Eventi - 03 settembre 2018, 10:00

Sanremo e l'Europa a Santa Tecla: quando spuntarono i primi teatri di Sanremo

La mostra per conoscere la storia della città di Sanremo

Nell’ultimo decennio del 700, un secolo prima della fabbricazione del teatro Principe Amedeo, Don Giovanbattista Andrea Chiarle creò l’ omonimo teatro Chiarle nel quartiere della marina, proprio di fronte alla casa dal cui terrazzo Garibaldi arringherà il popolo sanremese alcuni anni più tardi.

Il Don era un ardimentoso sacerdote, improvvisatosi impresario teatrale, che dirigeva stagioni di prosa e di musica preturistiche: Sanremo era già Sanremo?

Carlo Alberto, pittore ed illustratore del 900 descrive e sottolinea argutamente l’avvenimento:”la sua era una sviscerata passione per lo spettacolo. Questo prete, al fine di non incappare nelle reprimende della Curia per il suo anomalo comportamento, pensò di affrontare nel miglior modo la situazione, facendo costruire nella sua casa un teatro tutto per sé,

E fu così che sullo scorcio del XVIII secolo dal giardino della sua casa si alzarono i muri per contenere il palcoscenico. la platea e ben ventisei palchetti.

Da ciò possiamo arguire che don Andrea aveva tutt'altro in testa che i pregiudizi e gli scrupoli dai quali avrebbe voluto, se gli fosse stato possibile, emancipare anche la sua zimarra.  La Curia, però, era a conoscenza di queste sue non lodevoli divagazioni, per cui gli vietò di andare a zonzo per i teatri. sebbene a Sanremo in quell'epoca non ce ne fosse neppure uno. Finalmente verso la fine del 1787 don Chiarle ebbe la soddisfazione di veder ultimato e agibile il suo teatro per la prima rappresentazione inaugurale. Come riuscisse a cavarsela con la Curia vescovile, per questa sua smania dì prodigare olocausti ai sacri riti di cui portava addosso le insegne, non sapremmo dirlo. Sappiamo con certezza che non mancò di essere preso di mira dalle autorità ecclesiastiche, poiché due anni dopo, nel 1779, lo si trova avvolto in un processo apertogli del vescovo Stefano Giustiniani per imputazione di gioco. Processo che si sarebbe concluso con una sentenza di condanna, che avrebbe, generato non poco scandalo tra i fedeli se non si fosse intromessa l'autorità governativa dì Orazio Doria. Ma quando comincio ad echeggiare in Liguria la Marsigliese la voce degli accusatori del Chiarle venne soffocata dai rivoluzionari propagatori della libertà.

Dobbiamo essere grati al prete Chiarle, andavano dicendo i sanremaschi vissuti nel secolo scorso, per aver egli fatto dono alla cittadinanza di un mezzo ricreativo e culturale offerto dalle rappresentazioni sia liriche sia di prosa alternatesi alla ribalta dal palcoscenico di quel teatro, per oltre cent'anni.


A proposito del Teatro Principe Amedeo la sua costruzione fu deliberata  dal Consiglio del 24 agosto del 1872, dal Sindaco il cav. Giuseppe Corradi, che accettava la porzione di terreno necessaria a costruire il teatro dal cav. Anton Maria Borea d’Olmo.

La facciata del Teatro Principe Amedeo misurava venti metri di larghezza per sedici di altezza e una lunghezza di metri quaranta. Larghezza del peristilio metri dieci per sei con tre grandi porte d'ingresso per le quali si accedeva alla platea ai palchi e alle gallerie. I palchi erano sostenuti da una fila di colonnine in ghisa sul cui capitello posava un archetto, formando cosi un loggiato arricchito da sfarzosa tappezzerie in seta rossa.

Il palcoscenico misurava 12 metri per 18. Era dotato di tre spaziose sale di metri dieci per sei per il servizio delle prove. Oltre ad un’appartamento per il custode si era ricavati il ridotto con un soffitto affrescato.

Le pregevoli decorazioni a stucchi, sia all’esterno sia all'interno erano dell'esimio maestro Giovanni Baglianì & fìglio, mentre gli affreschi del soffitto dell'atrio e del ridotto scaturirono dal pennello del celebrato pittore decoratore Gio Novaro di Genova, lo stesso che ha dipinto le sale di Villa Zìrio.

Questo leggiadro edificio tanto caro ai sanremesi, andato distrutto durante l'ultimo conflitto mondiale, aveva una platea capace di contenere 500 persone, 5 file di panche tappezzate, 56 poltrone numerate e un loggione da 500 posti, sopra una doppia fila di palchi. Il prezzo complessivo dell'edificio compreso l'acquisto dell'area con tutte le apparecchiature non sorpassò le 200 mila lire.

Il 24 dicembre del 1875 si apriva la stagione inaugurale con questi spettacoli d'apertura: “Un ballo in Maschera” e il “Trovatore” di Verdi, “La sonnambula” di Bellini e il "Poliuto” di Donizetti” con la partecipazione dei più celebrati artisti dell’epoca.

Nel primo trentennio di attività il Principe Amedeo ospitò moltissime opere teatrali di grande levatura, annoverando fra il suo pubblico nomo illustri e altolocati, tra i quali si può ricordare il Principe ereditario di Germania Federico Guglielmo, che si recò ad assistere ad uno spettacolo al Principe Amedeo durante il suo breve soggiorno a Sanremo nella stagione invernale 1887-88.

Il Teatro, negli anni d’esordio, svolse agevolmente la sua funzione di teatro cittadino, in modo efficace e costante, veicolando a Sanremo spettacoli di tutto rilievo, chiamando i migliori protagonisti del momento; ospitò, persino, stagioni cinematografiche .

In seguito, però, alla concorrenza del neonato Teatro del Casinò, il Principe Amedeo avrebbe conosciuto un periodo di crisi destinato a durare almeno fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando la contemporanea chiusura del Teatro del Casinò ridiede nuova vitalità allo storico teatro matuziano, costretto nel 1943 a mutare nome. La Repubblica di Salò cambiò parecchia toponomastica cittadina: Via Vittorio in Ettore Muti, l’Hotel Parigi in Hotel Corso, il Principe Amedeo in Giuseppe Verdi; ecc. ecc. prima del dannato spezzone che ne incendiò il tetto, lasciando intatta buona parte della costruzione. Molti cittadini sanremesi si lamentano tuttora che la prima amministrazione eletta abbia completato la distruttiva azione dell’aviazione nemica d’allora.