Attualità - 23 ottobre 2018, 18:10

Bordighera: “Salvare il mare dalla plastica vuol dire salvare noi stessi”, domenica scorsa ‘spedizione’ ai Pennoni

In una spedizione di ripulitura, nel giro di 70 minuti tre persone hanno riempito sulla spiaggia ad ovest dei Pennoni a Bordighera due sacconi gialli da differenziata di plastica e due grigi da rifiuti misti da smistare in metallo, carta, e altro (nelle foto).

Bordighera: “Salvare il mare dalla plastica vuol dire salvare noi stessi”, domenica scorsa ‘spedizione’ ai Pennoni

Da una parte l’incalzare di statistiche impressionanti sull’entità dell’inquinamento da plastica del nostro mare (un Km quadrato del Tirreno settentrionale contiene in superficie fino a 10 Kg di plastica) nel Mediterraneo la densità dei frammenti microscopici che derivano dall’erosione degli oggetti di plastica (microplastiche) raggiunge i 1.25 milioni di particelle ogni Km quadrato, quattro volte la densità nell’isola di plastica formatasi nel vortice del Pacifico Settentrionale. Sempre nel Mediterraneo 134 specie sono vittime di ingestione da plastica, tra cui tutte le specie di tartaruga marina.

Dall’altra parte, le nostre spiagge sistematicamente popolate di rifiuti di plastica (ed altro). Domenica scorsa, in una spedizione di ripulitura, nel giro di 70 minuti tre persone hanno riempito sulla spiaggia ad ovest dei Pennoni a Bordighera due sacconi gialli da differenziata di plastica e due grigi da rifiuti misti da smistare in metallo, carta, e altro (nelle foto). Purtroppo domenica non c’era tempo per i miliardi di mozziconi di sigaretta dispersi tra la ghiaia o raccolti in piccole zone a testimonianza di abitudini irrispettose dell’ambiente.

Queste due realtà potevano marciare in parallelo fino ad oggi. Ma da oggi c’è un’alta probabilità che confluiscano, con conseguenze sulla salute umana. Oggi ricercatori della Medical University di Vienna e dell’Agenzia dell’Ambiente austriaca hanno presentato alla United European Gastroenterology Week, il più prestigioso meeting europeo di gastroenterologia, che feci umane contengono microplastiche derivanti da almeno 9 tipi di plastica. Si presume l’origine alimentare o cosmetica.

Sappiamo ora che la plastica raggiunge l’intestino umano. Le conseguenze sono tutte da studiare a livello di funzionalità intestinale, sistema immunitario, trasporto nel circolo sanguigno. E’ già dimostrato che le microplastiche trovate in mare portano con se metalli pesanti e policarbonati che possono essere tossici. Mentre l’Europa e l’Italia completano le procedure legislative per ridurre la produzione di plastica monouso, sembra doveroso che noi cittadini diventiamo piu’ responsabili e non perdiamo una sola opportunità di passar parola e dare il buon esempio ai nostri giovani. Dall’altro ieri, ma soprattutto da oggi nulla deve essere abbandonato sulle nostre spiagge. Il contributo di ogni individuo preserva la buona salute di tutti.

Redazione

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