Politica - 16 dicembre 2011, 12:47

Realizzazione pozzo irriguo, esposto di 'Rilanciamo Pietrabruna e le sue frazioni': "Un fulgido esempio di sperpero di denaro pubblico!"

Realizzazione pozzo irriguo, esposto di 'Rilanciamo Pietrabruna e le sue frazioni': "Un fulgido esempio di sperpero di denaro pubblico!"

"Nell'esercizio del nostro mandato elettorale, abbiamo riscontrato lo spreco di risorse economiche durante l'esecuzione di un'opera di interesse pubblico come la realizzazione di un pozzo ad uso irriguo e di opere accessorie". Ad affermarlo è il gruppo di minoranza 'Rilanciamo Pietrabruna e le sue frazioni', che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti, Prefettura, Procura e Carabinieri di Dolcedo.

"L'Amministrazione - si spiega nell'esposto -, interrogata svariate volte, ha sempre tergiversato sul fornire risposte adeguate e chiare. Le giustificazioni fornite, talora discordanti e non sempre coerenti, hanno dimostrato un atteggiamento irresponsabile e poco rispettoso nei confronti degli abitanti di Pietrabruna e frazioni.

Il fatto:

Il Comune di Pietrabruna otteneva l'autorizzazione provinciale ad eseguire un pozzo artesiano, con alcune prescrizioni basate su due perizie geologiche che prevedevano entrambe la presenza di una falda acquifera nei primi metri di profondità in occasione dei fenomeni piovosi più intensi;

la prescrizione principale sanciva l'obbligo di comunicazione al servizio geologico nazionale se si fossero superati i 30 ml di profondità;

il finanziamento del pozzo è stato concesso attraverso un contributo regionale (misura 17), con vincolo che, nei dieci anni successivi, fosse conservata la destinazione d'uso per la quale è stata ammessa al contributo.

In barba ad ogni prescrizione, ed ogni previsione progettuale, la profondità di trivellazione raggiunse la quota di 173 ml.

Dopo circa una settimana di funzionamento, come dichiarato dal Sindaco in Consiglio comunale, si verificò il crollo delle pareti interne del pozzo rendendolo inutilizzabile, senza mai poterne emungere acqua.

In una seconda giustificazione, per il mancato utilizzo dell'opera il Sindaco parla di un abbassamento della falda, quindi oltre i 173 ml, senza che nessuno si ponesse il dubbio per quale ragione si cercasse acqua lungo un crinale ed a metà di un versante.

L'attuale Amministrazione sottolinea che l'intervento in questione è simile a quanto fatto, con esito positivo, da altri Comuni e che ha permesso loro di reperire elevati quantitativi di acqua.

Sorge spontanea una domanda: altri Comuni hanno effettuato trivellazioni a metà versante, su di un crinale ed a profondità di 173mt?

In conclusione si è cercato l'acqua ignorando due relazioni geologiche, facendo  trivellazioni fino a 173 m, dimenticandosi di seguire le prescrizioni fissate dalla Provincia in sede di autorizzazione (comunicazione in caso di superamento dei 30 ml di profondità ex legge 464/1984, trasmissione dei dati geotecnici della trivellazione, ecc;) così il pozzo risulta essere oltrechè inutilizzabile anche non autorizzato con conseguente spreco di risorse pubbliche.

L'Amministrazione Comunale, abituata negli anni scorsi all'assenza di una minoranza, ha sempre ignorato le nostre richieste di chiarimenti, ed ha argomentato con molta superficialità sull'esito dei lavori, tanto da costringerci a richiedere l'intervento di altre istituzioni ed Enti (Procura, Prefettura e Corte dei Conti) che facessero chiarezza sulla vicenda".

C.S.

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