Sport - 22 settembre 2012, 12:15

Pallapugno: Vendone protagonista in C1 e nella semifinale di ritorno con la Benese

Venerdì 21 settembre è una data che rimarrà scritta per molto tempo negli annali della pallapugno in valle Arroscia.

Pallapugno: Vendone protagonista in C1 e nella semifinale di ritorno con la Benese

Venerdì 21 settembre è una data che rimarrà scritta per molto tempo negli annali della pallapugno in valle Arroscia. Vendone ha già agguantato la promozione in B, ma non paga, delizia il pubblico della media e bassa valle Arroscia e dell’Ingaunia con prestazione “di cuore e testa”, di fronte ad un degnissimo avversario, la Benese di Paolo e Giorgio Vacchetto.

Nonostante la concomitanza singolare con l’altra partita di ritorno in Liguria, quella della serie B tra Pievese e Castagnolese, a poca distanza, valido pubblico in quel di Vendone, tra olivi e luoghi storici ed artistici di primario interesse regionale. Storia e cultura si saldano nei valori sportivi altissimi espressi dalle due compagini giunte a questo penultimo atto della “temporada” di C1. Scendono in Liguria i forti benesi. I fari sono puntati sul giovanissimo Paolo Vacchetto, che pare destinato a seguire le orme del già affermato fratello maggiore. A fare da chioccia ancora il padre Giorgio. Uomo di grande esperienza e fair play: una caratteristica che ha onorato l’antico gioco sferistico. Convenevoli di rito, legati anche alla militanza in nazionale di papà Giorgio e del battitore vendonasco Ranoisio. Unici di C1. Si capisce, è un bel giocare.

Paolo Vacchetto si adatta abbastanza rapidamente al non facile campo di Vendone, sciorinando una varietà di batture, con profondità e velocità di movimenti anche al largo. Giorgio controlla nella prima fase. I terzini piemontesi mostrano una qualità importante per interpretare il gioco: fermi e capaci di fermare i palloni. Prima battute di studio, vantaggio ligure, recupero piemontese e pareggio al riposo dopo un time out chiamato da Ranoisio e soci. In questo caso Vendone mostra la sua “garra”, la tipica volontà di combattimento come la intendono in Argentina. Non c’è perdita di animo, ma rimonta di due giochi con rapidità. Ritorno in campo e allungo piemontese di tre giochi. Pare fatta. Giorgio Vacchetto dirige l’orchestra e mostra di conoscere il pallone come pochi, colpendo da varie posizioni e con intelligenza. Fosforo e attenzione. Altro time out ligure e c’è la riscossa.

Il penetrante Ranoisio entra in trance agonistica (a fine partita chiederà il tempo di gara, per lui non c’è limite alla fatica). Batte con sibilante ferocia lungo la rete, dove gli avversari invero estraggono anche alcuni palloni impossibili. Davide Somà esplode il suo allungo di braccia il alcune occasioni determinanti.  Claudio Somà dimentica qualche inevitabile disattenzione, imprevedibile per un terzino, ed appare letale quando si presenta l’occasione. Stoico, nel rimanere in campo pur con una gamba indurita. Roberto Novaro controlla il campo da par suo come in singolar tenzone. È il recupero, il pareggio. La folla si esalta e segue l’immediato allungo dei piemontesi sul 8-9 e poi si arriva al 10 pari.

Encomiabile la tenuta mentale di Paolo Vacchetto, almeno sino agli ultimi colpi, in cui Ranoisio dimostra una maturità figlia di applicazione e volontà. 11-10 il finale, Vendone unica ligure rimasta in B, data la sconfitta della Pievese nel ritorno in casa, anche qui di un punto. Peccato, per gli amici pievesi e per la Liguria tutta. E adesso “bella” a Benevagienna, terra antica e battagliera. Tutti sperano e credono nei ragazzi liguri: i dirigenti di Vendone, dal presidente Giuseppe Basso al tecnico di campo Andrea Bronda, al direttore Giovanni Poggio, agli sponsor Piccardo e Savoré, Tecnogas, Lampogas, Ottobelli, l’Anemone di Mare e Saggio del Gusto. Il bello dello sport pulito. 

 

C.S.

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