Eventi - 29 aprile 2017, 17:11

Triora: domani, domenica 30 aprile, appuntamento con la 262esima processione del Monte

E' un appuntamento consueto, in adempimento ad un voto del Parlamento triorese del 1756, per ringraziare Iddio per aver salvato l’alta valle Argentina dal flagello dei bruchi, che da alcuni mesi stavano distruggendo il raccolto

Triora: domani, domenica 30 aprile, appuntamento con la 262esima processione del Monte

Domani, domenica 30 aprile 2017, seconda domenica dopo Pasqua, per la 262.ma volta le popolazioni dell’alta Valle Argentina si recheranno sul ‘monte’, altura soprastante il borgo, indicata sulle carte antiche come ‘Monte Forcarum’, poiché vi si eseguivano le pene capitali. E’ un appuntamento consueto, in adempimento ad un voto del Parlamento triorese del 1756, per ringraziare Iddio per aver salvato l’alta valle Argentina dal flagello dei bruchi, che da alcuni mesi stavano distruggendo il raccolto, creando gravi problemi non solo di sostentamento ma anche finanziari, poiché il grano veniva in gran parte esportato in altri luoghi della Repubblica genovese.

            Nel corso delle prime edizioni gli abitanti si recavano lassù con alcune croci ed un pesante ‘Cristo’, poi con una Madonna in marmo pesantissima, sostituita, a partire dall’anno 1841, da un bellissimo gruppo statuario della Madonna della Misericordia, opera dello scultore genovese Paolo Olivari, ‘commovente ed applaudita dai conoscitori d’arte’, come ebbe a dire il Casalis. Otto persone, dandosi il cambio, si pongono sotto il peso di ben 420 chili, battendo ritmicamente il passo. Oggi non è più così semplice: i portatori sono sempre di meno, ma quel che conta è che la pesante statua giunga sul ‘monte’.

            Il ‘Cristo’, pesante 55 chili, è molto difficile da portare; un solo uomo se lo issa, poggiando i piedi del Signore sulle spalle, ben ritto, sfidando a volte le raffiche di vento. Non si usa nessuna cinghia, come si fa in molti altri luoghi. Il volto si riempie di sudore, ma quel che conta è che il voto venga adempiuto.

            Che dire poi della nera croce, che incappucciati in nero, i piedi scalzi, si mettono sulle spalle, in un miracolo di equilibrismo? Non tutti sono capaci, non è sufficiente essere forti e robusti. Naturalmente il popolo segue il corteo, cantando e pregando. Soltanto quando è lassù sopra il cimitero si accosta avidamente ad una fonte per una sorsata d’acqua.

            Dopo il consueto esorcismo per scacciare i dannosi insetti e la benedizione delle campagne, oggi purtroppo quasi tutte abbandonate, si fa ritorno in chiesa.

            E’ una manifestazione, organizzata dalla parrocchia di Triora e dalla confraternita della Buona Morte, alla quale partecipano tutti coloro che amano le tradizioni e l’alta valle, una ‘festa’ capace di vincere ogni campanilismo ed ogni rivalità. Si è sempre svolta nel corso degli anni, anche se a volte è stata rinviata per cause di forza maggiore, quali le condizioni atmosferiche. Vige la consuetudine che, una volta usciti dalla chiesa, si prosegua verso il monte, anche sotto la pioggia. I vecchi ricordano che si verificò un anno in cui venne rinviata per ben tre volte; alla quarta si fece molta fatica a raggiungere il ‘monte’, perché i portatori erano scarsi. Un altro anno, per la precisione nel 1913, il parroco don Sebastiano Lombardi nel corso della Messa avvertì i fedeli che, a causa delle pessime condizioni della strada ricoperta di neve ed oltremodo fangosa, la processione si sarebbe svolta solo fino al ‘Castello’. Qui giunti, mentre le Figlie di Maria ed il clero si fermavano, le altre confraternite andarono avanti fino al ‘monte’. Per molto tempo le povere donne dovettero subire gli scherni e gli sfottò degli uomini…

            L’appuntamento è dunque per domenica prossima 30 aprile 2017; chi ama veramente l’alta valle Argentina non può mancare a questo appuntamento, nel ricordo dei vecchi che del ‘Monte’ sono sempre andati fieri. Tempo fa un’anziana di Bregalla, frazione triorese, ricordava che i suoi familiari al mattino presto del ‘dì dû Munte’ si recavano nei campi, dirigendosi poi, a piedi lungo un tortuoso sentiero, a Triora: non mancavano mai a questo appuntamento; farlo sarebbe stato tradire le origini.

            Molto commovente è il comportamento dei portatori anziani, che vorrebbero, malgrado gli anni, continuare la loro opera. A tal proposito qualche anno fa Bacì de Nuatu, che era solito trasportare il gruppo statuario della Madonna della Misericordia, pur rendendosi conto di non farcela più, seguì da lontano la processione, ponendosi davanti all’uscio della collegiata. Non appena i portatori della statua, cui era particolarmente devoto, stavano per giungere, si avvicinò ad uno di loro, chiedendogli di fargli posto, anche solo per qualche metro. Fu così che, stringendo i denti e barcollando, compì quello che riteneva un dovere. Alla fine era stanco, esausto, ma sul suo viso apparve un sorriso di profonda soddisfazione ed orgoglio.

Sandro Oddo

C.S.

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