Leggi tutte le notizie di SALUTE E BENESSERE ›

Infermiere e salute | 20 giugno 2021, 09:11

L’autolesionismo in adolescenza, riconoscerlo e curarlo

Ritorna la Dottoressa Irene Barbruni la nostra Psicologa con un articolo molto profondo sul disagio adolescenziale

L’autolesionismo in adolescenza, riconoscerlo e curarlo

Molti sono gli studi che negli ultimi decenni hanno cercato di quantificare la diffusione dell’autolesionismo, ossia quando una persona deliberatamente colpisce fisicamente il proprio corpo.  Si può distinguere tra autolesionisti occasionali e ripetitivi, a seconda del numero dei comportamenti autolesivi. Sappiamo che è un fenomeno che riguarda soprattutto gli adolescenti a partire dagli 11 anni circa ed è in continua crescita. Sulle percentuali della diffusione si trovano notevoli discordanze (le statistiche variano dal 17% al 41%) in quanto c’è una variabilità sulla definizione di autolesionismo: esso si può riferire sia all’intento suicidario sia a comportamenti meno gravi, come mangiarsi le pellicine fino a sanguinare. Comunque si ipotizza che il fenomeno sia sottostimato in quanto, spesso, il sentimento di vergogna porta a nascondere i segni per timore di essere giudicati e non compresi. Anche se il tagliarsi è un comportamento auto lesivo più frequente nelle ragazze, in generale l’autolesionismo sembra interessare abbastanza equamente entrambi i sessi.

Questo tipo di comportamento può essere associato ad una psicopatologia e quindi può assumere significati diversi. Quando esso si presenza in adolescenza è solitamente legato al momento di crescita che sta vivendo il giovane. L’adolescente infatti vive la “morte” dell’essere bambino e la trasformazione verso l’età adulta. Il gesto di tagliare la pelle si riferisce simbolicamente al taglio del bozzolo dal quale l’individuo, che sta crescendo, sente di doversi liberare. Il giovane vive la profonda tensione alla trasformazione: da un parte ne ha paura e dall’altra non sa come attuare questo mutamento. Il gesto, che simbolicamente è il tentativo della rottura della crisalide da cui si vorrebbe uscire, ha l’effetto di suscitare dolore fisico che attrae e distrae dalla paura del cambiamento. Questo atto si configura anche come atto espiativo: la ferita auto inflitta nasce infatti anche dal sentimento di colpa legato al non riuscire ad essere se stessi ed a non approdare all’attuazione di sé.

Questo sintomo testimonia quanto sia importante ed essenziale l’evoluzione dell’individuo ed il raggiungimento della propria individualità.

 

                                                                                  Dott.ssa Irene Barbruni

 

Disclaimer:

Tutti gli articoli redatti dal sottoscritto, si avvalgono dei maggiori siti e documenti basati sulle evidenze, ove necessario sarà menzionata la fonte della notizia: essi NON sostituiscono la catena sanitaria di controllo e diagnosi di tutte le figure preposte, come ad esempio i medici. Solo un medico può effettuare la diagnosi ed approntare un piano di cura.

Le fonti possono non essere aggiornate e allo stato dell’arte possono esservi cure, diagnosi e percorsi migliorati rispetto all’articolo.

Immagini, loghi o contenuti sono proprietarie di chi li ha creati, chi è ritratto nelle foto ha dato il suo consenso implicito alla pubblicazione.

Le persone intervistate, parlano a titolo personale, per cui assumono la completa responsabilità dell’enunciato, e dei contenuti.

Il sottoscritto e Sanremonews in questo caso non ne rispondono.

 

L'Infermiere è un professionista sanitario laureato il cui compito è la somministrazione della cura, il controllo dei  sintomi e la  cultura all’ Educazione Sanitaria.

 

                                                                                                          Roberto Pioppo

 

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium