Immagini e testimonianze dalle terre confiscate alle mafie sono state illustrate e raccontate nel corso dell'incontro pubblico intitolato 'Voci della legalità' che si è tenuto ieri pomeriggio nella sala del dopolavoro ferroviario a Ventimiglia. Un'iniziativa organizzata dalla sezione Soci Coop Liguria di Ventimiglia in collaborazione con Libera Imperia e Spes di Ventimiglia.
A conclusione del campo di impegno e formazione E!State Liberi! nei beni confiscati alle mafie in Calabria presso la Cooperativa Terre Joniche – Libera Terra a Isola Capo Rizzuto, soci e dipendenti Coop hanno raccontato la loro esperienza. "E' stata toccante ed emozionante" - commenta Pier Franco Mosca.
L’esperienza del campo è stata arricchita dalle testimonianze di familiari di vittime innocenti e di persone che si sono opposte ai soprusi delle mafie, come quella di un imprenditore che si è rifiutato di pagare il pizzo, oggi sotto scorta o quella dei genitori di due giovani vittime innocenti. "E' stata un'esperienza unica" - racconta Viviana Cicchitti - "Vedere da vicino come l'imprenditore Bentivoglio vive dopo che ha rifiutato di pagare il pizzo mi ha toccato profondamente. Abbiamo poi incontrato i genitori di due ragazzi, uno di 11 e l'altro di 19 anni. C'era stato detto che sarebbe stato umanamente molto coinvolgente ma quando ci siamo trovati davanti a loro è stato emozionante e commovente. Il ragazzo di 19 anni aveva una storia con la figlia di un mafioso e un giorno è scomparso e nessuno ne ha saputo più nulla. Tutti hanno fatto finta di niente, non c'è stato neanche un indizio in forma anonima per aiutare le indagini. In tutte le storie che abbiamo ascoltato c'erano sempre tre elementi principali: Stato, chiesa e mafia. E' stato veramente forte. L'incontro con il papà di Dodò è stato emozionante. Purtroppo per lui una sera, mentre giocava a calcetto con gli amici, c'era qualcuno che aveva fatto uno sgarro a un boss e così è stato colpito da due proiettili di un fucile a canne mozze insieme ad altre persone. E' stato 85 giorni in coma prima di morire. L'opinione pubblica, in questo caso, si è ribellata ed è stata molto vicina alla famiglia. Finito di ascoltare queste testimonianze è nata in me la necessità di stare da sola e metabolizzare il tutto, che è stato molto forte".
Tra gli incontri anche quello con un’ex sindaca, entrata nel mirino della ‘ndrangheta per aver sostenuto la confisca dei beni. "Un'esperienza durata una settimana" - afferma Marina Marin - "A turno al mattino andavamo a fare attività agricola al frutteto della memoria. Ho ascoltato la testimonianza di una donna: Carolina Gerasolo che a un certo punto ha deciso di mettersi in gioco politicamente, in una città dove un clan mafioso era molto forte, con uno slogan: 'Sì, è qui che vogliamo vivere'. Riesce a vincere le elezioni e durante i festeggiamenti le finestre del comune si chiudono. All'interno dell'amministrazione comunale trova un caos controllato, cioè bisognava pagare il pizzo se si voleva che le pratiche andassero avanti. Ha fatto tante cose per promuovere la legalità diventando un'icona antimafia. Ha iniziato a ricevere minacce, le hanno bruciato la casa. Quando finisce il mandato non viene rieletta. Venne messa agli arresti domiciliari per presunti rapporti con l’ndrangheta con l’accusa di corruzione elettorale a seguito di alcune intercettazioni che la incastravano. Dopo sette anni e mezzo è riuscita ad avere l'assoluzione completa".
Particolarmente coinvolgente la testimonianza dell’associazione Sabir di Crotone che ha sostenuto i migranti vittime del naufragio di Cutro a febbraio 2023. "Sono grata dell'esperienza al caseificio Zaza confiscata alla mafia che è stata unica e coinvolgente" - dice Franca Pignone - "Abbiamo seguito con interesse tutte le fasi della lavorazione. Il campo E!State Liberi! è stata un'esperienza unica che consiglio di provare".
Per l'occasione sono intervenuti anche Annunziata Venturelli della segreteria provinciale di Libera Imperia e Matteo Lupi della Spes di Ventimiglia che hanno lanciato spunti per riflettere sulla presenza delle mafie nella nostra regione e sulla destinazione dei beni recentemente confiscati a Vallecrosia e a Bordighera e assegnato provvisoriamente a Spes e a Caritas Intemelia, in collaborazione con Libera. "Oltre a portare le scuole a visitare i beni confiscati per sensibilizzare i giovani e a organizzare camp estivo abbiamo in mente altre iniziative sociali per il futuro" - dice Matteo Lupi - "Stiamo lavorando a un progetto. Aspettiamo che il comune di Bordighera faccia un bando".
Dal 2016 Coop Liguria offre a gruppi di dipendenti e soci la possibilità di partecipare a un campo di impegno e formazione Campo E!State Liberi! nei beni confiscati alle mafie. Nel 2009 il campo si è svolto in Campania, ospitato dalla Cooperativa Libera Terra- Terre di Don Peppe Diana. Dopo la pandemia, l'esperienza è stata ripresa nel 2023 con un campo in Calabria presso la Cooperativa Terre Joniche - Libera Terra a Isola Capo Rizzuti, attiva dal 2013 su beni confiscati alle mafie. Anche quest’anno Coop Liguria offre ai soci l’opportunità di partecipare a un campo di formazione e di impegno presso una delle cooperative di Libera Terra che gestiscono i beni confiscati alle mafie. Il bando e la domanda di adesione per presentare, entro il 31 maggio, la propria candidatura sono disponibili al Punto Soci e sui siti liguria.coop.it e coopseitu.it. Al termine dell'incontro i presenti hanno potuto degustare prodotti di Libera Terra.