Ventimiglia Vallecrosia Bordighera - 26 aprile 2017, 17:00

Liguria-Bruxelles e quei fondi mancanti

Liguria-Bruxelles e quei fondi mancanti

L’Italia sprecona, perché spende poco e male i fondi europei. Il problema delle troppe risorse comunitarie disponibili ma inutilizzate, o utilizzate “a pioggia” senza una pianificazione efficace (leggi: per accontentare i piccoli e grandi poteri clientelari) di certo non è una novità agli occhi dei contribuenti. Più volte la Corte dei Conti UE ha rilevato tale anomalia.

L’argomento è tornato d’attualità in questi giorni, per due motivi. Il primo è che varie testate giornalistiche hanno diffuso i dati più recenti sull’andamento dei fondi ESI (European Structural and Investment Funds) per i progetti da realizzare nel periodo 2014-2020. L’Italia, come si vede chiaramente dalle statistiche online sul portale cohesiondata della Commissione europea, è tra le Nazioni peggiori quanto a programmazione delle iniziative.

Difatti, su un budget complessivo superiore a 73 miliardi di euro, i finanziamenti assegnati a progetti meritevoli rappresentano il 25% circa del totale (18 miliardi), mentre i soldi effettivamente spesi finora sono appena 880 milioni, poco più dell’uno per cento del tesoretto europeo che l’Italia potrebbe sfruttare, per rilanciare la sua economia e potenziare le infrastrutture.

In Liguria va poco meglio: ad esempio, per quanto riguarda i fondi per lo sviluppo regionale, il budget di 392 milioni di euro, a oggi, è stato speso in minima parte (1,6%). I progetti selezionati arrivano a circa 46 milioni (11,7%). La Regione sta cercando di correre ai ripari. Ecco il secondo motivo dell’attualità del tema, da ribattezzare così: “Gestione oculata del portafoglio UE. Istruzioni per l’uso e non abuso”.

Il presidente, Giovanni Toti, ha annunciato l’apertura della nuova sede regionale a Bruxelles. L’obiettivo, si legge nella nota ufficiale, è “fare massa critica” con le altre regioni italofrancesi delle Alpi-Mediterraneo, quindi Valle d’Aosta, Piemonte, Provenza per citarne qualcuna, con cui la Liguria sta collaborando per ottenere finanziamenti transfrontalieri e impiegarli nel modo più intelligente possibile.

L’augurio è che tale “azione di efficientamento” grazie alla “presenza fissa” in una “sede più baricentrica rispetto al cuore decisionale delle politiche europee” possa determinare “ricadute importanti” per i territori, andando incontro “ai bisogni reali dei cittadini” (mio corsivo-mix dalla nota regionale).

Quello che intendevano dire è: vogliamo intercettare più fondi europei e spenderli con oculatezza fino all’ultimo euro centesimo, senza dover restituire nemmeno un euro centesimo. Perché “dell’integrazione della Regione Liguria con il resto del mondo abbiamo fatto una bandiera del nostro programma”, ha ricordato Toti. Compito arduo, nell’Italia che troppo spesso si dimentica di avere un portafoglio potenzialmente pieno, in realtà vuoto.

Luca Re

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