Attualità - 10 dicembre 2021, 07:11

Abbattimento degli alberi a Sanremo: il Comitato ambientalista Pat torna alla carica contro il Comune

A pochi giorni dalla fine dell'anno traccia un bilancio sulla situazione degli alberi nella città dei fiori

Abbattimento degli alberi a Sanremo: il Comitato ambientalista Pat torna alla carica contro il Comune

Torna alla carica il comitato ambientalista sanremese ‘Pat’, facendo un bilancio della situazione e partendo dall’esposto in tutela della pineta di N.S. della Guardia di Poggio indirizzato ai CC Forestali di Sanremo.

“Avevamo ricevuto in merito la secca replica – evidenzia il comitato - con la quale l’Assessore ai lavori Pubblici Donzella dichiarava che si trattava di un accurato progetto dell’amministrazione per ‘far diventare l’area una meta di turismo religioso’, criticandoci ‘per non aver cercato un rapporto di leale collaborazione nel chiedere informazioni che sarebbero state date come sempre’. Seguendo quindi il consiglio, benché tardivamente, è stato fatto accesso agli atti per visionare il progetto menzionato, ma la risposta ricevuta dagli Uffici a firma dell’arch. Di Aichelburg è stata testualmente ‘Relativamente al progetto comunicato a mezzo stampa dall’assessore Donzella, lo stesso non è stato predisposto’, lasciandoci non del tutto stupiti. Come non ci ha stupito il fatto che la teoria secondo cui troppi alberi in pineta si ‘soffocherebbero’ l’un l’altro è stata confutata da esperti forestali che, al contrario, affermano che è proprio la fitta vicinanza che stabilizza e rende resistenti al vento i pini, come una vela, motivo per cui la chioma di questi alberi è ad ombrello ed andrebbe lasciata integra se si vogliono evitare rami spezzati o peggio”.

“Poco rassicurati – prosegue il Pat - abbiamo intensificato le nostre attività, al pari del trend degli abbattimenti che si è impennato con conseguente sconcerto ed indignazione di cittadini residenti e turisti che continuano ad aderire al Comitato collaborando attivamente nel presidiare e nel reperire documenti ed atti presso il Comune. Purtroppo dalla fine del primo lockdown siamo riusciti solo in due occasioni a fermare le attività di ‘manutenzione’. In un caso, con segnalazione ai CC forestali di Imperia, abbiamo evitato la capitozzatura in corso Garibaldi e chiosco Ruffini che, benché vietata per legge a Sanremo viene eseguita annualmente sui platani per i primi di aprile, epoca in cui c’è il rischio di creare il massimo danno alla pianta in periodo vegetativo favorendo indebolimento strutturale, malattie e patogeni potenzialmente infestanti (la morte e la cattiva salute di numerosi alberi in corso Orazio Raimondo, via Ruffini, Coldirodi, Piazza Eroi e Muccioli ne sono la prova). Nell’altro, grazie alla segnalazione di una sanremese ed all’intervento diretto di aderenti al Comitato,  abbiamo impedito un abbattimento previsto per sbaglio di un eucaliptus in via Privata Scoglio”.

“Ma è attraverso un bilancio – va avanti il comitato - che ci si rende conto degli innumerevoli abbattimenti eseguiti nonostante la presenza di vincoli paesaggistici, la monumentalità di fatto degli esemplari e la concomitanza del periodo di tutela dell’avifauna che vieta e persegue penalmente il disturbo della nidificazione, la distruzione di nidi, l’abbattimento di alberi in precisi periodi dell’anno. Il tutto eseguito con atti di emergenza, su cui abbiamo espresso anche tramite ricorso al Prefetto forti dubbi di illegittimità, che privano i cittadini della dovuta trasparenza e del diritto di contradditorio. Con le modalità sopra descritte, in soli due mesi, aprile e maggio e solo alle nostre risultanze, sono stati abbattuti: 2 tamerici ai Tre Ponti, 2 platani in via Ruffini, 2 pini maestosi nel cantiere privato sulla pista ciclabile all’altezza di villa Nobel, 1 pino in area privata di fronte a Villa Zirio, 1 pino in area privata in c.so Mazzini confinante con l’ex magazzino Ghersi, 1 pino in Valle Armea, 4 pini in via Nino Bixio, 2 pini sul lato est di Santa Tecla, 2 pini nel giardino Asl di v. Privata Scoglio, 3 pini nel piazzale ovest dell’Ospedale Borea, 17 pini in Str. Rotabile Capo Nero; per un totale di 39 alberi ad alto fusto”.

“D’allora ad oggi gli abbattimenti si sono intensificati con altri 8 pini in via Nino Bixio, 1 platano al rondò Garibaldi, 4 abeti a San Romolo, 1 ulivo ed altri esemplari in Villa Angerer, 1 pino maestoso e 1 cipresso in salita Riva di San Giuseppe, 4 cipressi al cimitero monumentale, 3 pini in via Margotti, 1 eucaliptus in v. Privata Scoglio, 1 jacaranda e 2 carrubi in villa Ormond, 1 pino in zona privata a Capo Nero ed il recentissimo abbattimento di 2 pini posti simmetricamente ai lati della fontana oggetto del restauro che ha partecipato all’aggiudicazione del bando da 15 milioni di euro, a nostro avviso poco condiviso sul piano procedurale. Il comitato si è attivato ed ha chiesto ed ottenuto dall’Ufficio Centri Storici e Beni Ambientali la perizia alla base degli abbattimenti di San Romolo, dalla quale abbiamo potuto constatare che avevano una circonferenza di 170 cm ed un altezza di circa 22 metri, ricadenti in zona di vincolo paesaggistico, privi di difetti correlati con la degenerazione dei tessuti legnosi ma ugualmente ,con semplice valutazione visiva, classificati come a rischio elevato per il quale è consigliato l’abbattimento”.

Tra le altre notizie che poco rassicurano il comitato sulla gestione, manutenzione e vigilanza del verde anche la drastica capitozzatura ad opera di ignoti delle magnolie di Villa Magnolie, l’avvenuto avvelenamento sempre per opera di ignoti del ficus al Campo Sportivo in corso Mazzini e di un pino in via Padre Semeria, l’improvviso disseccamento e conseguente improvviso abbattimento di un eucaliptus in via privata Scoglio (diverso da quello già citato) oltre quella dell’incendio che ha appena devastato il giardino dell’ex Parco Hotel: “Se questa è la vigilanza, causata probabilmente dalle poche risorse del Comune, forse allora non ci si può stupire del crollo del pino in via Nino Bixio quest’anno, del Ficus in via Roma nel 2018 e del pino di corso Imperatrice nel 2017, soprattutto se si continua a non verificare eventuali responsabilità dovute a imperizia, a scavi non consoni, a tagli di radici per esigenze considerate di forza maggiore rispetto al mantenimento in buona salute dell’albero. Infine la ferita più grande che disgusterà a lungo residenti e turisti è lo squallore portato in via Nino Bixio con la distruzione di un viale alberato di circa un secolo.  Composto fino a qualche anno fa da un filare continuo di 34 pini marittimi, oggi dopo 23 abbattimenti sistematici, di cui almeno 12 eseguiti tra maggio e novembre 2021, è ridotto a soli 11 superstiti nonostante il parere vincolante della Sovrintendenza al Paesaggio, a firma arch.ti Bottaro e Leone, che aveva riconosciuto nell’alberata un valore testimoniale tale da chiedere modifiche al progetto di restyling di Porto vecchio in modo che non venisse alterata. Progetto che ad oggi deve ancora verificare la fattibilità sul piano della salute pubblica, delle esigenze della pesca professionale, della tutela della biodiversità, della gestione dei materiali di scavo e soprattutto della Difesa del Suolo cioè rispetto ai vincoli di pericolosità sul piano delle fasce di inondabilità e di inedificabilità assoluta, come così testualmente riportato: ‘La pratica non risulta procedibile in sede di Conferenza dei Servizi fino all’approvazione della variante poiché gli interventi previsti non sono compatibili con la norma della fascia inondabile A ( in particolare parcheggio e tunnel). L’art. 15 c.2 n.t.a. del Piano di Bacino non prevede la nuova edificazione, tanto più interrata. Sarà possibile esprimere parere, pertanto, solo all’avvenuta perimetrazione delle fasce inondabili conseguente ad una specifica Variante al vigente Piano di Bacino, che dovrà essere oggetto di altra procedura’.”

“Si capisce allora – termina il Pat - la dichiarazione del Sovraintendente Costa sul fatto che non saranno i ritrovamenti archeologici, costati l’abbattimento di ben 6 pini da lui autorizzati, a fermare il restyling del Porto, ma ben altre problematiche che evocano la tragica alluvione del ’98 e stupisce quindi la fretta con cui è stata distrutta una rara bellezza naturale ed ecologica nel centro principale di Sanremo”.

Redazione

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