Nella terza edizione di Hell's Kitchen Italia appena conclusa, è stata al fianco di Carlo Cracco come sous-chef. Ha la Liguria nel cuore e soprattutto Sanremo, sua città natale. Stiamo parlando di Sybil Carbone, chef di origine sanremasca ma alassina d'adozione, finalista nel 2014 della prima edizione del famoso cooking show trasmesso su Sky.
Nata trentacinque anni fa, Sybil è titolare del ristorante Papèi da Turta ad Alassio, città dove si è trasferita da bambina. Ma la creatività e la passione per la cucina hanno radici matuziane. A Sanremo, la piccola e futura cuoca ha respirato i profumi della tradizione e gustato i primi sapori tipici grazie soprattutto alla passione ereditata dai suoi avi.
"Torno spesso a Sanremo a trovare la mia famiglia - racconta Sybil - mia nonna era cuoca e titolare dell'hotel Belsoggiorno. Ho nei ricordi d'infanzia il coniglio alla ligure e il branda, la torta verde e e la sardenaira per fare alcuni esempi. Ho sempre cucinato, come tutte le figlie di mamme lavoratrici - continua la chef - dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti di Genova, ho capito però che il mio modo di creare non era nei dipinti o nella fotografia ma nella cucina. L'ho scoperta per caso a trent'anni e non sono mai stata così felice".
La carriera di Sybil è in continua evoluzione e a contatto con grandi chef stellati. Ha svolto uno stage nel ristorante a Modena di Massimo Bottura, entrando nel mondo dell'alta cucina. Ma è stato Hell's Kitchen il primo vero banco di prova per chef Carbone. "Una sera di ritorno dal ristorante, ho visto la pubblicità del programma. Ho fatto il questionario e il mattino dopo mi hanno chiamata - ricorda Sybil - lì, ho imparato ad amare la disciplina, io che ero l'antiesercito della brigata di cucina".
Nel suo ristorante ad Alassio, oggi la chef sperimenta la creatività, tra nuovi gusti e tradizione. "Da tre anni propongo una cucina contemporanea e di territorio ma prima da autodidatta ho imparato le basi - aggiunge Sybil - Uso ingredienti locali, dal carciofo di Albenga, al gambero viola, alle olive taggiasche alle erbe aromatiche e offro una rivisitazione di ricette come il pesto tritato di noci o il coniglio con la salsa 'marò' tipica dell'entroterra di Dolceacqua".
Una vera portabandiera delle nostre tradizioni locali. Tanto da far sorridere anche Carlo Cracco: "Lui mi dice che senza carciofi non riesco a cucinare - racconta divertita Sybil - ma l'aspetto ligure è fondamentale per me. Molti cuochi della mia età si fanno influenzare dalla cucina asiatica per esempio. Io trovo fondamentale da dove vengo e lo trasformo".
A proposito di origini: qual è il ristorante sanremese preferito dalla chef?: "Premetto che torno a Sanremo per stare in famiglia, quindi capita di fare un salto alla bocciofila a Coldirodi per mangiare le rostelle e i ravioli con ricotta e pomodori - racconta Sybil - ma mi sento di fare pubblicità a chi ha il coraggio di fare cucina creativa in Liguria: Manuel Marchetta, chef dell'Ittiturismo Patrizia perché sta portando una ventata di aria nuova". "Quali sono i miei gusti? Odio i dolci - confida Sybil - e se devo immaginare un piatto che mangerei sempre penso alle acciughe ripiene".
Insomma a Sanremo è nata una chef che sicuramente continuerà a far parlare di sé. "Ci sono altri progetti sia a livello televisivo che nella ristorazione - conclude Sybil - diciamo che sto rischiando, è un momento di cambiamento".





