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Eventi | 25 aprile 2024, 18:55

25 Aprile a Taggia, con gli interventi dell’Avv. Massimo Corradi, del Sindaco Mario Conio e dell’oratore ufficiale, Don Nuccio Garibaldi

La manifestazione ha visto la partecipazione di un pubblico solidale, numeroso e partecipe. Tutti, nel corso dei rispettivi interventi, hanno posto l’accento sulla necessità di salvare la “memoria” e di impegnarsi per un mondo di pace

25 Aprile a Taggia, con gli interventi dell’Avv. Massimo Corradi, del Sindaco Mario Conio e dell’oratore ufficiale, Don Nuccio Garibaldi

Grandissima partecipazione a Taggia per la celebrazione del giorno della Liberazione d’Italia dal nazifascismo. Dopo la deposizione delle corone sui monumenti ai caduti, la manifestazione si è articolata con gli interventi dell’Avv. Massimo Corradi, in rappresentanza dell’ANPI, del Sindaco Mario Conio e di Don Nuccio Garibaldi, che, dopo aver celebrato la Santa Messa, ha tenuto l’Orazione ufficiale e conclusiva. Gli interventi sono stati intermezzati dai brani suonati dalla Banda Pasquale Anfossi e dal Coro dei ragazzi “Mille voci, una voce”. Sono intervenuti anche i rappresentanti dei Consigli comunali dei ragazzi. La manifestazione ha visto la partecipazione di un pubblico solidale, numeroso e partecipe. Tutti, nel corso dei rispettivi interventi, hanno posto l’accento sulla necessità di salvare la “memoria” e di impegnarsi per un mondo di pace.

L’Avv. Massimo Corradi, dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, ha ricordato i Partigiani e le parole di Papa Francesco, auspicando che la parola PACE sia la parola dominante di ogni nostra futura azione; ha citato alcuni articoli della Costituzione per evidenziare come sia inaccettabile l’idea che per foraggiare iniziative belliche, si rinunci a garantire ai cittadini un sistema sanitario, scolastico, previdenziale e lavorativo rispettosi della dignità umana. L’Avv. Corradi ha sottolineato come il mondo occidentale si arroghi il diritto di rappresentare legittimamente il “mondo civilizzato”, visto che esso non è mai riuscito a stare in pace per più di tre generazioni. Ha, infine, ricordato il cinquantenario della Rivoluzione dei Garofani in Portogallo e il centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, concludendo il suo intervento con la lettura del monologo di Antonio Scurati.

Il Sindaco di Taggia, Arch. Mario Conio, ha citato il presidente Sandro Pertini come protagonista della Liberazione che ha restituito all’Italia libertà e democrazia. Il Sindaco ha espresso forte preoccupazione per lo scenario internazionale, accennando alle guerre in corso, all'aggressione verso le popolazioni inermi nella striscia di Gaza, agli attacchi terroristici verso i civili, alle tensioni internazionali tra Usa e Cina e a quelle sociali in Italia. L’Arch. Conio ha invitato a una riflessione generale, partendo dalla constatazione che il mondo attuale è peggiore di quello consegnatoci dai Partigiani e condividendo l’appello alla pace e alla diplomazia auspicato dall’ANPI. Ha ricordato Giacomo Matteotti, stigmatizzando l’inutilità del revisionismo e concludendo il suo intervento con una frase di Nilde Iotti, sul carattere “straordinario” della Resistenza, i cui valori vanno recuperati.

L’oratore ufficiale, Don Nuccio Garibaldi, ha intitolato la sua articolata orazione “Non lamento, ma azione è il precetto dell’ora”, preceduta da due premesse: “il messaggio più importante oggi (e sempre) è quello della pace” e sono i giovani i primi destinatari di questa parola. “La Pace vera è un dono di Dio e accoglierla e viverla è responsabilità di tutto il genere umano”. “Non vi è nulla di più diabolico della guerra” – ha sottolineato Don Nuccio – e la politica non deve affatto dividere, ma creare relazioni e combattere l’indifferenza. “Nel Giorno della Liberazione, dobbiamo prendere per noi e per le future generazioni – come in un simbolico giuramento – l'impegno di essere umani”. Nel corso del suo intervento, Don Nuccio Garibaldi ha citato, tra l’altro, le parole di pace (purtroppo inascoltate) di Papa PIO XII nel 1939, le parole di Papa Paolo VI sull’impossibilità di accettare la violenza come cammino di liberazione e le parole di Papa Giovanni Paolo II sulla relazione fra pace e democrazia.

Don Nuccio ha osservato che occorre avere “il coraggio (e l'umiltà) di non cadere in una lettura “mitologica” della Resistenza e, senza accettare alcun revisionismo, di saper riconoscere anche le zone d'ombra”. Ha, poi, ricordato le parole di Italo Calvino (“Tutti uguali davanti alla morte, non davanti alla Storia”) e sottolineato come restare in silenzio di fronte alla banalità del male ci rende complici del male stesso. Don Nuccio ha concluso la sua orazione con le parole di Papa Francesco rivolte agli alunni ed agli insegnanti della Rete nazionale delle “Scuole della Pace”, con cui il Papa augura ai giovani di essere sempre appassionati del sogno della pace. Don Nuccio ha concluso il suo intervento ricordando che “solo se si è liberi si può davvero amare”. 

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