Con l'intento di unire il piacere di trascorre una giornata immersi nella natura alla volontà di voler spremere dal territorio la verità storica, le nostre radici, in tempi recenti il gruppo "Archeonervia" ha concentrato le indagini di superficie sulle alture di Ventimiglia nella zona compresa tra Monte Pozzo e il Passo dello Strafurcu e le sorprese come al solito non sono mancate con la scoperta di un castellaro frequentato della antiche popolazioni liguri, un menhir e la schematizzazione di un volto su un enorme blocco di roccia emergente.
“Un risultato che è andato oltre le nostre aspettative - raccontano da "Archeonervia" - ma mai ci saremmo aspettati di trovare sulla strada del ritorno un menhir di circa due metri di altezza a forma piramidale inglobato in un terrapieno ma che in origine doveva superare i tre metri , troneggiare imponente in bella mostra all'interno del giardino di una villa. Tanto più che per liberarci da ogni dubbio sulla sua autenticità erano in piena evidenza due coppelle”.
Un particolarismo prettamente locale, una forma di proto scrittura dei nostri lontani progenitori già riscontrata su altri menhir da interpretare come un attestato di sacralità del monolite da non confondere con un normale blocco di roccia emergente.
Inutile descrivere lo stupore del signor Maurizio Brogna, proprietario della villa, alla notizia di avere alle porte di casa un monumento preistorico eretto dall'uomo 5000 - 6000 anni fa per seguire i movimenti del sole a scopo calendariale per rilevare i solstizi e gli equinozi.
Ma la percezione che il quel blocco di roccia nascondesse un qualcosa di importante che non si sapeva spiegare, il signor Brogna la aveva sempre avuta, tanto è vero che al momento della costruzione della villa aveva impedito che venisse abbattuto per ricavarne delle pietre. Sentimento che con il passare del tempo si era rafforzato al punto di manifestare ai suoi famigliari la volontà che alla sua morte, le ceneri venissero sepolte dentro un'urna alla base del monolite.