Sanità - 17 aprile 2021, 07:00

La tiroide: l'organo del tempo!

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

La tiroide: l'organo del tempo!

Ogni individuo è il risultato finale di un complesso gioco di interazioni e modificazioni, che cominciano nelle primissime fasi dello sviluppo fetale e proseguono nell’arco della vita. Insomma lo stato di salute o malattia è una condizione a cui concorrono più fattori contemporaneamente.

A mio parere, la salute del nostro apparato gastrointestinale è uno dei fattori più influenti! L’intestino è per il corpo umano come le radici per una pianta: quando le radici iniziano ad ammalarsi, tutto la pianta si ammala.

Oggi sappiamo che il deterioramento di quest’organo così complesso è alla base di molte patologie cronico degenerative che non riguardano solo l’apparato gastrointestinale, ma vanno a coinvolgere anche altri distretti, organi e ghiandole importanti.

Quindi diventa fondamentale per la propria salute correggere le disfunzioni del tratto digestivo attraverso una impostazione alimentare equilibrata, non tanto dal punto di vista calorico, quanto da quello della qualità dei nutrienti.

Più volte ho sottolineato il concetto che un alimento carico di additivi tossici può avvelenare le nostre mucose enteriche tanto quanto una cattiva gestione emozionale o uno stato di tensione reiterato nel tempo.

Se il cibo, sia quello alimentare che emozionale, non viene ben digerito, tutta la funzionalità della macchina corporea viene compromessa: l’assorbimento dei nutrienti rimane alterato, le tossine non vengono eliminate, rimangono in circolo o intrappolate nei tessuti, gli organi emuntori si intasano e le cellule vanno in iponutrizione con la grave conseguenza che viene alterata la funzionalità delle nostre importantissime mucose gastroenteriche che diventano porose, infiammate e disbiotiche. Nel tempo, il persistere di queste alterazioni può portare alla sindrome dell’intestino permeabile.

Questa è una delle principali concause di molte patologie cronico-degenerative che affliggono milioni di persone nel mondo. In questa condizione, i villi dell’intestino tenue si infiammano e si irritano, il che consente alle tossine del metabolismo e a quelle microbiche di giungere al flusso sanguigno.

Questo evento compromette il fegato, il sistema linfatico e la risposta immunitaria, compreso il sistema endocrino/ormonale. Asma, intolleranze alimentari, sinusite cronica, eczema, acne, orticaria, emicrania, colon irritabile, fibromialgia e malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide, la tiroidite di Hashimoto, il morbo di Crohn, sono alcune delle patologie che possono avere alla base una sindrome dell’intestino permeabile.

Un corpo sano, possiede una barriera selettiva nell’intestino tenue che permette alle sostanze nutritive di entrare e tiene fuori i rifiuti metabolici e le tossine microbiche. Quali sono i fattori che possono scatenare questa profonda alterazione delle mucose enteriche? In primo luogo l’abuso di antibiotici e di farmaci anti-infiammatori non steroidei, l’eccesso di alcol, di cibo processato e ricco di zucchero, sostanze citotossiche come la formaldeide inalata, il fumo e lo stress emotivo patologico.

Tutte concause che infiammano il rivestimento intestinale, causando un allargamento degli spazi tra le cellule. Residui mal digeriti possono alterare la permeabilità selettiva propria della mucosa intestinale entrando in contatto, a livello della sottomucosa, con le stazioni linfonodali. È questo il trigger per l’innesco di malattie atopiche, infiammatorie, allergiche e autoimmuni in soggetti geneticamente predisposti.

I grossi frammenti alimentari che residuano da questa digestione parziale sono in grado di “allentare” le giunzioni serrate (tight junctions) che tengono unite le cellule della mucosa intestinale le une alle altre.

Una struttura molto sensibile a questa pericolosa alterazione delle mucose enteriche è la tiroide, una piccola ghiandola che appartiene al sistema endocrino. Essa produce, immagazzina e rilascia gli ormoni tiroidei nel sangue. Si trova nel collo, contigua posteriormente alla trachea, ed è formata da due lobi ghiandolari, uno a destra e uno a sinistra.

La tiroide è controllata dall’asse centrale: ipotalamo-ipofisi-tiroide. L'ipofisi anteriore produce l'ormone TSH, che stimola la tiroide a produrre gli ormoni T3 e T4, essenziali per la regolazione del metabolismo. Gli ormoni tiroidei hanno delle funzioni importantissime: stimolano la normale crescita e sviluppo corporeo; aumentano il consumo di ossigeno e la produzione di calore; stimolano il sistema nervoso centrale e il sistema simpatico; aumentano il metabolismo del colesterolo e l'assorbimento dei carboidrati; diminuiscono il glicogeno epatico.

Dietro uno scompenso della tiroide c’è sempre un profondo squilibrio sia fisico (disbiosi, permeabilità, malassorbimento, autoimmunità) che psicologico.  Quando si parla di tiroide non si può non parlare di “velocità”, infatti gli ormoni tiroidei hanno un ruolo importantissimo nel regolare e modulare la velocità metabolica cellulare e di reazione dell'organismo.

La sua salute può essere compromessa sia da un eccesso di funzionamento (ipertiroidismo) che da un difetto (ipotiroidismo). Quest’ultimo può presentarsi con l’avanzare dell’età. Potremmo definirlo “tiroidopausa” con sintomi aspecifici come: crampi muscolari, affaticamento, stitichezza, perdita di capelli, unghie fragili, aumento di peso, pelle secca, pallore, dolori articolari.

Molte volte lo scompenso è subclinico, quindi non rilevato da reali alterazioni nei dosaggi ormonali T3 e T4, ma solo da un innalzamento del TSH. Dietro a uno scompenso di questa ghiandola così delicata si nasconde anche un significato psicosomatico. La tiroide è posta in un punto strategico: il collo, che simbolicamente rappresenta il punto di passaggio e di congiunzione tra mente (cervello) e corpo, tra i pensieri e le azioni.

Il suo ruolo di modulazione tra ciò che è leggero e incorporeo e ciò che è pesante e fisico è così importante che in essa sembra essere depositata la saggezza profonda della nostra conoscenza, tanto che solo lei è in grado di regolare la “forma armonica” del nostro corpo, vale a dire le giuste proporzioni.

La sua etimologia racconta di uno “scudo”, una sorta di portale attraverso il quale deve passare ogni forma pensiero per diventare materia: i processi psichici diventano somatici. Ecco perché un suo intorpidimento può comportare un deficit nelle capacità psichiche e un suo eccesso un esaurimento nervoso.

La tiroide si configura come un organo chiave della nostra identità. Allora un disturbo della tiroide, in generale, potrebbe raccontare una perdita di identità e la ricerca di un punto di stabilità. Il suo equilibrio invece racconta un superamento della nevrosi e la capacità di esprimere ciò che si è, la propria essenza e la propria natura, ma anche il superamento dei condizionamenti ambientali.

La tiroide, come tutte le ghiandole endocrine, riversa nel sangue i suoi prodotti ed è perciò capace di intervenire sugli stati psichici (attraverso la serotonina e la dopamina, trasmettitori che consentono la comunicazione tra tiroide e cervello).

Secondo la psicosomatica, l’ipotiroidismo esprime la nostra apatia nei confronti della vita, una sorta di ritiro emotivo dalla realtà quotidiana, un’incapacità all’affermazione di sé, legata ad un profondo senso di insicurezza e a una incapacità ad agire e reagire.

Perdiamo tempo dietro cose futili e perdiamo di vista le cose importanti. Staticità, ristagno energetico, stanchezza, difficoltà di concentrazione, ansia, tachicardia, insonnia e irritabilità sono alcuni sintomi di natura psicologica che ci accompagnano nella quotidianità, quando lei è in ipofunzione.

Una sorta di accettazione degli eventi a cui non riusciamo a stare dietro. L’ipertiroidismo rivela invece iperattività non solo ghiandolare, ma anche comportamentale. Agitazione, “fame emotiva”, comportamento ipercinetico, eccesso di sudorazione, tremori, debolezza muscolare, tachicardia, palpitazioni, cute assottigliata, esoftalmo (occhi sporgenti) sono solo alcuni dei sintomi che caratterizzano questa alterazione ghiandolare.

Ci sono troppi ormoni in circolo nel sangue e questa cascata ormonale risponde ad una necessità biologica dell'individuo che si trova nella condizione di dover “far presto” a conseguire ciò che gli è necessario o di rigettare rapidamente ciò che il suo cervello ritiene dannoso o pericoloso.

Una volta l'uomo doveva “far presto” a raccogliere il cibo o sfuggire da pericoli e animali predatori, oggi il cervello dell'uomo attiva la ghiandola tiroidea quando bisogna “essere veloci” in una competizione con altri individui, magari sul lavoro o in famiglia. Si fa tutto di corsa come se fosse questione di vita o di morte! Per aiutare una ghiandola tiroidea iperattiva è necessario fermarsi per godere e gioire della vita.

Tornare a provare piacere per le cose che si fanno, dimenticandosi la fretta. E’ fondamentale ritagliarsi del tempo per noi stessi: staccare la spina e allontanarsi, anche solo per poche ore, da tutti i nostri impegni lavorativi, familiari e sociali.

Molto spesso gli scompensi ipertiroidei non vengono diagnosticati perché nella nostra società è quasi normale dormire poche ore per notte e lavorare 12 ore al giorno, sempre più iper-stressati e ipo-soddisfatti, ma quando il processo s'inverte e si passa all'ipotiroidismo, arriva la diagnosi perché i disturbi sono importanti e possono destare serie preoccupazioni, ma oramai il danno è stato fatto!

Avrete capito che la tiroide è l'organo del tempo. Essa scandisce il tempo, la velocità e il ritmo della vita! Allora “fermarsi” deve diventare la parola chiave. Fermarsi, non vuol dire perdere tempo, ma regalarsi del tempo per riportare in equilibrio questa delicatissima ghiandola, dalla cui salute dipende anche la nostra.

Redazione

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