Attualità - 21 ottobre 2016, 12:47

Sanremo: 350 studenti hanno incontrato Giovanni Impastato per parlare di mafia e legalità (Foto e Video)

Impastato era accompagnato da Claudio Porchia (Presidente del Centro Impastato di Sanremo), da Simona Della Croce, giornalista e autrice del libro “Io sono Peppino. La Storia che vi racconteranno non è la mia” (edizioni Zem) e dall'Assessore Eugenio Nocita.

Sanremo: 350 studenti hanno incontrato Giovanni Impastato per parlare di mafia e legalità (Foto e Video)

Circa 350 studenti delle scuole sanremesi (Liceo Amoretti, Liceo Cassini, Scuola Media Nobel, Scuola media G. Pascoli, Istituto D. Aicardi) hanno ascoltato questa mattina Giovanni Impasto, al Teatro del Casinò di Sanremo, accompagnato da Claudio Porchia (Presidente del Centro Impastato di Sanremo), da Simona Della Croce, giornalista e autrice del libro “Io sono Peppino. La Storia che vi racconteranno non è la mia” (edizioni Zem) e dall'Assessore Eugenio Nocita.

"La memoria e l’impegno in ricordo di Peppino: Giovanni Impastato incontra gli studenti al Teatro del Casinò di Sanremo”questo il titolo dell’evento, organizzato dal Servizio Scuola e dall’Ufficio Turismo del Comune di Sanremo. Giovanni Impastato ha parlato di legalità e della sua esperienza personale nella lotta contro la mafia, ricordando le idee del fratello Peppino, assassinato il 9 maggio 1978 a Cinisi per mano mafiosa. 

Un incontro, quello con le scuole sanremesi, che è stato molto partecipato da parte degli studenti che hanno ascoltato la storia di Giovanni con interesse. Molte le domande che hanno portato i ragazzi a confrontarsi con il fratello di Peppino Impastato sulla sua lotta e di quella della sua famiglia, sull'impegno antimafia, su cosa significa andare contro questo fenomeno oggi che è in continua evoluzione. 

"Credo che con i ragazzi - ha detto Giovanni Impastato - basti affrontare l'argomento con molta umiltà, con semplicità, senza giochi di parole, senza promesse, senza la solita retorica. La cosa importante per noi è raccontare la storia di Peppino che ha un fascino particolare e contiene un messaggio forte di impegno civile, culturale e molto educativo per le nuove generazioni, è per questo che siamo sempre presenti con i giovani studenti.

La mafia non è una prerogativa di noi siciliani, non è qualcosa che appartiene solo a noi, ma è un problema nazionale, che interessa tutti. Questa per me non è una rivalsa, avrei preferito che rimanesse circoscritta, oggi invece ha invaso il territorio nazionale ed è una mafia che si è ben inserita all'interno del sistema di potere, ha capito che bisognava spostare l'interesse dove l'economia ora è più forte. Questa consapevolezza sta per arrivare nei giovani studenti: quando faccio incontri nel sud e nel nord non vedo molta differenza, prima sì. C'è molta curiosità qui al nord, soprattutto in Lombardia, che ormai ha perso il controllo del territorio che in mano alla 'ndrangheta. Se qualcuno mi chiedesse se oggi c'è più mafia in Sicilia o in Lombardia, non avrei difficoltà ad affermare la seconda." 

"Da Peppino questi ragazzi possono prendere la rottura che lui ha operato - prosegue Giovanni Impastato - non soltanto all'interno del sistema, quanto della famiglia che era di origine mafiosa. Peppino ha anticipato i tempi, lui era un grande comunicatore, ha sfruttato benissimo i mezzi di allora. Era uno che credeva nell'arte come veicolo di comunicazione e aggregazione, ad esempio con il circolo 'Musica e cultura'. Era anche un militante politico, dopo la morte dello zio negli anni '60 non è solo riuscito ad acquisire una forte coscienza critica nei confronti della mafia, ma anche una coscienza politica.

Come formazione era un marxista, ha militato nei gruppi della sinistra extraparlamentare e ha svolto un grande lavoro politico. Era anche un antifascista e uno che lottava e portava avanti le battaglie sociali, bloccava le ruspe e lottava assieme ai contadini per quanto riguarda l'esproprio dei terreni per la costruzione della terza pista di Punta Raisi. Credo che queste cose possano essere da esempio alle nuove generazioni che vogliono parlare di legalità, democratica e costituzionale. Aggiungiamo queste due parole perché altrimenti diventa una cosa molto vaga, fine a sé stessa."

L'intervista a Giovanni Impastato

Alla testimonianza del fratello di Peppino, si è aggiunta quella di Felicia Impastato, la moglie di Giovanni che insieme alla famiglia ha lottato alla ricerca della verità e ha delineato la figura determinante della mamma, la prima donna in Italia a costituirsi parte civile, insieme a suo figlio, in un processo di mafia. Un lavoro che ha portato alla costituzione dell'Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, nata nella primavera del 2005 in maniera formale, ma un luogo che proprio per volere di mamma Felicia è sempre rimasto aperto a chiunque volesse conoscere la storia di Peppino. 

Una delle più grandi conquiste di Giovanni, di mamma Felicia e dell'associazione che attorno ad essi si è costituita, resta l'essere riusciti ad entrare nella casa che fu di Gaetano Badalamenti, uno dei mandanti dell'omicidio di Peppino. Oggi si può e si deve parlare di legalità, di giustizia ed impegno civile soprattutto all'interno di quella casa nella quale si è decisa sì la morte del giovane giornalista siciliano. Oggi quella casa rappresenta un luogo di vittoria della verità sulla mafia e sui depistaggi, nonché della lotta della famiglia Impastato che non è stata vana e che è stata capace di ricordare la figura di Peppino in tutti questi anni.

L'incontro fra Giovanni Impastato e le scuole sanremesi è stato molto partecipato ed è stato un vero e proprio confronto fra i ragazzi e il fratello di Peppino. Purtroppo non è stato possibile accontentare tutte le richieste da parte delle scuole, ma Giovanni sarà di nuovo in città a febbraio per il 'Festival della Legalità e delle idee'. Un apprezzamento è doveroso anche nei confronti degli insegnanti che si sono spesi affinché l'incontro si svolgesse nel migliore dei modi e hanno preparato i ragazzi, facendo vedere loro il film 'I Cento Passi' e discutendo precedentemente della storia di Peppino Impastato.

Carlo Alessi

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