla popolazione. Argomento di discussione nell’agone politico, spesso con toni e contenuti da bar. La diffusione della videosorveglianza è la narrativa politica che spinge verso una falsa percezione di sicurezza.
E per comprendere il paradosso, basta guardare ai dati. Ad esempio, Londra è la città più sorvegliata d’Europa, ma è anche tra le più pericolose in quanto a numero di reati. Lo stesso può dirsi di Milano certamente la città più sorvegliata d’Italia e al tempo stesso la più pericolosa. E se questo non bastasse, esistono studi empirici come questo che mostrano chiaramente come la videosorveglianza non abbia alcun impatto sui crimini violenti e che contribuisca solo a spostare i crimini d’opportunità, come il borseggio, verso zone meno sorvegliate. D’altronde, è una questione di logica: il criminale violento non pianifica le sue aggressioni e non si cura certo della videosorveglianza. A riprova di questo, i numerosissimi video di crimini violenti che popolano i social, ripresi proprio da telecamere di videosorveglianza:
R.P.".





