Festival di Sanremo - 05 marzo 2021, 01:57

71° Festival di Sanremo, le pagelle alle cover della terza serata: Lo Stato Sociale è spettacolo per lo spettacolo, Måneskin e Manuel Agnelli sono live puro

Bello il circo sgangherato degli Extraliscio, splendidi La Rappresentante di Lista, intensi Max Gazzè e Daniele Silvestri

71° Festival di Sanremo, le pagelle alle cover della terza serata: Lo Stato Sociale è spettacolo per lo spettacolo, Måneskin e Manuel Agnelli sono live puro

La serata delle cover è la più attesa tra gli amanti della musica d’autore e dei brani che hanno scritto la storia della canzone italiana.
Le esibizioni della serata hanno segnato un netto divario tra chi si è cimentato in medley o rivisitazioni e chi, invece, ha preferito attenersi al classico, senza stravolgere il prodotto originale. Ma, su tutti, c’è sempre qualcuno che svetta e qualcuno che proprio non pare centrato.

Noemi - “Prima di andare via” (Neffa) con Neffa: portano una versione molto vicina all’originale, anche troppo. Ci si aspettava di più. Peccato. Voto 6

Fulminacci - “Penso positivo” (Jovanotti) con Valerio Lundini e Roy Paci: il brano resta simile all’originale fatta eccezione per la tromba, ma la firma di Lundini non può restare inosservata. Voto 6,5

Francesco Renga - “Una ragione di più” (Ornella Vanoni) con Casadilego: bella la scelta, bella l’esecuzione, belli loro. Voce potente e voce delicata, insieme. Voto 7

Extraliscio Feat Davide Toffolo - “Medley Rosamunda” (Gabriella Ferri) con Peter Pichler: un circo colorato, sgangherato, agitato, tra melodie balcaniche e tradizione. Semplicemente bellissimo. Voto 7,5

Fasma - “La fine” (Nesli) con Nesli: non la ricorderemo. Voto 5,5

Bugo - “Un’avventura” (Lucio Battisti) Feat Pinguini Tattici Nucleari: giocano su un arrangiamento attuale, ritmato e divertente. C’è sintonia nell’animo scanzonato del Festival. Voto 6,5

Francesca Michielin e Fedez - Medley “E allora felicità” (Calcutta, Silvestri, Jalisse, Baldi/Alotta): fresca e divertente la scelta musicale, spaziano in arrangiamenti, ma rigidi nell’esibizione. Voto 6,5

Irama - “Cyrano” (Guccini): si sente che gli piace, ma la resa finale non è il massimo dell’originalità. Voto 6,5

Maneskin - “Amandoti”  (Cccp Di Giovanni Lindo Ferretti) con Manuel Agnelli: quando metti sul palco gente che sa stare sul palco il risultato è garantito. Che voglia di tornare a vedere un concerto… Voto 7,5

Random - “Ragazzo fortunato” (Jovanotti) con The Kolors: ha superato l’imbarazzo della prima esibizione e la sintonia c’è tutta. Ne esce un’esibizione colorata e coinvolgente anche se non del tutto originale. Voto 6,5

Willie Peyote - “Giudizi universali” (Samuele Bersani) con Samuele Bersani: la cover è fedele all’originale, ma in alcuni casi è un pregio. Certi pilastri sono intoccabili. Voto 6,5

Orietta Berti - “Io che amo solo te” (Sergio Endrigo) con Le Deva: un classicone portato a Sanremo all’insegna della classicità in un quintetto tutto al femminile. Voto 6

Gio Evan “Gli anni” (883) con i cantanti di The Voice Senior: un ensemble cross-generazionale per un classico intramontabile all’insegna della nostalgia. Voto 6,5

Ghemon - Medley “Le Ragazze”, “Donne”, “Acqua e sapone”, “La canzone del sole” con Neri Per Caso: un mix ricco e molto strutturato, operazione nostalgia riuscitissima. Voto 7

La Rappresentante Di Lista - “Splendido splendente” (Donatella Rettore) con Donatella Rettore: splendide splendenti con un tiro pazzesco e chiusura con dedica alla kermesse. Voto 7,5

Arisa - “Quando” (Pino Daniele) con Michele Bravi: classici, precisi, delicati, profondi, ma anche tanto legati alla versione originale. Voto 6,5

Madame - “Prisencolinensinainciusol” (Adriano Celentano): a nemmeno un anno dal loro esordio nel mondo i banchi a rotelle sono già sul palco più famoso d’Italia grazie all’idea di una 18enne che ne sa tanto e reinterpreta alla grande il brano che ha portato il rap in Italia. Voto 7

Lo Stato Sociale - “Non è per sempre” (Afterhours) con Emanuela Fanelli, Francesco Pannofino e i lavoratori dello spettacolo: questo è ciò che si dovrebbe vedere sul palco più ascoltato d’Italia, lo spettacolo che parla di spettacolo sulle note di un capolavoro. Voto 8

Annalisa -  “La musica è finita” (Vanoni) con Federico Poggipollini: versione sexy che si scosta piacevolmente dal brano originale in un crescendo potente. Voto 6,5

Gaia - “Mi sono innamorato di te” (Luigi Tenco) con Lous and The Yakuza: bene la scelta, bene l’esecuzione anche se senza spunti di originalità. Ma brave. Voto 6,5

Colapesce Dimartino “Povera patria” (Franco Battiato): sempre un colpo al cuore, mai come oggi lo è. L’interpretazione con l’orchestra aggiunge profondità a un capolavoro, la voce inedita di Battiato è la gemma. Voto 7 

Coma_Cose - “Il mio canto libero” (Lucio Battisti) con Alberto Radius e Mamakass: la calzano con tenera naturalezza, senza forzature in un volo candido. Voto 7

Malika Ayane - “Insieme a te non ci sto più” (Caterina Caselli): mette la sua firma e fa suo il brano, oltre la cover anche l’interpretazione. Voto 7

Max Gazzè - “Del mondo” (Csi Di “Giovanni Lindo Ferretti) con Daniele Silvestri e M.M.B: bello tutto, dalla scelta all’arrangiamento, all’interpretazione. Grande intensità e non un gesto o un suono lasciato al caso. Voto 7,5

Ermal Meta - “Caruso” (Lucio Dalla) con Napoli Mandolin Orchestra: sa sempre come accaparrarsi i favori del pubblico generalista, ma proprio per questo non osa. Voto 6

Aiello - “Gianna” (Rino Gaetano) con Vegas Jones: per informazioni chiedere a Fasma. Voto 5,5

Pietro Zampedroni

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