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Attualità | 09 luglio 2020, 07:11

Il monito del Prefetto di Imperia Intini: "In questo momento è fondamentale effettuare un monitoraggio sul rischio usura. Serve azione sinergica"

Il rappresentante del Governo è intervenuto all'incontro organizzato da 'Libera". Presente anche Papini, referente della Caritas Intemelia: "Durante il lockdown le persone in difficoltà sono raddoppiate. Nei loro occhi vista la vergogna"

Il monito del Prefetto di Imperia Intini: "In questo momento è fondamentale effettuare un monitoraggio sul rischio usura. Serve azione sinergica"

“In questo momento storico è fondamentale effettuare un monitoraggio sul rischio usura”. Questo il monito del Prefetto di Imperia, Alberto Intini, intervenuto ieri sera alla video conferenza, organizzata sulla pagina propria facebook dalla sezione provinciale di “Libera- nomi e numeri contro le mafie”, che ha avuto lo scopo di fare il punto sul fenomeno dell’usura nella nostra provincia. L’iniziativa, coordinata da Maura Orengo referente provinciale di "Libera", è stata realizzata col sostegno della Prefettura di Imperia e promossa anche dal presidio ‘Hiso Telharaj’ di Ventimiglia, Cgil, Cisl e Uil, dalla Caritas Intemelia, dalle associazioni “Albintimilium”, Anpi, “25 aprile”, dal progetto “Legalmente di Camporosso”, e dalla Scuola di Pace, SPES.

Insieme al Questore, Pietro Milone, e ai vertici di Carabinieri e Guardia di Finanza, il Prefetto Intini ha sottolineato come “in seguito all’epidemia dovuta al diffondersi del coronavirus e al conseguente blocco che si è registrato per tutelare la collettività, per circa 3 mesi c’è stata un’ interruzione e una sospensione di lavoro sia autonomo che dipendente. Molte aziende sono entrate in crisi e altre stanno cercando di riprendere le proprie attività. I danni al tessuto economico sono evidenti e non in differenti- ha chiosato- anche per la provincia di Imperia e la preoccupazione lanciata da subito dal Ministero dell’ Interno è stata quella relativa al rischio, da parte delle organizzazioni criminali, di inserirsi da un lato proprio direttamente all’interno dei flussi di sostegno veicolati dallo Stato centrale e dall’altro per intervenire nelle situazioni di sofferenza con lo scopo di sostituirsi a chi invece,avrebbe nell’ambito del sistema legale-nazionale, il compito di dare un sostegno economico a chi è in difficoltà”.

Il Prefetto imperiese ha evidenziato come il fenomeno dell’usura, purtroppo atavico e che si muove in modo sommerso, ma sempre presente, è uno degli aspetti più delicati che consegue a questo periodo di crisi e al possibile intervento delle organizzazioni criminali in questo momento particolare; ciò necessita in prima luogo un’azione sinergica. Chi ha bisogno di aiuto deve avere la possibilità di muoversi con il sostegno di più ambiti, ambiti istituzionali, associativi, politici e religiosi.  Si è ritenuto come Prefettura e come forze dell’ordine di fare il possibile, con il contributo con tutti gli enti di affrontare il tema dell’usura e il rischio per coloro i quali sono in difficoltà, di cadere in questa rete drammatica e quindi di rendere questo segnale pubblico, forte, costante ed evidente, con le conseguenti iniziative”.

Alla video conferenza hanno partecipato anche Maruzio Dagnigno, segretario regionale della commissione Abi, Francesca Rubino, referente di “Linea Libera”, Giuliano Terragno, presidente dell’associazione antiracket e antiusura della provincia di Imperia,insieme a Enrico Montefiori, Fulvio Fellegara, segretario provinciale della Cgil che ha rappresentato anche Cisl  e Uil e Cristian Papini, referente della Caritas Intemelia.

E proprio Papini ha evidenziato come durante i mesi del lockdwn “c’è stato un aumento importante di persone che hanno chiesto di accedere ai nostri servizi. Ad esempio, prima dell’emergenza covid, le tessere per usufruire dell’emporio solidale erano 200, e una tessera equivale ad un nucleo familiare con una media di 3 persone quindi eravamo sulle 600 persone. Durante quei mesi le tessere sono arrivate ad essere 440 e quindi  le persone sono state 1.200. Ciò fa capire quanto ha inciso l’emergenza covid sul nostro tessuto. Per fortuna la zona di Ventimiglia, afferma il referente della Caritas, ha una capacità di solidarietà molto importante. Sono arrivate molte offerte e in tanti si sono dedicati al volontariato e ciò ha comportato che oltre ai beni di prima necessità noi siamo riusciti a dare un aiuto economico, anche attraverso il fondo economico stanziato dal comune di Ventimiglia, per il pagamento delle utenze e degli affitti. È vero che sono stati bloccati gli sfratti, ma se si accumulano gli affitti da pagare poi lo sfratto comunque ci sarà dopo”.  

La Caritas Intemelia assiste le persone e le famiglie in difficoltà nell’intero distretto socio-sanitario e quindi Ventimiglia, Camporosso, Vallecrosia e Bordighera e ha erogato circa 35 mila euro che sono serviti a saldare gli affitti, le utenze e anche ad acquistare generi di prima necessità attraverso i “buoni Eurospin” e con questi buoni le persone pagano come se fossero denaro contante. “È successo, spiega Papini, che noi abbiamo visto persone ‘nuove’ o persone che noi non vedevamo da tempo perché hanno usufruito del reddito di cittadinanza e poi c’era chi faceva dei lavoretti e riusciva ad arrivare a fine mese. Con il lockdown sono tornati da noi per essere aiutati così come sono venute persone che lavoravano nella ristorazione, con contratti con poche tutele, e anche chi era in grossa difficoltà poiché non avevano ricevuto il saldo della cassa integrazione”. C’è un dato che Papini sottolinea. Un dato che evidenzia la tragicità del momento difficile vissuto da tantissime famiglie. “Abbiamo visto negli occhi di tanti la vergogna. Si sentivano in colpa e ‘sporchi’ perché in quel momento non riuscivano a pagare l’affitto, la bolletta e a dare da mangiare ai figli e questo è davvero difficile da sopportare. Non era colpa loro, ha concluso, eppure si vergognavano”. 

Il segretario provinciale della Cgil Fellegara ha ribadito invece, come le sigle sindacali unitarie siano sempre a sostengo delle vittime di usura attraverso azioni concrete e incisive, ma ha tracciato  anche una fotografia della situazione attuale nella nostra provincia“La povertà c’è nel nostro territorio, ha sottolineato, ma è di  tanti tipi: sociale, culturale. C’è tanta solitudine. Tante criticità dove l’usura si può radicare. L’emergenza legata al covid ha sicuramente peggiorato un quadro problematico già presente”. A sostegno di queste deduzioni il segretario provinciale della Cgil ha reso noto che in Liguria 47 mila persone hanno usufruito del reddito o della pensione di cittadinanza e di queste ben 8.566 riguardano Imperia ed è infatti, la percentuale più altra della regione. “Imperia ha il tragico record del 4% di richiedenti il reddito di cittadinanza, ha chiosato, ed è quindi la provincia dove questo strumento è usato maggiormente e più si usa più vuol dire che la nostra popolazione ha degli estremi di povertà importante”.

Inoltre, l’importo medio in Liguria dei sostegni è 465 euro e più l’importo è alto più è basso il reddito di chi lo percepisce. La media dell’importo di Imperia è invece, di 499,88 euro. Con l’8% in più rispetto alle altre città liguri. “Nel mese di aprile le sigle sindacali unitarie hanno firmato accordi per 8.598 persone per cassa integrazione, cassa integrazione in deroga o fondi di integrazione salariale e a queste si aggiungono altre 3 mila persone, evidenzia il segretario provinciale, che hanno siglato altri accordi in quanto appartengono ad aziende che hanno meno di cinque dipendenti. L’altro elemento tragico è la lentezza, la burocrazia- ha concluso Fellegara- relativa agli aiuti che hanno tempi particolarmente lunghi. Il dato di povertà ha quindi avuto un peggioramento durante l’emergenza sanitaria”.

Giuliano Terragno, presidente dell’associazione antiracket e antiusura della provincia di Imperia, ha evidenziato come ad oggi “non risulta esserci stato un incremento di richieste per quanto riguarda i nostri interventi come associazione antiracket e usura, ma sappiamo per certo che arriveranno e saranno anche numerosi. Oggi c’è il momento dell’assistenza e del volontariato, ma questo non è il nostro compito. Il nostro compito è quello di intervenire quando persone e imprese si trovano in un situazione debitoria o non hanno accesso al credito e rischiano di essere facilmente prede dell’usurario. Che poi l’usuraio non è una persona così ‘strana’. Molte volte è il vicino di casa che ti dice ‘non preoccuparti, ci penso io’, dando i soldi salvo poi chiederti indietro cifre esorbitanti. Il nostro quindi, prosegue Terragno, è un intervento che serve a prevenire l’usura. La nostra associazione riceve i contribuiti esclusivamente dalle amministrazioni comunali che sono socie di questa associazione  e dalle due diocesi  Ventimiglia-Sanremo e Albenga-Imperia e quindi non ha molte risorse per poter intervenire in ampio raggio o con una grande scala di interventi. Però noi ci siamo molto impegnati per risolvere problemi ad esempio a persone che non hanno potuto più pagare rate con le finanziare, siamo riusciti ad intervenire rimettendo in bonis per evitare che finiscano in situazioni da cui poi non possano uscire".

"I nostri interventi, precisa il presidente dell’associazione antiracket e antiusura della provincia di Imperia,  non sono mai e non possono essere a fondo perduto, ma chi riceve il nostro intervento si impegna, con le modalità con cui riesce, a restituire. Noi soldi no ne diamo, noi interveniamo; se ci sono problemi immediati come il pagamento delle utenze o dell’affitto lo facciamo, ma non sono mai soldi a fondo perduto, sono sempre soldi che la persona deve restituirci secondo le sue possibilità e con questo sistemo creiamo risorse per fare altri interventi".

Angela Panzera

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