Sanità - 31 ottobre 2021, 07:14

Virus respiratorio sinciziale nei neonati: che cos'è e qual è la situazione in provincia di Imperia

Ne abbiamo parlato con il primario di pediatria della ASL 1 imperiese, il dott. Riccardo Borea.

Virus respiratorio sinciziale nei neonati: che cos'è e qual è la situazione in provincia di Imperia

In queste ore sui media nazionali si è parlato di una epidemia da virus respiratorio sinciziale che sta colpendo neonati in tutta Italia ma qual è la situazione in provincia di Imperia? Ne abbiamo parlato con il primario di pediatria della Asl 1 imperiese, il dott. Riccardo Borea. 

Che cos'è questo virus? "Innanzitutto va detto che questo virus si presenta ogni anno ed è particolarmente aggressivo. Colpisce i bambini nei primi mesi e anni di vita soprattutto se sono bimbi nati prematuri o cardiopatici o con alterazioni polmonari o malformazioni dell'apparato respiratorio. Bambini che consideriamo soggetti fragili. In tutti gli altri bambini crea una infezione meno grave però sicuramente impegnativa. - risponde il dott. Borea - Inizia con la presenza di raffreddore e tosse, in pochi giorni passa dalle alte vie respiratorie alle basse vie, portando polmonite e creando una grave insufficienza respiratoria che richiede il ricovero in ospedale dove viene somministrato ossigeno. In casi eccezionali può anche causare il decesso". 

Questo virus si presenta ogni anno, qual è la situazione attuale sulla provincia di Imperia? "Non c'è un aumento di casi rispetto agli anni precedenti. Di solito registriamo una media di circa 20 casi all'anno. C'è anche molto controllo. Tutti i bambini, soprattutto nei primi mesi di vita e con problemi respiratori vengono testati per vedere se abbiano contratto il virus. In questo momento non abbiamo riscontro di casi. Speriamo che rimanga così" - afferma il primario

Come si interviene per trattare questi casi? "Da diversi anni viene applicata una procedura nazionale di prevenzione per cui ai bambini potenzialmente a rischio, soggetti ultrafragili, delle categorie prima citate, viene somministrato un trattamento a base di un anticorpo monoclonale per impedire che il virus possa infettarli. - spiega - E' un trattamento che si fa da novembre a marzo, nel periodo di maggior diffusione del virus nell'ambiente e quindi nel momento in cui si rischia maggiormente l'infezione".

Visto che ci stiamo avvicinando al periodo di maggior rischio, c'è qualche particolare attenzione che i genitori devono avere? "Siamo nei mesi invernali quindi bisogna adottare tutte le misure di cautela per la protezione dei bambini. Certo, se genitori o fratelli avessero raffreddore o tosse, come ci ha insegnato il coronavirus, è opportuno stare a 1 metro di distanza dai bambini nei primi mesi di vita o indossare la mascherina, in caso il bambino appartenga a una categoria a rischio, oltre a lavarsi spesso le mani. Il contagio passa attraverso le vie aeree, quindi bisogna prestare molta attenzione" - ricorda il dott. Riccardo Borea.

Stefano Michero

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