Attualità - 16 maggio 2020, 07:11

Imperia: Stefano Senardi ricorda Ezio Bosso, "Quella volta a Londra...di questi nostri problemi ne abbiamo riso e parlato tanto"

Stefano Senardi, noto produttore, discografico e direttore artistico è stato intervistato da Maurilio Giordana a Radio Onda Ligure.

“Di questi nostri problemi ne abbiamo riso e parlato tanto. Aveva una impostazione ed una cultura classica straordinaria”.  

Così l’imperiese Stefano Senardi, noto produttore, discografico e direttore artistico di tanti eventi ha voluto ricordare il rapporto di lavoro e l’amicizia che l’hanno legato ad Ezio Bosso. In un’intervista su Radio Onda Ligure, con Maurilio Giordana, Senardi ha ripercorso un episodio in particolare che l’ha legato al famoso pianista e compositore internazionale mancato quest’oggi.  

“Perdiamo una parte emotiva. Ezio era una persona molto intelligente, profonda, colta e capace. Una persona che emozionava. Anche la parte tecnica era originalissima e straordinaria, negli anni in cui non l’ho conosciuto, avevo sentito parlare di lui da Pino Daniele perché avevano provato a fare insieme un disco di madrigali che poi non era mai uscito. Ezio aveva un caratteraccio, anche Pino. Ezio era un personaggio difficile da legare” - racconta Senardi.

“Io sono stato chiamato da lui per occuparmi dei suoi contratti discografici. E’ stato molto divertente, prima di tutto conoscerlo. Io con i miei acciacchi, lui con i suoi. Quando siamo andati a Londra, l’ho ricordato su Facebook, questo grande ufficio della Decca mondiale, con questi grandi capi che avevano sentito parlare di lui. - aggiunge - Lui fondamentalmente faceva tanto ma non aveva un contratto discografico. Aveva registrato 10 album, dirigeva anche dopo che si era ammalato, dirigeva concerti come maestro. Suonava quando poteva. Aveva spesso bisogno di visite di recupero”.

“A Sanremo aveva dimostrato di avere una eco mondiale. - sottolinea Senardi - Da Londra lo chiamarono, dove lui stava ed era già conosciuto. Lui vendeva i suoi dischi direttamente dal suo sito. Faceva tutto da solo. Incredibile. Era una persona che non si fidava molto. Vista l’eccezionalità, il successo, il passaparola, era arrivato fino in America, l’amore per questo grande musicista e l’impressione che aveva fatto sulla platea sanremese”.

“Siamo andati a Londra, l’avevo accompagnato e quando ci hanno visto arrivare non ti dico le facce che hanno fatto. Io ero appoggiato alla carrozzina, mi tenevo con il bastone, lui sulla sedia a rotelle. Avevano saputo di lui che aveva fatto questa grande cosa, di me niente. Quando ci hanno visto arrivare a tutti e due, ci abbiamo riso due giorni a ricordarci le facce di questi qua, quando si è aperta la porta e siamo entrati. - conclude l’imperiese - Di questi nostri problemi ne abbiamo riso e parlato tanto. Aveva una impostazione ed una cultura classica straordinaria. 

La ‘firma’ stilistica di Senardi è stata vista anche durante il ‘Concerto del 1° Maggio’. L’imperiese ha fornito una sua visione sul presente e l’immediato futuro per la musica live, ai tempi del Coronavirus: “Tutti ci proveranno  a fare le cose più varie. Non se ne può più di gente che canta sui terrazzi o in mutande da casa, suonando male. Con il 1° maggio, dove sono stato chiamato a metterci del mio ho voluto proprio, insieme agli autori e a Massimo Bonelli che organizzava il famoso concertone con 600mila persone, per cui l’impresa era ardua. Abbiamo dimostrato che si può fare una cosa con la stessa efficacia altrettanto forte anche se non uguale. Un concerto è un concerto. E’ qualcosa che devi vivere da vicino, ci devi essere. E’ inutile che si parli di stupidaggini tipo drive-in, sono cose senza capo ne coda” - conclude Senardi.

Redazione

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