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Attualità | 15 luglio 2020, 07:14

Immigrazione e accoglienza: è andata "deserta" in tutta la provincia di Imperia la gara d'appalto per l'affidamento di gestione dei centri collettivi. La causa? I tagli del 'decreto Salvini'

Nessun ente ha presentato offerte per quanto bandito dalla Sua per conto della Prefettura. Le cooperative: "Non ci stiamo a queste condizioni. Il budget ai gestori è troppo basso e i servizi fondamentali non esistono più. Il Governo modifichi la legge"

Immigrazione e accoglienza: è andata "deserta" in tutta la provincia di Imperia la gara d'appalto per l'affidamento di gestione dei centri collettivi. La causa? I tagli del 'decreto Salvini'

È andata deserta, ancora una volta, la gara d’appalto emanata dalla Stazione unica appaltante della provincia di Imperia, per conto della Prefettura, per la conclusione di un accordo quadro biennale per l'affidamento dei servizi di gestione di centri collettivi di accoglienza costituiti da singole unità abitative nonché quella relativa all’accordo quadro biennale per l'affidamento dei servizi di gestione di centri collettivi di accoglienza con capacità recettiva massima di 50 posti.  Il termine di scadenza per la presentazione delle offerte, era stato fissato al 3 giugno scorso mentre il 10 giugno era fissata l’apertura delle “buste virtuali”. Non c’è stata, però l’apertura di nessuna busta poiché nessun ente ha presentato offerte. 

Nell’aprile scorso erano state invitate a presentare le offerte undici ditte che hanno risposto all’avviso di indagine di mercato ed in particolare si tratta di realtà che operano a Imperia, Sanremo, Vallecrosia, Ventimiglia, ma anche Dolceacqua , Savona e Milano. Come previsto dal cosiddetto “decreto Salvini” e del pacchetto di misure in tema di “immigrazione e sicurezza pubblica” sponsorizzato dall’ex ministro dell Interni, e leader della Lega, approvato dal primo Governo Conte e poi convertito in legge dal Parlamento nel dicembre 2018, di fatto è stato tagliato non solo i budget ai gestori, ma è stata anche smantellata la rete dei servizi sul fronte dell’accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati. Un taglio netto che ha visto fissare la quota da 35 euro a 18 euro pro capite, ma anche la perdita di numerosi posti di lavoro. Il sistema è stato totalmente depotenziato e il valore sociale dell’accoglienza spazzato via e non è un caso che anche in provincia di Imperia, dove da San Bartolomeo a Ventimiglia, le persone assistite dalle varie cooperative e associazione sono oltre un migliaio, la gara si andata deserta senza la presentazione di alcuna offerta; a queste condizioni è infatti, "impossibile partecipare".

Nello specifico, così come riportato, nella determina sono stati fissati i prezzi basi d’asta dell’appalto : € 18,00 pro-capite e pro-die, Iva esclusa; € 150,00 per il Kit (vestiario) di primo ingresso per un turnover stimato nel corso dei due anni pari a 4; € 5,00 per la scheda telefonica per un turnover stimato nel corso dei due anni pari a 4; € 2,50 quale pocket money pro capite giornaliero e il rimborso delle prestazioni mediche a chiamata. Nonostante infatti, vi sia la possibilità di portare 

Come ci spiega Lilli Glaudi, presidente della cooperativa sociale “Goccia” di Imperia nonché presidente del Coprim, Coordinamento Provinciale Imperia Immigrazione, “ci siamo rifiutati partecipare a questo bando, siamo quindi in proroga poiché quanto previsto non va a coprire tute le spese e i servizi che noi reputiamo fondamentali, per svolgere un’accoglienza seria ed efficace, sono stati aboliti. Noi così non ci stiamo”. Come previsto dal decreto “Salvini” infatti, eliminati i corsi della lingua italiana così come quelli professionalizzanti, fondamentali per l'inserimento lavorativo, e tutte le attività e tra queste anche quelle sportive. Non vi è alcun progetto relativo all’integrazione, il numero degli operatori è ridottoall’osso. Eliminato il servizio di supporto psicologico che era fondamentale alla gestione dello stress post traumatico e alla gestione della vita quotidiana.

Così come previsto dalle nuove norme chi opera in questo orizzonte si ritrova soltanto a fornire vitto e alloggio, come se fosse un “guardiano” e non un risorsa degna di un paese civile. “Non era già prima un servizio adeguato e oggi è ancora peggio- continua Glaudi- ed è per questo che ci siamo rifiutati di partecipare a questo bando. Attendiamo nuovi sviluppi dal Governo, ma anche dalla Prefettura di Imperia. Così come accaduto a Torino, il Prefetto ha modificato e aggiunto questi servizi indispensabili sul fronte dell’accoglienza, ma ad Imperia ancora le cose sono rimaste così. Il contributo erogato, i 18 euro, non vanno a coprire i nostri costi; la nostra è un’accoglienza piccola e diffusa, ma sono molti gli spostamenti che dobbiamo effettuare considerato che queste persone abitano lungo tutta la provincia dove tra l’altro gli affitti sono molto cari. Al momento non riusciamo a trovare un punto di incontro con la Prefettura- continua- abbiamo presentato il prospetto di tutte le  spese che effettuiamo per sostenere il servizio base, con tanto di fatture alla mano, ma niente. Non è stato modificato. Ma anche se acconsentissimo al capitolato della nuova legge, noi comunque non accettiamo senza poter effettuare questi servizi fondamentali. Se la legge non cambia e se il Prefetto non cambia idea noi non possiamo lavorare così. Adesso quindi rimane la proroga dell’appalto del 2014, conclude, ma sta di fatto che ancora aspettiamo dal giugno dell’anno scorso, tra le altre cose, il saldo da parte della Prefettura delle fatture presentate”.

Anche Alessandro Giulla, presidente della cooperativa "Jobel", sottolinea come sul fronte dell’aspetto economico “con la quota dei 18 euro procapite è impossibile ad andare in pareggio; nella nostra provincia- afferma alla nostra testata- non ci sono centri grandi. Da noi sono quasi tutti appartamenti sparsi sul territorio ed è quindi impossibile rientrare nei costi pagando l’affitto, le utenze e la luce, garantendo il vestiario, un appartamento attrezzato con cucina e stoviglie, fornire derrate alimentare con questa cifra bassissima. E a ciò si devono aggiungere i costi per gli spostamenti nonché quelli del personale. Costi che aumentano in presenza di spese aggiuntive per tutte quelle persone che sono fragili e vulnerabili, ma anche minori e donne in gravidanza e chi ha una disabilità; a tutte queste persone dobbiamo garantire servizi maggiori che così non riusciamo a dare. Adesso- prosegue- sono state tagliate tutte le attività di integrazione e borse lavoro. L’insegnamento della lingua italiana è fondamentale in un ottica di inserimento lavorativo. Nonostante Salvini non sia più ministro e non sia più al Governo i decreti, però rimangono, tutti li criticano, ma sono ancora in vigore. Tutti parlano, ma non li cambiano, il governo non sta modificando la legge. È stata emanata solo una circolare da parte del ministro Lamorgese che ‘autorizza’ le Prefetture ad aumentare il budget previsto qualora la gara vada deserta”. Ma al momento questa circolare non trova applicazione in provincia di Imperia.

Angela Panzera

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