Politica - 26 febbraio 2018, 08:00

Un Sanremese a Roma per cambiare l'Italia: intervista a Federico Sara

Steve Jobs diceva: è inutile assumere persone competenti se poi sei tu a dirgli cosa fare. Nessun cerchio magico, nessuna SRL, nessuno proprietario megalomane, dietro 10 Volte Meglio ci sono solo le competenze di chi ne fa parte

Un Sanremese a Roma per cambiare l'Italia: intervista a Federico Sara

Manca solo una settimana alle Elezioni politiche. Ingegner Sara è ancora convinto di essere in campo?

"Assolutamente si. Perché Dieci Volte Meglio è un nuovo partito politico nato con lo scopo ben preciso di risolvere le problematiche occupazionali che affliggono l’Italia nel rispetto delle persone e dell’ambiente. Nato da un gruppo di giovani imprenditori veneti si è strutturato secondo il metodo delle startup innovative: si cercano le migliori competenze in ogni settore e le si organizza in un sistema che permetta loro, per ogni settore di competenza, di essere indipendenti nella soluzione dei problemi. Steve Jobs diceva: è inutile assumere persone competenti se poi sei tu a dirgli cosa fare. Nessun cerchio magico, nessuna SRL, nessuno proprietario megalomane, dietro 10 Volte Meglio ci sono solo le competenze di chi ne fa parte".

E la sua competenza quale è?

"La mia è quella delle case a consumo quasi zero, sono le case del futuro, quelle che non inquinano, che producono pochissima anidride carbonica e sono più confortevoli e salubri. Le case in cui gli Italiani abiteranno tra 10 anni secondo la nostra visione".

Parliamo di lavoro. Tutti promettono e voi che cosa proponete?

"Per creare occupazione a tutti i livelli, ai giovani che vengono rifiutati perché inesperti, agli over 50 (ma ormai anche over 40) perché troppo vecchi, ai laureati perché troppo qualificati e via dicendo, mettiamo in campo due strategie parallele: una di sistema e una puntuale".

E quali sono?

"La prima è quella di creare le condizioni generali per una ripresa dell’economia che in Italia è ferma per un eccesso di burocrazia che frena gli investimenti (soprattutto stranieri) in tutti i settori. Per eliminare la burocrazia non possiamo modificare la macchina dello Stato perché è un’operazione non fattibile in tempi ragionevoli e in un clima di depressione, dobbiamo agire su un’altra leva: la parificazione dei diritti del cittadino con quelli dello Stato. Mi spiego: se lei deve pagare una multa entro 60 giorni e lo fa dopo 80, le viene applicata una sanzione ferrea e inamovibile, dalla quale in nessun caso può sottrarsi. Se per contro chiede un permesso per una qualsiasi pratica alla Pubblica Amministrazione, che poniamo per legge debba essere rilasciata in 60 giorni, e la ottiene in 80, nessuno pagherà mai per questo ritardo.

Basta inserire un meccanismo sanzionatorio automatico per i dirigenti pubblici, che sono le figure lautamente pagate per essere i responsabili degli uffici, identico a quello che lo Stato applica coi cittadini e siamo sicuri che come per incanto tanti ritardi svaniranno.E’ un principio di equità che ridarà fiducia ai cittadini nello Stato. Un secondo elemento necessario per la lotta alla burocrazia è la digitalizzazione spinta di tutti i processi, inserendo algoritmi di intelligenza artificiale che siano in grado di svolgere inizialmente le funzioni più ripetitive e in prospettiva anche quelle più complesse. Sono programmi che vengono già oggi abitualmente utilizzati da tutti noi".

Mi parlava di due azioni per incrementare il lavoro...

"Si. La seconda azione sono le attività di semplificazione di accesso alle professioni come l’eliminazione dell’obbligo di P.iva per fatturati inferiori agli 80.000 euro come in gran parte d’Europa, le defiscalizzazioni per le assunzioni e gli investimenti in settori ad alto potenziale di crescita come il turismo, che deve raddoppiare i suoi flussi nei prossimi 10 anni, e la creazione di percorsi formativi agevolati per formare le competenze richieste dal mercato.

La radicale riforma dell’istruzione che proponiamo si inserisce in questo contesto, dobbiamo fornire ai ragazzi gli strumenti per “imparare ad apprendere” perché il mondo sta cambiando rapidamente e qualsiasi nozione che forniamo oggi sarà obsoleta tra qualche anno. Per questo proponiamo l’inserimento della filosofia sin dalle scuole primarie, perché in tutta questa digitalizzazione serviranno delle menti in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti. E’ la nostra visione di futuro a 10 anni, l’aspetto che più di ogni altro ci distingue dagli altri che al massimo arrivano al prossimo week end".

 

 

Segui Federico Sara su Facebook.

 

c.p.e.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

SU