Domani pomeriggio, con inizio alle 17.30 presso la sala dei Comuni
del Palazzo della Provincia, si terrŕ un incontro pubblico con il Prof. Alberto Burgio, docente di Storia della Filosofia all'Universitŕ di Bologna ed esperto di Filosofia Politica, dal titolo 'La crisi in atto e le prospettive di cambiamento".
L'incontro è promosso dalla Federazione Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista. Il Prof. Burgio proporrŕ le linee essenziali della riflessione contenuta nel suo saggio del 2009, 'Senza democrazia. Un'analisi della crisi', pubblicato da DeriveApprodi. Il libro si interroga sui possibili sviluppi della crisi economica esplosa nel 2008 e destinata a sconvolgere nei prossimi anni i sistemi economici di tutti i Paesi industrializzati, con gravissime ripercussioni sul piano sociale (disoccupazione di massa, ulteriore impoverimento delle classi lavoratrici, proletarizzazione di vasti settori di ceto medio). Lidea-guida dellanalisi è che, lungi dal risolversi necessariamente in un indebolimento del sistema capitalistico, la crisi potrebbe dare adito a una forma di dominio ancor piů oppressiva dellattuale.
Governi e istituzioni del capitale tenteranno il possibile non solo per salvare il capitalismo, ma anche per ristrutturare il sistema economico consolidando il comando sul lavoro e sui processi di riproduzione sociale e rinsaldando il controllo militare sulle aree strategiche (a cominciare dalle regioni ricche di risorse energetiche). Tali tentativi non lasceranno immuni nemmeno le istituzioni democratiche, giŕ pesantemente colpite in questi anni nel nome della cosiddetta 'guerra contro il terrorismo'. Lanalisi della crisi e delle tendenze autoritarie in atto è svolta in
unottica storica di lungo periodo, nella convinzione che solo
contestualizzando un processo è possibile comprenderlo e formulare
previsioni non arbitrarie. In tale prospettiva, la crisi esplosa nel 2008 appare lesito di uno sviluppo decennale, segnato dalla crescente instabilitŕ del sistema finanziario mondiale e da una sempre piů marcata tendenza autoritaria e repressiva.
Prende forma cosě la proposta di scandire il trentennio postfordista in due fasi, caratterizzate rispettivamente dalla rivoluzione passiva neoliberista (1979-1999) e da una vera e proprie rivoluzione conservatrice (2000-2009). Daltra parte, lipotesi prospettata non si presenta come una profezia. Il libro non manca di prendere in considerazione gli elementi controtendenziali, le emergenze critiche, i punti di conflitto. In una parola, le faglie attraverso le quali puň determinarsi la rottura della tendenza reazionaria e lavvio di una nuova stagione progressiva.





