Attualità - 16 maggio 2025, 07:25

Vallecrosia, la dottoressa Guasco: "Adolescenti incerti del futuro e della propria identità, la famiglia è un punto di riferimento" (Foto e video)

Sala polivalente gremita per l'incontro con la psicologa e psicoterapeuta dell'Asl1

"Gli adolescenti nell'epoca dell'incertezza: una ricerca sui giovani della nostra provincia" è stato il tema al centro della conferenza andata in scena ieri sera nella sala polivalente di Vallecrosia in occasione della Giornata internazionale della famiglia.

"La dottoressa Guasco, insieme al dottor Ravera, ha partecipato a un progetto Alcotra che coinvolge Francia, Piemonte e altre regioni del nord d'Italia per fare una ricerca tra i giovani della nostra provincia" - afferma il sindaco pro tempore Marilena Piardi - "Si occupa anche del centro Me-Lab, un centro di promozione salute e di psicologia clinica digitale che si trova ad Arma di Taggia. Abbiamo, però, delle realtà importanti da analizzare anche qui. Chiedo, perciò, se è possibile creare un Me-Lab anche nella nostra zona per il bene della comunità".

La conferenza, coordinata dalla dottoressa Silvia Minasi, è stata tenuta dalla dottoressa Stefania Guasco, psicologa e psicoterapeuta dell'Asl1 e responsabile del ME-Lab. "Tra i 9 e i 12 anni  il cervello elimina le connessioni neurali inutilizzate mentre alcune aree, in particolare nella corteccia prefrontale, iniziano a maturare. L'amigdala è più attiva rispetto alla corteccia prefrontale causando reazioni emotive e intense. Studi mostrano che le interazioni sociali consentono il rilascio di dopamina in adolescenza rendendo, quindi, le amicizie una delle principali fonti di benessere" - dice la dottoressa Stefania Guasco facendo una panoramica sull'adolescenza - "L'adolescente cerca di ridefinire la propria identità e, quindi, in famiglia cambia la modalità relazionale con il proprio figlio. L'adolescente 'prende le misure' con un nuovo corpo ed esprime esigenze di maggiore riservatezza e, perciò, la famiglia vive possibili sentimenti di tradimento. L'adolescente acquisisce il ragionamento ipotetico-deduttivo, capacità di astrazione e simbolizzazione e la famiglia ha maggiori possibilità di confronto tra adulti tenendo conto delle oscillazioni di pensiero da concreto ad astratto. L'adolescente si avvale di maggiori capacità e possibilità di reperire informazioni e competenze tecnologiche e così la famiglia si trova a fare i conti con il punto di vista dell'altri e a mettere in discussione le proprie opinioni tentando di conservare il ruolo di guida e di protezione nel selezionare e discutere le informazioni che i figli recuperano. L'adolescente esprime l'esigenza di essere autonomo con ambivalenza e perciò la famiglia sperimenta una minore dipendenza dal ruolo/immagine di genitore e maggiore libertà. L'adolescente ricerca nuovi modelli di identificatori, non solo nei genitori ma anche in altri adulti o nei gruppi dei pari e, quindi, il genitore deve fare i conti con questo. Inoltre, c'è una caduta delle illusioni, i genitori non vengono più visti come eroi ma vengono umanizzati, vengono visti con pregi e difetti e quindi la famiglia incontra la necessità di contrattare e di provare nuove modalità di porsi nei confronti del proprio figlio. Ognuno, perciò, rinuncia a un pezzo di sé".

Il folto pubblico presente ha ascoltato con attenzione e interesse le parole della  psicologa e psicoterapeuta dell'Asl1. "Le situazioni più problematiche derivano dall'impossibilità di oscillare tra due posizioni: accelerare accogliendo troppo facilmente il cambiamento, per i maschi consiste nel fare prove muscolari o bullismo, le femmine, invece, esprimono atteggiamenti seduttivi, oppure frenare il cambiamento con un netto rifiuto, nei maschi si manifesta con il bullismo, difesa degli adulti, a volte alter ego nei videogiochi mentre nelle femmine vi è il rifiuto del proprio corpo fino a sviluppare un DCA" - sottolinea la dottoressa Guasco illustrando le situazioni più problematiche dell'adolescenza - "L'isolamento sociale è molto diffuso, è un modo per proteggersi dal mondo esterno, soprattutto nei maschi. Nelle femmine, invece, si sviluppa un rifiuto nella crescita e nel non accettare i cambiamenti del proprio corpo che può tramutare in anoressia nervosa. Nascono così ansia, ritiro sociale, comportamenti autolesivi e confusione di genere. Abbiamo chiesto se i ragazzi si identificano con il proprio sesso biologico e il 29 per cento ha risposto di no mentre il 9 per cento non risponde. C'è una grande incertezza rispetto ai modelli di identificazione del maschile e del femminile".

 

"La ricerca è stata svolta tra i ragazzi delle terze medie e delle seconde e quarte delle superiori che hanno compilato un questionario con risposta a scelta multipla. Il questionario era complesso e lungo" - illustra la dottoressa parlando del questionario somministrato ai ragazzi della provincia di Imperia - "Ogni argomento si incrociava con l'altro. Il 69 per cento delle famiglie sono composte da quattro persone o più, il 27 per cento da tre persone mentre il 4 per cento da solo due persone. In alcune famiglie ci sono dei fratelli e i nonni. In famiglia i ragazzi preferiscono passare il tempo con fratelli e sorelle. Il 69 per cento si sente a suo agio a confidare i propri segreti alle mamme, a seguire con il 68 per cento ci sono gli amici online e poi i nonni (16%), dai quali non si sentono giudicati, mentre il 27 per cento non si confida con nessuno, tra i quali il 69 per cento non sono italiani. Abbiamo chiesto ai ragazzi quanto si sentono accettati da diverse figure. Non si sentono accettati dal padre, dalla madre, dalle figure religiose e dai loro prof. I ragazzi delle medie in misura minore rispetto a quelli delle superiori. Abbiamo chiesto ai ragazzi quanto il periodo del Covid abbia portato a rafforzare i rapporti con i familiari e più della metà ha detto che sono migliorati. Abbiamo chiesto da chi avessero appreso le informazioni sulla sessualità e quasi la metà le hanno apprese dai genitori o dai fratelli/sorelle. 'Se avessi un dubbio sulla sessualità a chi andresti a chiedere?'. E' stata una delle domande a cui i ragazzi hanno risposto che andrebbero dagli amici, da internet e dai genitori. La massima espressione di fiducia da parte dei genitori? Farli uscire da soli è al primo posto. 'I tuoi genitori hanno attivato un sistema di parental control?'. Il 97 per cento dei ragazzi ha detto 'i miei genitori non usano il parental control'".

"Gli over 55, nati tra il 1946 e il 1964, che è il 24,3% della popolazione italiana, comunicano con il telefono, la key technology è la televisione. Come hobby guardano la tv. Si muovono in SUV, hanno una casa di proprietà, sono ottimisti, amano essere mentori, hanno una forte etica lavorativa, hanno paura di non essere al cento dell'attenzione e sono gli immigrati digitali. La generazione X, nata tra il 1965 e il 1979, che è il 23,6 per cento della popolazione italiana, comunica con email, la key technology è il computer, come hobby naviga in internet, si muove in auto o in bici, ha una casa in affitto. E' indipendente, innovativa, ha forti capacità comunicative e ha paura di cosa ne sarà della sua generazione. Sono i primi digital adopters" - fa sapere la dottoressa Guasco - "I millennials, nati tra il 1980 e il 1994, sono il 17,3 per cento della popolazione e sono i nativi digitali. Comunicano con i messaggi, la key technology è lo smartphone, l'hobby sono i videogames. Si muovono in Uber, condividono la casa con coinquilini, sono esperti di tecnologia, sono collaborativi, sono focalizzati sul bene comune e hanno paura di non guadagnare abbastanza. La generazione Z, nata tra il 1995 e il 2010, che è il 15 per cento della popolazione italiana, è la digital innates. Comunicano con emoji, la key technology è AR/VR. L'hobby è lo streaming musicale. Si muovono con l'auto dei genitori, vivono a casa dei genitori. Sono forti digitali, sono pratici, danno il meglio in gruppo e hanno paura della batteria scarica".

"E' cambiato il modello culturale. Il non sentirsi bene nel proprio corpo sta diventato una patologia. L'Asl, per venire in contro alle esigenze cittadine, ha aperto un reparto di disforia. E' una sofferenza che corrisponde a un momento storico. E' un fenomeno in crescita. Il dato è altissimo. La gente si sente  più a suo agio ad esprimersi" - svela la psicologa e psicoterapeuta Stefania Guasco - "E' stato aperto un centro di promozione salute e psicologia clinica digitale ad Arma di Taggia in cui ospitiamo le classi che vogliono partecipare ai laboratori di promozione salute sul tema della consapevolezza digitale. E' un progetto di Media Education per la scuola secondaria di primo grado che gli istituti della provincia possono scegliere attingendo all'offerta formativa regionale di Alisa. Nel contesto delle attività laboratoriali che sfruttano modalità interattive e l'apprendimento cooperativo, i temi classici di prevenzione dell'azzardo patologico, del cyberbullismo e di promozione di un uso consapevole dei media per la nostra salute vengono sviluppati attraverso la Media Education. Oggi i ragazzi cercano sempre di più informazioni sulla propria salute, sia fisica che mentale, sul web per questo devono essere aiutati a sviluppare, attraverso attività partecipate, un senso critico rispetto a quanto vedono e leggono in risposta alle loro domande. Nel laboratorio vengono affrontati temi relativi alla salute attraverso attività che vengono sviluppate con l'aiuto delle nuove tecnologie digitali in un processo che valorizza l'integrazione mente-corpo. Le attività si snodano attraverso quattro stanze tematiche: stanza del making, stanza del gaming, stanza delle storie e stanza del corpo. Gli psicologi si avvalgono di nuovi strumenti digitali: la televisita, i video game therapy e la realtà virtuale immersiva".

 

Elisa Colli

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