Attualità - 25 maggio 2025, 12:11

Sanremo: nei giardini di Villa Ormond cresce la pianta che arriva dalle Americhe e che cura la prostata

Serenoa repens mostra foglie di colore verde chiaro, glauco o grigio, palmate, simili a quelle della nostra palma nana (Chamaerops humilis) e produce eleganti fiori color bianco crema

La Serenoa Repens

La Serenoa Repens

Per chi riesce a ritagliarsi un momento di pausa e concedersi il piacere di una passeggiata tra i giardini di Villa Ormond, si spalanca la possibilità di scoprire un mondo tanto meraviglioso quanto misterioso, popolato di incontri inaspettati. Vicino alla villa, nella parte alta del giardino, tra le radici striscianti di possenti Ficus strangolatori dell’Australia, maestose canfore cinesi ed eleganti palme africane, i visitatori più curiosi possono imbattersi in una pianta insolita e misteriosa. 

All’ombra dei lunghi rami di Araucaria bidwilli, noto anche come 'albero delle vedove', cresce una minuta e graziosa palma americana, la Serenoa repens. Il nome della pianta rende omaggio al botanico esploratore statunitense Sereno Watson, che nel 1883 visitò le collezioni botaniche di palme lungo le coste italiane e francesi. La specie è endemica delle fitte boscaglie costiere del sud-est di Stati Uniti, Florida, Louisiana, Mississippi, Carolina del Sud, dove si distingue per la sua straordinaria resilienza agli incendi. Il suo fusto in parte sotterraneo e la particolare biologia gli consentono di sopravvivere al fuoco, che anzi stimola l’emissione di nuovi polloni. Serenoa repens mostra foglie di colore verde chiaro, glauco o grigio, palmate, simili a quelle della nostra palma nana (Chamaerops humilis) e produce eleganti fiori color bianco crema. La fioritura si manifesta generalmente in aprile e, grazie al dolce nettare, richiama numerose le api, da cui si ottiene un miele dal sapore delicato.  I fiori ermafroditi si trasformano poi in piccole drupe nerastre, un tempo molto apprezzate dalle popolazioni indigene per il loro apporto di grassi vegetali nella dieta. Sono stati proprio questi frutti a far conoscere la pianta ben oltre i confini americani.

Con la scoperta del Nuovo Mondo i primi coloni notarono che le popolazioni native consumavano queste drupe come terapia per disturbi del sistema urinario e dell’apparato riproduttivo. La palma entrò così nell’uso erboristico europeo, inizialmente sotto il nome di Sabal serrulata. Già nel 1870 estratti venivano prescritti per trattare dolori prostatici e altre patologie urinarie. Il medico statunitense H. W. Felter, autore del celebre King’s American Dispensatory (1898), ne scriveva: "...calma i nervi, espettorante, tonico, benefico per il sistema digestivo (...) la sua azione principale sembra essere quella sugli organi riproduttivi". Con il tempo, anche l’ambito veterinario ne riconobbe la validità e, nella prima metà del Novecento, diversi studi confermarono in laboratorio l’efficacia degli estratti lipido-sterolici di Serenoa repens nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna. Oggi, questo antico rimedio delle popolazioni native è diventato un pilastro dell’industria farmaceutica internazionale.

Ancora una volta Villa Ormond si conferma uno scrigno prezioso di biodiversità vegetale, un luogo dove la natura ci invita a connetterci con altre culture, esplorare mondi lontani e riscoprire il legame profondo che ci unisce alle piante. Questa piccola palma americana ne è una viva testimonianza. Nei giardini, le piante a volte si fanno maestre, ricordandoci quanto possano essere generose e quanto stretto fosse, un tempo lontano, il loro rapporto con i popoli dei tropici. Un’alleanza antica, oggi spesso dimenticata, che ci riporta alla memoria un’epoca in cui, come diceva Carlo Linneo, il paradiso dell’uomo coincideva con i tropici, dove l’uomo viveva in armonia con il Mondo e si nutriva dei dolci frutti delle palme.

Claudio Littardi

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