Attualità - 06 ottobre 2015, 09:35

Il 6 ottobre del 1979 riprendeva a funzionare la linea ferroviaria Ventimiglia-Cuneo: interviene la 'Giuseppe Biancheri'

Fu un momento importante, molti tratti della linea furono ricostruiti con opere di ingegneria moderna ed innovativa, grazie alla capacità, al genio di molti uomini, di imprese edili che trascorsero lunghi periodi nella Val Roia. Una giornata di festa per le popolazioni che ritornarono a congiungersi direttamente anche per la via ferrata.

Il 6 ottobre del 1979 riprendeva a funzionare la linea ferroviaria Ventimiglia-Cuneo: interviene la 'Giuseppe Biancheri'

Il 6 ottobre del 1979 riprendeva a funzionare la linea ferroviaria Ventimiglia-Cuneo, dopo lunghi anni di forzata interruzione causata dai bombardamenti delle forze naziste in ritiro. Fu un momento importante, molti tratti della linea furono ricostruiti con opere di ingegneria moderna ed innovativa, grazie alla capacità, al genio di molti uomini, di imprese edili che trascorsero lunghi periodi nella Val Roia. Una giornata di festa per le popolazioni che ritornarono a congiungersi direttamente anche per la via ferrata.

Si respirò grande entusiasmo al passaggio del treno in ogni stazione, da quel momento anche la più piccola, divenne una tappa importante. Da allora, trascorsi quasi quarant'anni, questa linea continua a soffrire, non ha ancora avuto la pace dovuta. Dopo gli anni del ‘ramo secco’ abbiamo vissuto mesi di euforia per lo stanziamento dei 29 milioni per eseguire opere di manutenzione da parte del Governo italiano. Oggi siamo di nuovo in fase di ‘molla’, pochi treni, cattivo servizio, idee non chiare. Purtroppo siamo ancora con le lancette ferme al dopoguerra, con l'Italia costretta a pagare i danni di guerra alla Francia e quindi sostenere quasi completamente le spese di manutenzione e gestione della linea ferrata che attraversa due Nazioni e tre Regioni.

Dal versante francese non arriva una volontà chiara e ferma rispetto al futuro di questa linea. Vi sono possibilità concrete di creare nuove opportunità sia per i residenti che per i turisti della Val Roya, nuove sfide che porterebbero nuove risorse, proteggendo l'ambiente e creando nuove salvaguardie. Questa era è stata e rimane una linea internazionale, che collega direttamente Nizza con Torino, Imperia con Berna, passando da Ventimiglia, Limone, Cuneo, unendo il Mediterraneo con le Alpi, senza la necessità di realizzare nuove opere, senza necessità di toccare il territorio molto fragile. Serve solo la volontà dei nostri amministratori locali e nazionali, serve nuova energia, bisogna credere in questo piccolo sogno.

“Basta rileggere la storia – evidenzia Sergio Scibila, Presidente dell’associazione ‘Giovanni Biancheri’ - e capire che tutto ciò è possibile. Gli sforzi che stanno facendo in questi mesi le regioni Liguria e Piemonte sul versante italiano e la passione del Paca, non possono bastare se al loro fianco non si schierano tutti i Sindaci italiani e francesi interessati, troppo distratti da altre tematiche. Il silenzio di molti primi cittadini  a volte è imbarazzante, troppe poche voci si innalzano per chiedere il potenziamento di questa linea. L'Unione Europea e' assente completamente e non ha mai inserito nelle politiche dei trasporti questa linea, pur essendo strategica ed unica. Sentiamo tanto la nostalgia di Giuseppe Biancheri, un lottatore che ha vinto la sua scommessa e ci ha lasciato un'opera magnifica”.

La AGB intanto continua nella sua modesta attività di ‘sollecitazione’ e sensibilizzazione affinché si possa ritornare a parlare di ‘Un Treno in Europa’. Al prossimo 6 ottobre che possa essere una giornata di festa”.

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