Cronaca - 07 maggio 2024, 19:20

Corruzione in Liguria, le motivazioni che hanno portato all’arresto di Giovanni Toti: “Strumentalizzazione della funzione pubblica per interessi personali”

Nelle intercettazioni emergono i dettagli di quella che viene definita una “allarmante abitualità e sistematicità di un meccanismo perfettamente collaudato”

Giovanni Toti

Giovanni Toti

Con il passare delle ore emergono ulteriori dettagli sulla maxi inchiesta che ha portato all’arresto del presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, e di Paolo Emilio Signorini (già presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale), Aldo Spinelli (imprenditore nel settore logistico e immobiliare), Roberto Spinelli (imprenditore nel settore logistico e immobiliare), Mauro Vianello (imprenditore nell’ambito del porto di Genova), Francesco Moncada (consigliere di amministrazione di Esselunga), Matteo Cozzani (capo di gabinetto del presidente di Regione Liguria), Arturo Testa e Italo Maurizio Testa (rappresentanti della comunità resina di Genova) e Venanzio Maurici (accusato di corruzione elettorale).

Nelle quasi 700 pagine dell’ordinanza di applicazione delle misure di custodia cautelare emergono, oltre alle intercettazioni e a tutti i dettagli dell’operazione coordinata dalla Guardia di Finanza, anche le motivazioni che hanno portato all’applicazione delle misure cautelari.

Nello specifico, di disporre gli arresti domiciliari per il presidente della Regione, Giovanni Toti alla luce del “pericolo attuale e concreto che l'indagato commetta altri gravi reati della stessa specie di quelli per cui si procede, e in particolare, che possa reiterare, in occasione delle prossime elezioni, analoghe condotte corruttive, mettendo la propria funzione al servizio di interessi privati in cambio di utilità per sé o per altri”. 

Per la gip i risultati dell’indagine coordinata dalle procure di Genova e La Spezia  portano alla luce “una evidente sistematicità del meccanismo corruttivo”. E cita poi le quattro tornate elettorali che si sono susseguite nel corso dei 18 mesi di indagini, partite nel 2020: le elezioni amministrative di Savona (ottobre 2021), le elezioni amministrative di Genova (giugno 2022), le elezioni politiche nazionali (25 settembre 2022) e le elezioni amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023).

Toti, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori (gli Spinelli e Moncada) - si legge nel documento - In alcuni casi, era lo stesso Toti, a chiedere esplicitamente li finanziamento, promettendo al privato comportamenti o provvedimenti a lui favorevoli o addirittura ricordandondogli "di aver fatto la sua parte" e quindi di aspettarsi conseguentemente una "mano" in vista delle elezioni”.

Nel testo si citano poi le intercettazioni tra Toti e Spinelli in merito alla concessione del Terminal Rinfuse (“Il 29 va la tua roba…ricordati che io sto aspettando anche una mano…eh?”, dice Toti, cui Spinelli risponde “Ma anche l’Enel…”. E Toti: “Sì, ma ci dobbiamo vedere dai”). E poi quella del 15 febbraio 2023 in cui il presidente della Regione telefona a Spinelli per comunicargli di avere appena sbloccato una pratica di suo interesse: “Guarda che abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa di Celle…ora facciamo la pratica, si può costruire…l’abbiamo risolto stamattina. Quando mi inviti in barca? Che ti…che ti…ora…così parliamo un po’ che ci sono le elezioni, c’abbiam bisogno di una mano”.

In altri casi - si legge ancora nel documento - erano gli imprenditori a prendere l’iniziativa, come nella conversazione del 3 maggio 2022 in cui Aldo Spinelli ricordava “maliziosamente” al governatore l’imminenza delle elezioni, stimolando così l’immediata richiesta di finanziamento da parte del pubblico ufficiale” (Spinelli: “Ma speriamo…ma vediamoci un po’! Poi, adesso, va beh, pensate alle elezioni, coi, io pen…”; Toti “Nooo, ora di vengo a trovare! Ti vengo a trovare, che non sono ancora venuto prima delle elezioni…ora organizziamo…;” Spinelli A. “Eh, va beh, dai! Però devi…”; Toti “Ma dove mangiamo? Che non hai la barca, te?”).

Allo stesso modo - prosegue ancora il testo - l’imprenditore Moncada, dopo aver esplicitamente chiesto aiuto a Toti e a Cozzani al fine di sbloccare una sua pratica ferma in Regione (l’apertura di un punto vendita a Sestri Ponente) e di agevolarne un’altra (apertura di un altro punto vendita a Savona), dopo aver ottenuto e verificato il loro effettivo intervento, manifestava la propria soddisfazione “siamo tutti molto contenti” e si offriva di effettuare un finanziamento occulto”.

Dalle indagini è emersa una allarmante abitualità e sistematicità di un tale meccanismo perfettamente collaudato - prosegue il testo - ricavabile anche dalla stessa terminologia sovente utilizzata dal governatore con Spinelli per alludere alla richiesta di finanziamento (quando mi fai vedere la barca...quando ti posso venire a trovare..), che veniva immediatamente compresa nel reale significato dallo stesso imprenditore, pronto a rispondere a tono richiamando le proprie richieste e interessi”.

Le intercettazioni, per la gip, dimostrerebbero “la sorprendente disinvoltura con cui Toti manifesta il proposito di ricorrere a richieste di denaro agli imprenditori, sfruttando la momentanea soddisfazione per gli obiettivi imprenditoriali realizzati anche in seguito al proprio intervento “. 

A titolo d’esempio le carte dell’inchiesta riportano la conversazione avvenuta all'indomani della proroga della concessione trentennale del Terminal Rinfuse, in cui Toti esclama: "Va beh con l'anno nuovo bisogna fare il giro di tutti i grandi del porto…Aponte…Spinelli è abbastanza tranquillo se Signorini gli dà quel…”. E nell’inchiesta si fa riferimento anche  al “coinvolgimento di ulteriori imprenditori”, e a episodi ancora al vaglio di accertamenti in cui “a fronte di richieste di interessamento per pratiche amministrative di loro interesse, sono seguite elargizioni di finanziamenti in favore del Comitato Toti”.

La sussistenza del pericolo di reiterazione - conclude il testo - traspare anche dalla stessa genesi delle condotte criminose contestate nella presente indagine, iniziate già verso al fine del 2020, in occasione delle consultazioni elettorali regionali del 20 e 21 settembre e proseguite in tutte quelle che si sono susseguite, mosse tutte evidentemente dal medesimo scopo di ottenere l'elezione o al rielezione, per li raggiungimento del quale è stata ‘svenduta’ al propria funzione e al propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali”.

La gip fa accenno anche al comportamento tenuto da Toti nel corso delle indagini: la tendenza a “scegliere luoghi ‘riservati’ (la barca degli Spinelli o la casa di abitazione di Aldo Spinelli) al fine di scambiarsi reciproche richieste di favori, evitando di affrontare certi argomenti in pubblico”, e ancora le cautele adottate dal presidente della Regione in questi incontri: l’allontanamento di tutti i telefoni degli interlocutori, “come osservato direttamente dalla Guardia di Finanza, modalità adottata anche in occasione dell'incontro con l'imprenditore Moncada all'interno dell'ufficio del Presidente della Regione”.

Redazione

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